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intervento stimolante e interessante. Ma quella che è una stuzzicante ipotesi va provata. Cioè i legami con chi nell'ombra vuole le funivie, il birdwatching, l'ippotrekking, ecc.ecc. Vedo p.e. nella valle del Vanoi e anche altrove nel veneto antiche segherie "alla veneziana" in azione il fine settimana, che non segano niente. Magari domani avremo il pacchetto disneyland alpina, con spettacolo di balli tirolesi, preparazione in malga del formaggio, boscaioli tradizionali all'opera...Come a Venezia (la mia povera città d'origine, quanto sconciata nel corso degli anni, e quanto rapaci e speculativi gli "imprenditori" rimasti!!)
Il ‘parco del lupo e dell’orso’ è del tutto coerente con il consumismo turistico e la montagna-parco giochi ed è un alleato (oggettivo o soggettivo che sia) con le tendenza alla ulteriore industrializzazione delle attività agro zootecniche e casearie. Un ulteriore strumento per mettere in difficoltà i ‘sovversivi del gusto’ con i loro prodotti unici, pieni di passione e di aromi di pascolo, che rappresentano una sfida permanente all’omologazione casearia.
Questa frase qui mi pare bizzarra, francamente...
Resta l’impressione che la scelta di favorire a tutti i costi l’espansione dei grandi carnivori sulle Alpi e le altre montagne europee (e non solo) rappresenti qualcosa di apriori, deciso dalla potente lobby internazionale degli amici dei lupi, degli orsi e delle linci. Qualcosa che non ha tanto a che fare con una scelta ecologica quanto con un’opzione ideologica e politica. Una scelta che trova terreno fertile negli interessi forti di chi desidera una montagna spopolata da sfruttare ai fini idrici, energetici, turistici senza la ‘seccante’ presenza di comunità locali, contadini, pastori, boscaioli.