Oggi una semplice e lineare escursione a c. Manderiolo, seconda elevazione della catena che va dal pizzo di Levico a porta Renzola. Con me oggi anche la Dada, in barba alla caccia. Scelgo il percorso lungo la val Sparavieri, boscoso solco che si stacca dalla val d'Assa poco prima dell'osteria del Termine (confine TN-VI). Una comoda forestale sale sul fianco sinistro della valle. Noto che ogni centinaio di metri, in modo un po' ridondante, è affisso su una pianta il divieto di raccolta funghi, frutti del sottobosco e legna. Mi chiedo perché la "raccolta" di animali selvatici, che hanno forse maggiore dignità delle sopracitate specie, non sia ugualmente proibita.
Abbondono la forestale per entrare in un magnifico bosco di abeti con sottobosco di muschio che pare un tappeto. Anche qui siamo in attesa dei giorni freddi ma non tristi del vero autunno e dell'inverno. Spostandomi gradatamente verso est, raggiungo le ampie distese dei Fondi di Campo Manderiolo. La cima non è lontana. Non vado su direttamente ma mi porto alla sella orientale su cui cade la cresta del Manderiolo. Ora seguendo il sentiero con segnavia salgo alla cima. La giornata non è bellissima, ma il panorama si lascia guardare. Lagorai imbronciato e cupo.
Scendo verso la bocca di Forno, così faccio un piccolo anello. Sul cocuzzolo dell'antecima Manderiolo, tre baldi giovanotti (cacciatori, ma non ne sono sicuro, non ho visto s'ciòpi, solo un binocolone verde) se ne stanno sdravaccati sul filo della cresta, con un'aria di malcelata stanchezza. Saluto e passo oltre. Poco dopo appare un cane: fa le feste alla Dada. Ha il collare per il guinzaglio e un secondo collare gommato da cui spunta un'antennina. Cane telecomandato?
Alla bocca di Forno lascio la cresta e per boschi raggiungo la strada che proviene da Vezzena, la percorro per breve tratto, imbocco una forestale e passando per malga Costa di sotto - bellissimo pascolo in pieno sole - scendo lungo i boschi fino alla statale.