GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TRENTINO => Ambiente del Trentino => Topic aperto da: AGH - 01/10/2012 11:00
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da l'adige di ieri, che ne pensate?
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Il ritorno delle mandrie e delle greggi dai pascoli alpini a fine settembre, oltre che essere una pratica fondamentale dell'economia alpicolturale, riveste anche il significato «folklorico» di cultura popolare antica per gli attori sociali coinvolti (allevatori e pastori) e suscita attrattività «folkloristica» per i turisti che provengono dalle città.
«Settembre andiamo» proclamava con enfasi bucolica il poeta Gabriele D'Annunzio. Il quale, però, delle fatiche dei pastori d'Abruzzo si presume conoscesse ben poco. La pratica dell'alpicoltura, fondamentale per l'economia montana, assume denominazioni diverse nelle molteplici realtà alpine: «desmontegada» in Trentino, «desarpa» in Valle d'Aosta, «scargà»nelle Alpi ossolano-lombarde, «almabtriebe» nelle montagne sudtirolesi. La «fame d'erba», soddisfatta dall'offerta di distese pascolive su vari livelli altitudinali, spinge da secoli gli allevatori e i pastori a far uscire dalle stalle gli animali: bovini, ovini e caprini. Risparmio di fieno, biodiversità floristica, ambiente sano sono i corollari fondamentali alla base delle antiche e nuove transumanze.
L'allevamento industriale del secondo dopoguerra, con un sussulto di tracotanza tecnocratica e pseudo-economica, ha ritenuto possibile fare a meno di tali pratiche. Quando la parola «economia» (altra cosa rispetto all'economicismo speculativo) non si coniuga con la parola «ecologia» (alternativa all'ecologismo integralista), la qualità ne soffre in quanto viene fagocitata dall'ossessione delle logiche quantitative. Nel lessico rurale alpino la parola «montagna» aveva, e ha tuttora, altro significato rispetto a quello che il turismo e l'alpinismo moderni gli hanno attribuito.
La «montagna», nella società alpina, è l'alpeggio, la malga. Così come il «monte» è il maggengo, dove si trovano le trentine «case da mont» o i valdostani «mayen». Ancora vivo e struggente è in me il ricordo di quando, in giovane età, trascorrevo tre/quattro mesi nei «jas» di alcune valli delle Alpi Occidentali, dove parenti e amici conducevano le loro bovine di razza piemontese. Un mondo difficile, fatto di fatiche e di rinunce, in cui l'adattamento ai ritmi della natura diventa imperativo categorico. Ma anche fondamentale presidio per il territorio, soprattutto quando tali pratiche sono affidate a genti delle valli.
Da alcuni anni, però, anche in Trentino alcune malghe vengono concesse in affitto ad allevatori della pianura veneta secondo logiche prevalentemente speculative. Accade spesso che, in tal modo, i pascoli vengano sotto utilizzati o mal gestiti, con ricadute negative sulle terre alte. Durante l'estate appena conclusa si sono levate, in Trentino, comprensibili grida di dolore da parte della Federazione Provinciale Allevatori.
Nel corso di una festa d'alpeggio, a Malga Pozze sopra Ortisé/Menas in Val di Sole, il presidente Silvano Rauzi ha posto coraggiosamente la questione degli affitti d'alpeggio, riportata anche sulle pagine dell'Adige. E pensare che, in tutto l'arco alpino, si registra da qualche anno una grande voglia di ritorno a tali attività. Lo documenta, scrupolosamente, un interessante libro di Marzia Verona - ricercatrice zootecnica e pastora - dal titolo assai eloquente: «Di questo lavoro mi piace tutto.
