Ciao a tutti,
questo è il mio primo post su GIM e vorrei dedicarlo all'Alta Via di Fleres che ho percorso in 3 giorni dal 27 al 29 agosto di quest'anno (2017). Ho deciso di condividere questo trekking, perché in realtà anche sul forum e in giro su internet avevo trovato poche informazioni in italiano. Difatti la maggior parte delle pagine sono in tedesco, essendo la valle l'ultima prima del passo del Brennero e quindi molto amata dai girovaghi tedeschi.
Il giro parte dalla località di Ast in fondovalle, in corrispondenza delle gallerie ferroviarie che risalgono a spirale il Brennero e segue il sentiero nr. 32, che consiste in una vecchia mulattiera militare che pian pianino sta venendo mangiata dalla vegetazione e dalla montagna. Si arriva in quota al Portjoch a 2110 metri da dove si gode una bella vista verso la Obernbergtal, dal lato tirolese dello spartiacque alpino. Da qui inizia l'alta via che per prati e costoni molto ripidi gira attorno al massiccio del Tribulaun, seguendo i segnavia 32a e poi a partire dalla forra di Koggraben il numero 7. La via è ripida e in parecchi punti si è aiutati da decine di metri di corde metalliche, in ottimo stato di conservazione.
Il primo giorno si è concluso con l'arrivo al rifugio Tribulaun e con esso finisce anche l'alta via. Per questa giornata il sito
www.alpenvereinaktiv.com dà 1660m di dislivello positivo e 415m di negativo da fare in circa 6 ore e 10 minuti (senza pause).
Per dovere di cronaca la cena cena è stata eccellente con degli ottimi canederli ai formaggi irrorati da una quantità spropositata di burro fuso!
Il giorno successivo sveglia antelucana e partenza alla volta dell'Hoher Zahn (Dente Alto) e a seguire della Weisse Wand (Parete Bianca) che si infilano uno dopo l'altro lungo il sentiero nr.7, che poi ridiscendere verso la Magdeburger Hütte. Il giro è decisamente più breve della giornata precedente, anche se regala splendidi panorami verso la Gschnitztal e il Tirolo. Prima di salire l'Hoher Zahn all'incirca alla quota 2646 della carta Tabacco ho incrociato un branco di camosci al gran completo che brucavano la poca erba presente in gran tranquillità. Sono riuscito ad avvicinarmi fino a pochi metri, cosa che non mi era mai capitata prima d'ora. La banda che separa il basamento lavico e scuro di paragneis dalla dolomia soprastante è incredibile ed effettivamente vista dall'autostrada la vetta sembra una meringa appoggiata sulla torta
Per questa giornata sono salito di 800 metri e ridisceso di 750.
Il giorno dopo sono partito per la prima volta in compagnia assieme a 2 tedeschi e 1 austriaco (due gesuiti e un diacono) che avevo incrociato saltuariamente il giorno prima. Ci siamo diretti verso la Schneebergspitze, che troneggiava sopra di noi. La croce metallica era illuminata in pieno dalla luce radente mattutina e sembrava molto più vicina di quanto fosse in realtà. Il sentiero sale e dopo poco si incontra un bivio: a destra si va verso una forcella che porta alla Bremer Hütte (dall'altro lato il sentiero per quest'estate era inagibile), mentre a destra si prosegue fino a trovare un secondo incrocio. Si deve svoltare a destra e proseguire sul sentiero numerato 9, che sempre più ripidamente si appoggia alla spalla orientale della montagna. Rispetto al passato il sentiero è stato spostato e riattrezzato, perché a seguito del ritiro del ghiacciaio la precedente via di salita era diventata troppo pericolosa per caduta sassi. La spalla è molto ripida e per circa 200 metri molto sostenuti è accompagnata da cordini metallici nuovissimi. In un punto si supera un salto di qualche metro con gradini e corda. I tedeschi con me l'hanno fatta tutta con l'attrezzatura da ferrata. Infine la vetta con un panorama grandioso e sconfinato: la valle di Fleres con in fondo i piloni dell'autostrada del Brennero, il Gran Pilastro in Val di Vizze, le montagne di Pfunders, in lontananza nella foschia le Dolomiti, i monti Sarentini e l'alta Passiria e poi ancora dietro le alpi dell'Ötztal e dello Stubai. Veramente incredibile!
Malgrado la giornata fosse soleggiata a 3178 metri l'aria pungeva e quindi decidevo dopo 45 minuti di ridiscendere verso valle lungo la via di salita e dal rifugio lungo il sentiero nr.6 fino a S. Anton, l'ultimo paese della valle.
In conclusione un grande giro che mi ha permesso di osservare da ogni lato una valle che finora mi era sempre sfuggita. Il computo finale della fatica dice circa 3170 metri di dislivello positivo, 3100 in discesa, 36.3 km e 11 ore buone di sola camminata.
Foto_1: Salendo verso il Portjoch
Foto_2: Vista verso il versante opposto con le Telfer Weißen e le piste di sci di Ladurns
Foto_3: Un treni che saliva al Brennero e la località di Ast
Foto_4: Portjoch
Foto_5: Baraccamenti militari