Sempre nel mio programma di partenze antelucane, poco dopo le 7 sono a Monterovere, al bivio con la strada del Menador, Dadamunito. Verso ovest imbocco una bella forestale che con andamento pianeggiante taglia tutto il fianco settentrionale della montagna. Abbandonata la strada risalgo il ripido pendio boscoso su un bel sentiero con numerosi tornanti.
Dada sempre all'avanguardia.
Raggiunta la larga dorsale boscosa, il sentiero con alcuni saliscendi - più sali che scendi - prosegue sempre verso ovest. In questo tratto una breve deviazione conduce al Belvedere.
E che vedere! La Valsugana non c'è più! Scomparsa! Al suo posto una enorme lago "cotonoso"
.
Il Brenta e la Tosa sono già in livrea invernale,
mentre il Pizzo mostra arcigno il suo adunco becco.
Riprendo il cammino. Il percorso è lineare, sempre nel magnifico bosco nel quale predominano ora i faggi ora i grandi abeti bianchi. Ancora molte piante schiantate.
Il primo sole manda sciabolate di luce tra gli alberi.
Il sentiero aggira un paio di cocuzzoli e alla fine risale a nord il m. Cimone fino alla grande croce. In basso domina ancora la nebbia, ma in alto il cielo è terso e limpidissimo.
Si vede la strada di Monterovere ("Menador")
Scendo fino ad un punto panoramico per ricevere le prime carezze del sole che ha invaso l'altipiano.
Mi abbasso verso sud, becco una lunga forestale e passando per la frigida baita Belem, della SAT di Lavarone. La posizione non è il massimo ma la baita è bella e ben arredata esternamente, non si entra, tutto chiuso.
Poi me ne torno allo spiazzo della volpe, a Monterovere.
Una bella passeggiata nel bosco che mi sento di consigliare in questo periodo. Avrei voluto combinare un giro ad anello scendendo verso la Valsugana e risalendo poi a Monterovere ma il versante nord di questi monti è molto impervio. Impraticabile certamente a chi non lo conosce, come me.