Giovani allevatori del XXI secolo, la passione per combattere la crisi, L'Artistica Editrice. Si tratta di una ricerca sul campo, condotta secondo il metodo antropologico-etnografico dell'intervista aperta e dell'osservazione partecipante, fra giovani neo-allevatori e neo-pastori di molte valli alpine del Piemonte. Fra le interviste pubblicate, che documentano la passione inaspettata di molti giovani per un'attività che costa molto in termini di sacrificio, ma restituisce in termini di soddisfazione, risaltano due fattori estremamente scoraggianti per gli allevatori valligiani. Uno è rappresentato dalla tendenza dei comuni montani ad affittare i pascoli agli allevatori intensivi di pianura. L'altro elemento negativo è il ritorno dei grandi predatori: il lupo nelle Alpi Occidentali e l'orso nelle Alpi Centrali e Orientali. Sarebbe davvero una sconfitta per tutti se, con l'acuirsi delle tendenze sopra menzionate, molte passioni alpicolturali giovanili venissero frustrate. La prima, in nome di una esasperata logica del profitto a scapito del vero interesse economico delle comunità valligiane, la seconda in nome di un malinteso ecologismo difficilmente conciliabile con l'allevamento e la pastorizia tradizionali.
Annibale Salsa
Esperto di cultura alpina, già presidente del Cai
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Boh.. a dire la verità non ci ho capito molto .. cioè ho capito il senso generale dell'articolo, almeno credo .. però .. trovo fuorviante il titolo
Le malghe ai veneti, tradimento alpino ;D
e anche il punto dove si dice
Da alcuni anni, però, anche in Trentino alcune malghe vengono concesse in affitto ad allevatori della pianura veneta secondo logiche prevalentemente speculative. ;D
Non è per fare del campanilismo veneto, ma sembra che gli allevatori vengano divisi in tutti buoni (i Trentini) e tutti cattivi (i Veneti) solo per la loro origine regionale ... forse si tratta solo di una mia impressione ... se fosse questa l'intenzione dell'articolo, la giudico negativamente .. >:(
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Non è per fare del campanilismo veneto, ma sembra che gli allevatori vengano divisi in tutti buoni (i Trentini) e tutti cattivi (i Veneti) solo per la loro origine regionale ... forse si tratta solo di una mia impressione ... se fosse questa l'intenzione dell'articolo, la giudico negativamente .. >:(
in effetti l'articolo non è chiaro. Cioè spiega il valore dell'alpeggio in generale per il territorio, ma non perché le malghe le danno ai veneti. Io non ho nulla contro i veneti, che di solito sono molto più intraprendenti e svegli dei nostri, addormentati da Mamma Provincia.
Il problema è, credo, che c'è un vasto traffico di grosse aziende venete (allevamenti intensivi in pianura) che affittano fittiziamente i pascoli con lo scopo principale di succhiare contributi UE. Gli allevatori locali, per le loro piccole dimensioni, soccombono nelle aste perché non hanno la stessa dimensione economica. Ma il problema, secondo me, è soprattutto dei Comuni che, per fare cassa, danno i pascoli in affitto considerando solo il maggior ricavo economico possibile.
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Esatto Agh, ci sono milioni di euro in ballo con i contributi pac a livello di alpeggio, non sembra importare se poi ci sono o no le bestie in questi pascoli, e poi la legge del più grosso vince sempre invece che avviare politiche meno miopi come fatto in sud tirolo (visto report su rai 3 ieri?)
Sono anni che Silvano Rauzi si batte per questo, veneti o non veneti, alla base ci sono i grandi stabilimenti come qua in trentino che accedono ai fondi (per esempio la costruzione di stalle) nonostante attività diverse e il chiaro intento speculativo facilmente controllabile visto che quasi sempre le aziende sono messe a nome della moglie o dei figli, mentre quelli che realmente vivono di quello e non lo fanno solo per fini di investimento hanno l'acqua alla gola. Pure coldiretti da tanto si batte per questo in provincia, ma l'assessore.... ::)
Certo un articolo destinato a chi capisce i fatti o un invito a conoscerli prima di commentare, importante anche se la storia dei grandi predatori poteva risparmiarsela...
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Esatto Agh, ci sono milioni di euro in ballo con i contributi pac a livello di alpeggio, non sembra importare se poi ci sono o no le bestie in questi pascoli, e poi la legge del più grosso vince sempre invece che avviare politiche meno miopi come fatto in sud tirolo (visto report su rai 3 ieri?)
