Per approfittare di queste belle ed ultime giornate agostane,decidiamo di dedicare il martedì ai 3356m dello Schneebiger Nock,bella e panoramicissima cima che sovrasta la Tauferer Tal.
Alle 7,30 partiamo dal parcheggio in località Sage poco oltre riva di Tures;il cielo è immacolato e si inizia a percepire aria settembrina,nei colori e nei profumi del bosco.Ci aspettano circa 1800m di dislivello,salita lunga interrotta solo dal Rifugio Roma.
La prima parte e per buon tratto ancora in ombra ed è accompagnata dal fragore del torrente che scorre tumultuoso fino al R. di Riva.Purtroppo tutta questa acqua annuncia la agonia delle vedrette sommitali.
Avvicinandoci al R. Roma si vedono biancheggiare lontane,ai piedi dell'antecima della Schneebiger.
Raggiungiamo il Rif. dove gli ospiti della notte si preparano per le loro escursioni.Personale cortese e bella vista ne fanno una meta frequentata dai vacanzieri della zona che in genere si accontentano di salire poco oltre per ammirare la cascata.Noi ci concediamo un cafè e ripartiamo.
Abbiamo sullo zaino picca e ramponi,cosa del resto consigliata anche su alcune guide e relazioni,ma ho la sensazione che putroppo serviranno solo ad aumentare il carico...
La salita procede col superamento del fragoroso torrente tramite bel ponte in legno e poi nell'ampia conca di sfasciumi,residuo del ghiacciaio.
Dall'alto possiamo già ammirare le belle cime della dex orografica della Val di Tures, il lago Maler e le gemme dei laghi glaciali che occhieggiano tra i residui morenici.
Saliamo fino ad incontrare il facile tratto, attrezzato con corde fisse,che affronta la roccia dell'antecima.
Superato questo tratto citroviamo su placche levigate dal ghiaccio,a tratti coperte di insidioso verglass,ma per lo più solo bagnate;ed eccoci al margine di ciò che resta della vedretta...
Attraversiamo senza ramponi,pur con cautela per qualche passo su ghiaccio nudo,nero e triste.
Dalla sommità della vedretta inizia un tratto di salita che si presta a vari approcci,in parte segnato da omenetti,non molto visibili.Scelgo la salita diretta,con banale arrampicata,che in breve ci fa superare l'antecima e ci porta sulla cresta per la vetta.
La cresta va affrontata con attenzione per i vari punti esposti ed anche per le numerose rocce instabili che la caratterizzano.
A destra precipita sulla ripida vedretta che scende a ONO teatro della tragica slavina che coinvolse 30 persone e fece sei vittime:i loro nomi sono incisi su una piccola e semplice croce in legno di cirmolo.
A sinistra la lunga ed ampia conca di ghiaccio che offre la possibilità di rientrare al Roma compiendo un anello.La cosa mi tenta assai,ma per non rompere il gruppo rinuncerò,ripetendo il percorso di salita.
Siamo in vetta,sole folgorante,assenza quasi assoluta di vento ed un panorama mozzafiato:quante cime ci sarebbero ancora da fare,e quanti affascinanti percorsi;fra tutti spicca la ripida ed esile cresta per la salita al Collalto (passaggi di III),su cui abbiamo già iniziato a rimuginare...
Intanto godiamoci questi momenti,questo spettacolo e quel senso di appagamento che cala ristoratore dentro le ossa e nei muscoli messi a dura prova (abbiamo fatto il tutto con un "risparmio" di oltre un'ora sulle tabelle di marcia).
Giro di buon impegno,ma senza difficoltà,sicuramente da affrontare con meteo buona e stabile.Ramponi e picca li riporterei comunque:bastano pochi metri di ghiaccio bastardo per respingerti ad un passo dalla cima;come suol dirsi meglio avere materiale che poi non si usa che esserne sprovvisti al bisogno....
Una bella alternativa può essere la salita da Riva di Tures verso il rifugio vedretta di Ries e successiva salita alla nostra cima,toccando prima il M. Magro.