ciao a tutti,
consiglio, di Corona, il primo libro che scrisse, quello sul disastro del Vajont: il volo della martora. Un grande libro, meta' saggio meta' novella, da leggere tutto d'un fiato, scritto da una persona che sicuramente sa scrivere e sa di cosa parla e ricco di una grande umanita' Non so di questo libro di cui si parla sopra, ma trovo la critica impostata su aspetti personali che non hanno alcuna rilevanza.
Per il resto, bisognerebbe sempre attenersi alla regola di non confondere MAI, ma proprio MAI, l'opera e la persona: l'autore puo' essere il piu' insopportabile bastardo, ma se l'opera e' buona, e' buona e basta. E viceversa (caso piuttosto comune di persone affascinanti e simpatiche capaci pero' solo di scrivere fesserie). Anche perche' ho l'impressione che spesso i giudizi sulle persone veicolati dai media siano semplicemente un castello di luoghi comuni costruiti su un'istintiva simpatia/antipatia per la persona, come nel caso in esame. Per una fortuita coincidenza ho avuto la fortuna di conoscere Messner, anche abbastanza bene. Per farvi capire, ci passai insieme in viaggio circa 10 giorni, a bordo di una nave, non da crociera, in Antartide, mentre tornava dalla sua traversata del continenete a piedi in compagnia di Fuchs. Ho ascoltato moltissimi dei suoi racconti in prima persona, l'ho visto diciamo cosi' nella vita di tutti i giorni, mangiandoci insieme quasi tutti i giorni (ero un suo grande estimatore e non volevo perdermi una tale occasione). Lo accompagnai personalmente durante una visita della Base Italiana in Antartide. Faceva molte domande e sembrava sinceramente interessato. A 30 km c'era una "montagnola", il Monte Melbourne, un vulcano di circa 3000 m. Mi chiese come prima cosa, appena arrivato, se... ci si poteva andare a piedi. Dopo una traversata in Antartide di mesi e mesi??? Dopo avere percorso tutti gli 8000 del pianeta??? Purtroppo non si poteva (era zona protetta), ma questo mi diede una misura immediata della statura del personaggio.
In piu' sono sempre diffidente verso questo moralismo, frutto della nostra eredita' un po' catto-comunista per cui garantirsi un certo agio e una sicurezza attraverso le proprie capacita' e il proprio duro lavoro sia un male. E' un po' il mito del camminatore bohemienne alla Cristopher McCandless (Into the Wild): affascinante, ma anche scelte diverse lo sono.
Messner mi e' sembrata quindi una persona complessa, interessante e straordinaria, non "simpatica", ma umana, curiosissima e - ne sono certo al 200% - onestamente interessata alla montagna e all'esplorazione. Se fosse stato possibile, sono certo che avrebbe fatto tutto quello che ha fatto senza ricavarne una lira. Sono convinto della sua buona fede e nessuno mi convincera' mai del contrario. Dal punto di vista politico non lo conosco e non esprimo giudizi ma so che ha fatto del bene alla montagna, per esempio con iniziative volte a farla conoscere e alla sua conservazione come i musei della montagna recentemente aperti. Poi si puo' non essere d'accordo con questo o quello, ma semplicemente non credo alle persone che lo descrivono come un furbastro in cerca di notorieta'.
La critica qui sopra e' della serie "questo libro fa schifo. Perche'? Perche' lo dico io e perche' a smontare un grande ci si guadagna sempre". Non che sia possibile, ma non c'e' un solo riferimento al testo reale, solo valutazioni di massima sulla persona che non c'entrano nulla col testo in questione. Non ho elementi per pensare a guerre interne tra case editrici o ad altre dietrologie ma semplicemente una critica del genere non aggiunge nulla e quindi e' totalmente irrilevante. A mio modesto parere.
un saluto