Sono anni che Silvano Rauzi si batte per questo, veneti o non veneti, alla base ci sono i grandi stabilimenti come qua in trentino che accedono ai fondi (per esempio la costruzione di stalle) nonostante attività diverse e il chiaro intento speculativo
si però, Rauzi siede sulla carega se non sbaglio da 35 anni (diconsi trentacinque!!!), lui dov'era quando la Provincia, parecchi anni fa, ha privilegiato l'allevamento modello padano anche da noi?
Il risultato si è visto: fior di disastri economici e montagna spopolata. Ho visto il servizio su report ieri, che conferma quanto detto in precedenza: avercene di Durni!!!
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Certo un articolo destinato a chi capisce i fatti o un invito a conoscerli prima di commentare,
Non concordo su questo ... non mi pare che l'Adige sia paragonabile a "La Rivista degli allevatori", nè ad un documento tratto dagli atti di un convegno riservato agli addetti ai lavori, nè ad un trattato sull'allevamento trentino ... ;)
Insomma l'Adige, come giornale generalista.. forse avrebbe dovuto fornire un attimo di info + dettagliate... così da far capire a molti il senso dell'articolo... altrimenti si rischia di lanciare un messaggio fuorviante ...
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Non concordo su questo ... non mi pare che l'Adige sia paragonabile a "La Rivista degli allevatori", nè ad un documento tratto dagli atti di un convegno riservato agli addetti ai lavori, nè ad un trattato sull'allevamento trentino ... ;)
Insomma l'Adige, come giornale generalista.. forse avrebbe dovuto fornire un attimo di info + dettagliate... così da far capire a molti il senso dell'articolo... altrimenti si rischia di lanciare un messaggio fuorviante ...
Concordo pienamente con te! ;)
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si però, Rauzi siede sulla carega se non sbaglio da 35 anni (diconsi trentacinque!!!), lui dov'era quando la Provincia, parecchi anni fa, ha privilegiato l'allevamento modello padano anche da noi?
Il risultato si è visto: fior di disastri economici e montagna spopolata. Ho visto il servizio su report ieri, che conferma quanto detto in precedenza: avercene di Durni!!!
E’ quello che dico, durni insegna, ma il corrispettivo qua da noi non è Rauzi ma Dellai, non puoi paragonarmi Rauzi a Durni. E’ vero Rauzi ha 75 anni, non c’è nessun altro che si propone per sostituirlo, pure nel direttivo delle assicurazioni (codipra) è stato riconfermato, il suo ruolo da presidente degli allevatori (e sicuro non fa molti miliardi con quello) è quello di andare in provincia e battere le mani sul tavolo, e questo ha sempre fatto sia contro le speculazioni del miglior offerente che per il sostegno ai piccoli allevamenti. Il tuo ragionamento è come per dire che se eni o fin meccanica va all’estero la colpa è del sindacato, non del governo, oppure che se l’italia viene sommersa dal pomodoro cinese la colpa è della coldiretti . E’ vero Rauzi dovrebbe esser tranquillo in pensione da un po’, ma in questo caso il problema non è quello, sicuro lui non ha lasciato fare niente
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Non concordo su questo ... non mi pare che l'Adige sia paragonabile a "La Rivista degli allevatori", nè ad un documento tratto dagli atti di un convegno riservato agli addetti ai lavori, nè ad un trattato sull'allevamento trentino ... ;)
Insomma l'Adige, come giornale generalista.. forse avrebbe dovuto fornire un attimo di info + dettagliate... così da far capire a molti il senso dell'articolo... altrimenti si rischia di lanciare un messaggio fuorviante ...
Se un opinionista del corriere della sera o di qualunque altro giornale generalista mi da un opinione sulla caccia alle foche in Canada, prima di esprimermi se non sapessi guarderei cos'è una foca e dove è il Canada almeno...te no?
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Se un opinionista del corriere della sera o di qualunque altro giornale generalista mi da un opinione sulla caccia alle foche in Canada, prima di esprimermi se non sapessi guarderei cos'è una foca e dove è il Canada almeno...te no?
