In vetta!
Nessuno conosce
l'origine degli ometti di pietra sulla cima dello Schöneck a 2000 metri di quota, sui
monti Sarentini. (BZ). Il luogo è menzionato in un documento del '500 come luogo di culto. Agli ometti più antichi si sono aggiunti nel corso dei secoli altri più recenti, eretti dai pastori e poi dai turisti. Fatto sta che questa cima è diventata una delle mète più famose dell'Alto Adige. Grazie anche alla facilità con cui si raggiunge e ad un panorama a 360° a dir poco spaziale.
Biotopo Fahrer
Il sentiero si snoda tra grandi larici
Finalmente intravediamo l'uscita dal bosco fitto
Spettacolo! Catinaccio, Pale e Latemar sullo sfondo
Si sale molto gradualmente in paesaggi spettacolari
La segnaletica è abbondante
Decidiamo quindi di andare a dare una occhiata. Raggiunta la
superstrada Bolzano Merano usciamo a
Terlano e raggiungiamo
Meltina, quindi in
direzione S. Genesio fino alla
sella di Schermoos dove c'è il
parcheggio a pagamento (3 euro/giornata) a quota 1400 circa. Di qui il percorso inizierebbe salendo per la strada asfaltata fino a
maso Egger ma decidiamo di fare un "taglione" per sentieri secondari per intercettarlo più a monte. Una pessima idea, come scopriremo poi: la traccia è vaga e sepolta da
numerosi schianti. In ogni caso col GPS ce la caviamo egregiamente e riusciamo, ravanando nel bosco e scavalcando numerosi steccati, a ricongiungerci col sentiero "ufficiale" più in quota. Di qui è tutto facile: lo stradello è ben segnato e ben battuto, tantoché non servono né ramponi né ciaspole (che ci siamo caricati sullo zaino nel dubbio).
Paesaggi da urlo
I posti sono veramente fantastici: verso i 1600 metri di quota il paesaggio si apre con grandi radure e ampie distese punteggiate di masi e baite, con lunghissime staccionate di legno che segnano i confini delle varie proprietà. Tutt'intorno un magnifico lariceto con grandi alberi secolari.
Attraverso le radure coi grandi lariceti
Paesaggio tipico
La pendenza è modestissima, passiamo accanto al
Giogo di Meltina 1733 e quindi con un lungo traverso a nord fino ad intercettare la stradella che proviene dalla Malga Sattler Hutte. In qualche chilometro su sfrada forestale innevata raggiungiamo la ex casera di Meltina m 1763, oggi ristorante preso d'assalto da frotte di turisti, complice anche la splendida e calda giornata di sole.
La malga Casera di Melta presa d'assalto
Riprendiamo la marcia, a qui ancora 250 metri di dislivello per la cima
Lungo la dorsale di vetta, vista verso la Cima Villandro e il Corno del Renon
Poker d'assi: Sella, Sassolungo, Marmolada, Catinaccio
Dopo una breve sosta per mangiare qualcosa riprendiamo la marcia per il sentiero che ora diventa un po' più ripido per risalire gli ultimi 250 metri della lunga dorsale della cima dello Schöneck. C'è una discreta processione di gente che sale in allegria, giovani, adulti, bambini, can, anziani... il posto è talmente bello che riempie il cuore di gioia solo a vederlo. Qualcuno scende dalla cima con la slitta.
Vista verso ovest
Eccoci in vetta
In cima allo Schöneck tra gli ometti
Odle, Renon, Sella, Sassolungo
In vetta fino al tramonto
Innalziamo anche noi il nostro ometto
Il M. Villandro emerge imponente a NE, a nord cime a me sconosciute, come quelle a ovest, bellissime e cariche di neve. A sud est e sud invece, sia pure da una angolazione per me insolita, le riconosco tutte in una lunghissima e magnifica sequenza: Odle, Gruppo del Sella, Gruppo del Sassolungo, Marmolada, Gruppo del Catinaccio, Pale di S. Martino, Latemar, Cima d'Asta e tutta la Catena del Lagorai, Paganella, Brenta, Maddalene... veramente un sogno da restare a bocca aperta.
Veduta verso est
Raggiungiamo
la cima dello Schöneck / Stoanerne Mandln m 2003 affollata dai caratteristici ometti di pietra e ometti umani
. Dopo una lunga sosta sulla cima a fotografare, tocca purtroppo scendere, siamo tra gli ultimi a farlo. Abbandoniamo l'idea di rientrare per un
itinerario più a est per fare un anello, non vediamo nessuno che lo fa e se non fosse battuto a sufficienza sarebbe sicuramente molto faticoso con circa mezzo metro di neve. Torniamo giù alla malga, beviamo qualcosa di caldo e iniziamo il rientro per la stessa via dell'andata, godendoci come immaginavamo uno spettacolare tramonto.
Rientro notturno con tramonto spettacolare
Giro facile, panorami semplicemente strepitosi, solo un po' lunghino ma nulla di che, il dislivello modestissimo distribuito su circa 7 km è quasi insignificante. Assolutamente consigliabile.
Il percorso fatto, circa 15 km tra andate e ritorno per circa 550 m di dislivello