Avevo addocchiato questo giro sulla cartina da un po’ di tempo. Oggi io e la Dada lo abbiamo percorso.
Dalla strada per Asiago, alcuni km dopo il Ghertele, si stacca una buona sterrata, aperta al traffico, che risale l’incassata val Scaletta fino ad un bivio. Qui la valle si biforca in val Galmarara a dx e val Portule, diritta verso nord, e qui parcheggio.
Lungo una bella forestale di chiare origini militari che serpeggiando percorre il fianco est della mia meta, raggiungo la solitaria malga Meatta.
La strada prosegue ancora nel bosco di abeti e diventa una mulattiera che si riporta sul fianco della montagna, ma alta ora sulla valle.
Con alcuni tornanti eccomi alla quota più alta. Non c’è una vera cima ma solo una fitta mugheta nella quale mi ingolfo, al solito, prima di scoprire che da sud e da nord una comoda ma labile traccia raggiunge i tre pini che svettano sul culmine.
La "cima":
Dopo il Meatta la cresta che va verso bocchetta Portule si abbassa in un’ampia sella. Qui ritrovo la magnfica mulattiera militare che con percorso quasi pianeggiante mi conduce all’ampio catino sotto la bocchetta.
Dalla strada ho modo di vedere la parte alta della val Portule con l’omonima malga.
Supero l’aia dell’Orsara
e quando la valle comincia a chiudersi salgo a bocchetta Portule.
La situazione neve al di là è peggiorata sensibilmente da quando fui sul Manderiolo, tre settimane fa: tutto pulito! Anche c. Dodici e m. Trentin appaiono spogli di neve.
Il Portule spunta in lontananza.
Scendo a riprendere la mulattiera militare. Ora vorrei andare fino a malga Portule, situata al centro della valle, ma ben più in basso. Sarebbe mia intenzione percorrere poi tutta la valle fino al suo termine. Sulla cartina non sono indicati sentieri, non vorrei infognarmi in qualche forra o in quei mugheti micidiali che si vedono nereggiare qua e là sui fianchi delle montagne. Abbandono ben presto la mulattiera e mi abbasso su terreno aperto, incontro un’altra mulattieria militare e arrivo alla zona detta “I monumenti”. In questo punto la strada gira sull’altro versante della valle. Mentre sto per proseguire, e mi aspetta una nuova, lunga traversata sull’altro lato della valle, scorgo una traccia che punta centralmente a sud: va certamente alla malga.
Lungo il fianco est di una dosso che separa due profonde doline, arrivo alle spalle della malga
e scendo per ripido pascolo. La malga Portule ha un’architettura “strana” che la fa somigliare ad un isba russa. La posizione è magnifica, in campo completamente aperto.
In alto la mulattiera militare.
I miei dubbi sul sentiero che non c’è sulla cartina vengono fugati da un signore che mi raggiunge da dove io voglio scendere: tutto fattibile, senza problemi.
Con lunga e piacevole – a parte lo scarpone sx che si “apre”, ed è da buttare, chissà che non sia il segno che questi scarponi non si useranno per un po’… - discesa su ottimo sentiero sempre in dx orografica raggiungo casara Basa Senocio
ed il parcheggio.