..ma soprattutto mi chiederei "ci sono foche in Canada?" :o ;D
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Se un opinionista del corriere della sera o di qualunque altro giornale generalista mi da un opinione sulla caccia alle foche in Canada, prima di esprimermi se non sapessi guarderei cos'è una foca e dove è il Canada almeno...te no?
;D ... Beh... onestamente mi pare che il paragone non regga .. ;), credo che il sapere" cosa è una foca "e-o "dove si trova il Canadà" possa-[u]debba[/u] far parte del patrimonio culturale del lettore medio ...insieme al " saper leggere" e "al far di conto" ... :D ... un po' + difficile, invece, che il lettore medio conosca i meccanismi di vendita-affitto delle malghe, nè che conosca Rauzi e Dellai (almeno che non sia trentino doc.... )
Morale .. almeno la mia personalissima ... ribadisco .. l'unico messaggio chiaro dell'articolo è che la colpa del problema (non ben spiegato) sono gli allevatori veneti cattivi ... :)... un altro bel sistema di alimentare gli "ismi" ...
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;D ... Beh... onestamente mi pare che il paragone non regga .. ;), credo che il sapere" cosa è una foca "e-o "dove si trova il .. l...'unico messaggio chiaro dell'articolo è che la colpa del problema (non ben spiegato) sono gli allevatori veneti cattivi ... :)... un altro bel sistema di alimentare gli "ismi" ...
Precisazione .. con questo non voglio negare che esistano ... ci mancherebbe ... solo che, come sempre, le colpe non sono ma le proprie... ma sono sempre tutte "degli altri" .. di quelli dell'altra Nazione, Regione o Comune ... è il classico meccanismo di difesa delle società in decadenza ... il cattivo è sempre "foresto" ...
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..ma soprattutto mi chiederei "ci sono foche in Canada?" :o ;D
Giusto pure quello! ;D
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;D ... Beh... onestamente mi pare che il paragone non regga .. ;), credo che il sapere" cosa è una foca "e-o "dove si trova il Canadà" possa-[u]debba[/u] far parte del patrimonio culturale del lettore medio ...insieme al " saper leggere" e "al far di conto" ... :D ... un po' + difficile, invece, che il lettore medio conosca i meccanismi di vendita-affitto delle malghe, nè che conosca Rauzi e Dellai (almeno che non sia trentino doc.... )
Morale .. almeno la mia personalissima ... ribadisco .. l'unico messaggio chiaro dell'articolo è che la colpa del problema (non ben spiegato) sono gli allevatori veneti cattivi ... :)... un altro bel sistema di alimentare gli "ismi" ...
L'esempio non era se Dellai è paragonabile ad una foca, ma quello di far capire che prima di commentare e di esprimere una opinione buona regola sarebbe sapere almeno l'argomento,
ecco il perchè dell'esempio talmente banale, non potrei mai commentare sull'uccisione di una foca se non sapessi cos'è una foca, e se fosse un super virus alieno maligno? ;D
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Precisazione .. con questo non voglio negare che esistano ... ci mancherebbe ... solo che, come sempre, le colpe non sono ma le proprie... ma sono sempre tutte "degli altri" .. di quelli dell'altra Nazione, Regione o Comune ... è il classico meccanismo di difesa delle società in decadenza ... il cattivo è sempre "foresto" ...
Non centra qua il foresto trentini versus veneti, ma è un dato oggettivo, grandi allevamenti di pianura che prendono pascoli trentini, e ovviamente la maggiore colpa è della politica in questo caso trentina!
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E’ quello che dico, durni insegna, ma il corrispettivo qua da noi non è Rauzi ma Dellai, non puoi paragonarmi Rauzi a Durni.
siamo d'accordo, ma tu hai citato Rauzi, non io. Penso che quando uno sta sulla carega per 35 anni, poi non può chiamarsi fuori. Se non condividi le scelte provinciali, ti dimetti, non stai sulla poltrona per una quarantennio. Io poi non paragonerei affatto Dellai a Durni. Tutti e due sono "governatori" d'accordo ma, purtroppo per noi, hanno storie e biografie molto diverse.
