Autore Topic: [ALTOPIANO DI ASIAGO] Monte Verena m 2015 dalla Osteria del Termine in Val d'Assa  (Letto 9257 volte)

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Offline pianmasan

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Durante le passeggiate tra le malghe dell'altopiano di Vezzena la cima del monte Verena ha sempre attirato la mia attenzione. Non mi sono però mai spinto al di là di malga Mandrielle.
Così ieri, in compagnia di Kobang e Charly, dopo aver lasciato la macchina poco dopo il confine  ;D (osteria del Termine), ci incamminiamo verso malga Mandrielle, percorrendo la lunga strada forestale che dagli ombrosi boschi della val d'Assa porta ai luminosi pascoli della malga.
In direzione sud-est risaliamo su labili tracce - utile il GPS - il boscoso versante ovest della montagna, senza difficoltà particolari. Sono luoghi poco frequentati come mostra il sottobosco piuttosto disordinato. Dopo aver superato alcune radure, piombiamo nel piccolo comprensorio sciistico del Verena. Si vede la non lontana cima


e appaiono le piste.


L'ultima parte dell'itinerario risale la pista che si è mangiata anche il sentiero con segnavia.



Poco sotto la cima, fornita di rifugio (aperto),


la pista si impenna.


Dalla pianeggiante cima insolito, per me, panorama sui monti di Vezzena.
Portule


Manderiolo


Passo Vezzena


Il profondo solco della val d'Assa


La cima è occupata dall'imponente forte Verena, da cui, dice la storia, partì il primo italico colpo di cannone verso gli altopiani austro-ungarici (maggio 2015). Pur non godendo di ottima salute, il forte è visitabile liberamente senza pericolo (alcuni locali non sono accessibili). Da prestare attenzione al versante est che precipita in val d'Assa con un bel saltino. Alcune foto.





L'apertura di un impianto porta su un certo numero di turisti.


Non mancano i rampichini, molti dei quali elettrici. Li ritroviamo in discesa lungo la pista.


A ritroso lungo il percorso di salita in boschi di smeraldo



rientriamo alla macchina.













Offline kobang

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Una passeggiata che fra l'altro mostra gli esiti dell'abbandono colturale del bosco,le zone ancora ben curate delle malghe,
le devastazioni pro turismo di massa e le forti tracce della guerra.
Bellissima la fioritura giallo oro dei ranuncoli e gradevole il silenzio assoluto,almeno finchè non si arriva in vista del Rifugio Alpino,col suo corollario di generatore a gasolio,antenne,seggiovia e gran massa di gente in vario modo trasportata in quota....

Malga Mandriele


La fioritura dei ranuncoli




In vista della devastata cima:e menomale che troneggia una targa attestante la "Sacralità del Luogo"....



La visita del forte ne evidenzia l'insufficienza strutturale,retaggio di concezioni napoleoniche:cupole blindate di soli 18cm e cemento fragile rispetto alle strutture dell'Impero ed ai suoi armamenti.Conserva però una certa imponenza e fa riflettere sulle angustie patite da chi ci è vissuto e morto.








Sulla via del ritorno,ciò che resta di altre strutture militari,ormai quasi "metabolizzate" dalla natura


Una borba melmosa,credo la "Pozza dei Colombi", con le rive fangose segnate da innumerevoli impronte di ungulati e sopratutto di ....cinghiali!


Per finire la nostra traccia,riportata su carta Geo 87 Ortigara



Come sempre ad impreziosire la gita la splendida compagnia dei carissimi amici.


Offline southernman

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Fatta, partendo più modestamente dal rifugio Verenetta, molti anni fa in estate ed in inverno.
Noto che il rifugio Verena si è ulteriormente inbruttito  >:(
Quest'anno gli ha detto bene con la neve, speriamo non si esaltino con manie di grandezza