Per rientrare tra i girovaghi dopo due mesi di forzato riposo, decido di scendere a Brancafora (val d’Astico) dal forte Belvedere, con rientro sull’altopiano lungo la valle del rio Torto e arrivo a malga Laghetto (zona Avez del Prinzep).
Parto con la Dada dal passo del Cost, lo scollinamento sulla strada per p. Vezzena sopra i Gasperi di Lavarone, dove si trova una grande statua della Madonna in una nicchia, tanto per capirci.
La pianeggiante forestale attraversa in direzione sud un bel bosco di conifere, passa vicino ai Camini (altissimi camini di origine austroungarica)
e scende
poi al forte Belvedere.
Qui la memoria storica va a braccetto con il turismo. Luogo con vista superba, come dice il nome, una verdeggiante pineta pic-nic-istica, un manufatto ben tenuto e… altre strutture di accoglienza per i visitatori. Io ci sono passato che non erano nemmeno le sette e tutto taceva. Immagino non sia così nelle giornate di gran traffico.
Dal forte un eccellente sentiero cala in val d’Astico. Prima scende, senza essere mai ripido, lungo il fianco della montagna,
ora in bosco, su mulattiera militare,
ora in traversi più aperti, larghe e comode cenge.
Dopo aver percorso i due versanti della montagna, quando la dorsale si apre e comincia il bosco ceduo - carpini e roverelle -
si abbassa più ripidamente
e si sposta decisamente verso la valle del rio Torto che fa già sentire in basso la sua voce. Con ultimo pezzo più tortuoso si raggiunge Brancafora, gruppo di case annidate all’inizio della valle del rio Torto.
A questo punto, il pericolo di pioggia mi spinge a tralasciare la visita al paesello. Giro subito a nord lungo la forestale, che percorre lungamente nel suo fondo questa recondita valle.
Si attraversa il torrente più di una volta sulla forestale e sul sentiero che la sostituisce: qui la valle si restringe e mostra il suo aspetto più selvaggio. Il sentiero si porta salendo in sx orografica e si allontana dall’acqua scrosciante. Riappaiono le conifere, per fortuna non appare le pioggia e una nuova forestale
– siamo già in comune di Lavarone – conduce all’orrendo complesso di malga Laghetto, una serie di bunker in cemento nella splendida radura (“en pugn en de ‘n ocio”).
Attraversata la statale, sui sentieri e sulle mulattiere della 100 km dei forti, raggiungo il parcheggio.