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il servizio su report
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Allora qui si parla di SOLO Veneti,ma sicuramente non hanno conquistato con le armi le malghe...piuttosto sono stato Domenica 23 a fare un giro sull'Altissimo di Nago,concludendo il giro mi sono fermato ad una MALGA (Campo) gestita....da Bresciani,sinceramente mi sono meravigliato....quanto qualcuno si meraviglia se vengono date ai Veneti (e non).. qui mi fermo perchè non mi piace polemizzare..
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Allora qui si parla di SOLO Veneti,ma sicuramente non hanno conquistato con le armi le malghe...piuttosto sono stato Domenica 23 a fare un giro sull'Altissimo di Nago,concludendo il giro mi sono fermato ad una MALGA (Campo) gestita....da Bresciani,sinceramente mi sono meravigliato....quanto qualcuno si meraviglia se vengono date ai Veneti (e non).. qui mi fermo perchè non mi piace polemizzare..
si il fenomeno si verifica anche con la confinante Lombardia e anche, aggiungerei, sia pure in maniera minore, anche con qualche altoatesino. Sembra quasi che i "nostri" non abbiano voglia di salire all'alpeggio...
In ogni caso anche per i bresciani valgono gli stessi discorsi dei veneti, si tratta spesso di grosse aziende che allevano in pianura
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Allora qui si parla di SOLO Veneti,ma sicuramente non hanno conquistato con le armi le malghe...piuttosto sono stato Domenica 23 a fare un giro sull'Altissimo di Nago,concludendo il giro mi sono fermato ad una MALGA (Campo) gestita....da Bresciani,sinceramente mi sono meravigliato....quanto qualcuno si meraviglia se vengono date ai Veneti (e non).. qui mi fermo perchè non mi piace polemizzare..
:o :o
::)
qua sia l'opinione del presidente sat sia gli interventi di agh che miei parlano chiaramente di speculazioni di grandi allevamenti industriali di pianura, chi prende in gestione migliaia di ettari di pascolo per poter tirare milioni di euro, non capisco come si può portare un esempio di persone che si prendono a gestione una malga lavorandoci, persone da ammirare tra l'altro visto che proprio una passeggiata non è.
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la nuova generazione sta tornando alle origini, alle montagne...
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Parlando di malghe pubbliche è pacifico che, semmai vanno all'asta per la gestione, seguono le regole del libero mercato.
Il meccanismo per la gestione è abbastanza complicato, non è proprio così facile percepire denari. Che allevatori extraprovinciali si spingano nelle vallate più distanti alla ricerca di pascoli è da ricondurre principalmente al fatto che hanno bisogno di superficie per equilibrare il rapporto del carico animale con il terreno a disposizione dell'azienda (UBA/ha) che è un limite imposto per esempio nei vari PSR (Piano Sviluppo Rurale) o dalle varie agenzie per la protezione dell'abiente (settore tutela delle acque), ecc.
Non è così facile nemmeno alpeggiare animali in province diverse da quelle di appartenenza per via dell'aspetto sanitario.
In Sudtirol la pratica dell'alpeggio "fittizio" è più frequente di quanto si crede, le concessioni sono facilitate dal fatto che malghe sono per il 99% se non il 100% private.
E' abbastanza difficile trovare un appiglio per limitare queste pratiche poco piacevoli, però alla fine rimane tutto sulla carta, e le malghe con qualche strategia vengono alpeggiate tendenzialmente con animali locali e gestite a volte dagli stessi proprietari, l'allevatore forestiero rimane teorico... ::) (che come leggo sopra da fastidio).
