In vetta all'Hasenohr - Orecchia di LepreEscursione dell'11 agosto 2012
Avevo già fatto l’
Orecchia di Lepre anni fa dal crinale N-NE partendo da Kuppelwieser. Gabi mi propone la più lunga
salita da sud. Partiamo dunque con la solita levataccia infame per essere sul posto verso le 7. Da S. Geltrude prendiamo la strada per Fontana Bianca che abbandoniamo dopo qualche km per raggiungere la piccola frazione di Obersten 1783, dove riusciamo a parcheggiare nell’unico posto rimasto libero dei pochissimi disponibili. Il tempo è per ora splendido, speriamo che duri.
La frazione di OberstenIl fondovalle visto da OberstenSeguiamo il
sentiero 147 che sale abbastanza ripido di quota nel bosco, quindi sbuchiamo sui pascoli in quota fino alla deliziosa e microscopica
malga Kuhhttl 2159. Ci sono i gestori indaffarati, una famiglia, che però scambia volentieri due chiacchiere con noi: hanno solo 24 vacche a cui badare, la piccola stalla in legno è lì vicino. La malga sembra più una baita che una malga: tutta di legno, curatissima, con molti piccoli vasi di fiori qua e là, piccole sculture in legno appese all’esterno sulle pareti. E’ stata ricostruita negli anni ‘50 dopo un incendio, ma sembra molto più antica.
Malga KutthlMalga Kutthl sembra uscita da una favolaSalutiamo e riprendiamo il cammino, altri 20 minuti e siamo al
microrifugio Schusterhutte m 2310, gestito dalla stessa famiglia. Che è ancora più bello e grazioso della malga appena vista: il “rifugio” è fatto da due piccolissime baite appaiate e col tetto a punta, circondate da tavolacci di legno. Anche qui sculturine e addobbi di fiori ovunque. Una meraviglia. Data l’ora, non c’è ancora nessuno ma vediamo in lontananza uno dei figli salire lentamente con una grossa gerla coi viveri.
Rifugio SchusterHutteRIfugio SchusterhutteRipartiamo prendendo il
sentiero 12 che attraversa i vasti pascoli di
Kaserfeld, quindi col
sentiero 12a raggiungiamo l’interesezione con il
14a che sale da
Kasefeldalm. Saliamo l’ampio vallone pratoso fino a una
baracca in legno a quota 2438, con una vista strepitosa su tutta la Catena delle Maddalene vista da sud.
Pascoli salendo verso la dorsale, sullo sfondo le MaddaleneLa baita a quota 2438Rimontiamo ora la dorsale che si affaccia sul grandioso
vallone Schafbergalm. Sempre seguendo la dorsale, si guadagna quota fino alla rocciosa cimetta di
Steinberg 2736. Da qui in poi il percorso si snoda tra roccioni e vallette pietrose, il sentiero comunque è sempre ben segnato. Ancora salita, non troppo ripida ma con qualche strappo su sfasciumi, fino all’elevazione rocciosa
Getristeter Stein 2960.
Lungo la dorsale sudCima Sternai e GioverettoFiori lungo il percorsoGioverettoPecore a quota 3000Salendo per la dorsale sud, vista su Sternai e GioverettoSi cala ora leggermente in un anfiteatro roccioso poco sotto la cima, quindi si risale l’
erta finale che raggiunge il crinale est, di qui senza problemi fino alla cima
Hasenohr - Orecchia di Lepre m 3257, dove c’è una decina di escursionisti.
La rampa finale alla cima per cresta estIn vetta!Il panorama è grandioso, verso ovest svetta maestoso il Gran Zebrù - Konigsberg, poi il candore dei ghiacciai del Cevedale, Rosole, Palon dela Mare e del Vioz. A sud la Catena delle Maddalene, punteggiata di malghe, a nord la Val Venosta e sullo sfondo vari ghiacciai tra cui quello del Similaun.
Konijsberg - Gran ZebrùPalon dela Mare, Rosole, Cevedale e ZufallIn vetta, vista verso nordIl ghiacciaietto sotto la cima a NE, Kuppelwies Ferner, è ridotto ai minimi termini e fa quasi compassione per il suo aspetto malandato, con striature terrose e giallognole. Il tempo è ancora buono, anche se all’orizzonte e sulle cime circostanti si sono alzate nuvolaglie. Dopo le foto di rito e un rapido rifocillo, il meteo fino allora clementissimo cambia quasi improvvisamente: si alza un vento gelido a raffiche che ci fa letteralmente gelare. Raccattiamo in fretta le nostre cose e prendiamo la
dorsale ovest per sentiero 148. Con attenzione (niente di difficile), si cala fino alla
sella a quota 3010 quindi nel vallone per una ripida dorsale terrosa e ghiaiosa fino alla
conca coi due laghetti (Lago Grande e Lago Piccolo), ora prosciugati. Per bellissime balze si scende di quota tra torrentelli e cascatelle, la la discesa sembra davvero eterna. Ci diciamo tra noi che l’abbiamo imbroccata a fare il senso antiorario, salendo da questa parte pare molto più dura.
La discesa dalla cima per cresta ovestLa conca coi due laghetti prosciugatiIl bel vallone col sentiero 148Sentiero 148 verso Malga Flatschbergalm Scorci bucolici tra fiori e torrentelliIl sentiero 148 confluisce nel 143 verso Malga Flatschbergalm 2110, noi però abbandoniamo il sentiero circa mezzo km prima, per seguire delle tracce in costa senza perdere quota e andare a prendere il
sentiero 12 che ci riporta verso il rifugio Schusterhutte.
Malga FlatschbergalmIl traversone verso il rif. SchusterHuttePascolo in quota sulla via del ritornoQui decidiamo una sosta: il rifugetto, circondato da mucche, è ora pieno di gente seduta ai tavolacci esterni (dentro ci starebbero ben poche persone), con un’atmosfera rilassata e famigliare davvero piacevole. Un tizio ci offre un bicchiere di vino. Mangiamo del buon pane con speck e poi un caffè fatto con la moka. Siamo affascinati da questo micro rifugio e dall’atmosfera cordiale e gentile: a volte si riesce davvero a fare turismo con pochissimo, e pensiamo con rammarico che un rifugio così, da noi, sarebbe impensabile.
Rifugio SchusterhutteAtmosfera rilassata al piccolo rifugioPascolo sotto al rifugioDopo la sosta riprendiamo il sentiero dell’andata e torniamo a Obersten dove ritroviamo la macchina senza multe e senza gomme tagliate
(c’era uno “strano” divieto in fondo). Lasciamo un obolo (volontario) di 5 euro per il parcheggio in una apposita cassettina di una casa in legno piena di sculture. Bel giro rilassante, consigliatissimo, assolutamente obbligatoria una sosta al micro rifugio Schusterhutte.
Sviluppo 20 km, disl. 1600 circa
Il percorso
Concludiamo la giornata con due “extra”: la visita ai
colossali larici secolari di S. Gertrude, patrimonio dell’Unesco (sono tra le conifere più antiche d’Europa, il larice più vecchio pare abbia oltre 1000 anni).
Un larice colossaleInfine una curiosità davvero originale: la "
Häuserl am Stein" (casetta sul masso) un’
antica casa rurale a S. Pancrazio, costruita sopra ad un gigantesco roccione.
La casa sul sasso a S. PancrazioLa Val d’Ultimo si conferma ancora una volta una delle più belle valli alpine dell’Alto Adige.