Il sistema zootecnico trentino (e parlo degli allevamenti bovini da latte dove si concentra circa il 75-80% degli animali) è strutturato in una maniera tale da non prevedere (purtroppo) l'alpeggio, motivo? nelle stalle ci sono delle "Ferrari" per via della produzione di latte e l'ambiente malga/alpeggio non è favorevole per questi animali. E' una strana condizione che si è creata... ::) :-\
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Il sistema zootecnico trentino (e parlo degli allevamenti bovini da latte dove si concentra circa il 75-80% degli animali) è strutturato in una maniera tale da non prevedere (purtroppo) l'alpeggio, motivo? nelle stalle ci sono delle "Ferrari" per via della produzione di latte e l'ambiente malga/alpeggio non è favorevole per questi animali. E' una strana condizione che si è creata... ::) :-\
non ho ben capito il discorso sulle "Ferrari"... In ogni caso mi pare che la politica abbia delle grosse responsabilità su questo andazzo, per cui si è preteso di imporre allevamenti di stile padano (che poi sappiamo quali disastri siano stati i "poli" bianchi e rossi, dal latte al vino). E' ovvio che le malghe in quota non possono competere con questo sistema intensivo, peggiorato tra l'altro da normative sanitarie che impongono anche ai piccoli allevatori costi impossibili da sostenere negli alpeggi in quota.
Di recente ho visto in AA malgari e stalle di poche vacche, attività notoriamente sostenute dall'ente pubblico. Nelle valli alpine si vedono spesso in fondo alle stradelle i bidoni del latte (da noi non se ne vede più uno neanche a pagarlo): anche il piccolo contadino con pochi capi alleva le sue bestie e ha un piccolo reddito dal latte conferito al caseificio. Questo impedisce lo spopolamento della montagna, il contadino adeguatamente aiutato abita in quota nel suo maso, cura il territorio e gli animali, il paesaggio. Ed è questa montagna "viva" un volano notevole per il turista, a differenza della nostra che appare spesso desolatamente vuota e in stato di abbandono.
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non ho ben capito il discorso sulle "Ferrari"...
........... per cui si è preteso di imporre allevamenti di stile padano...
te la spiego in modo semplice (anche se vedo che hai quasi centrato il punto):
tendenzialmente negli allevamenti specializzati ci sono animali ad altissima efficienza per la produzione di latte, sono selezionati geneticamente; queste bestie hanno bisogno di un'alimentazione molto attenta per poter sostenere la produzione, ambiente e alimenti di montagna non riescono a soddisfare ciò, ecco l'esempio della Ferrari, hai una macchina potente, ma se vai su una strada bianca in leggera salita ti blocchi
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già 20 anni fa lungo il crinale carnico le malghe ERANO quasi tutte in affitto agli austriaci. (e il burro costava 1/3 di meno). Ora però tutti si sono buttati sulle vacche rosse da carne, non bisognose di ricovero nè di mungitura. E richiedono pochissima mano d'opera. Anche sui Lagorai malga Nassere era in mano agli austriaci tempo fa. Oggi vedo che usano cavalli per tenere puliti i pascoli, e anche qui mano d'opera quasi nulla. E gli stalloni diventano agriturismo. Nelle Maddalene, che ha una concentrazione di malghe altissime nella mia traversata di quest'anno ho trovato Castrin con 6 mucche max, Val con un 20, Binasia con 5 mucche 4 cavalli e 2 lama...
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resta un mistero come mai al di là del crinale carnico, ovvero in Austria, tutte le malghe siano ben cariche di vacche normali e non "da corsa": non solo, ma praticamente tutte le malghe,oltre che ben tenute, fanno da agriturismo, ottimo ed a buon mercato permettendo, tra l'altro, lunghi trekking in quota senza bisogno di usare l'auto per i trasferimenti o di guardare il meteo e l'orologio per il rientro!
Questione di cultura, forse....ed anche di testa sulle spalle
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resta un mistero come mai al di là del crinale carnico, ovvero in Austria, tutte le malghe siano ben cariche di vacche normali e non "da corsa"
e indaghiamolo, 'sto mistero :) Se al di qua dell'arco alpino la faccenda sembra impossibile o antieconomica, bisognerebbe capire perché in austria (e oserei dire anche in AA), le malghe campano molto meglio delle nostre... una ragione ci sarà
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e indaghiamolo, 'sto mistero :) Se al di qua dell'arco alpino la faccenda sembra impossibile o antieconomica, bisognerebbe capire perché in austria (e oserei dire anche in AA), le malghe campano molto meglio delle nostre... una ragione ci sarà
Tutto è riconducibile alla destinazione del prodotto finale, il latte. In Austria come in Alto Adige e in molte altre vallate alpine il latte viene destinato in gran parte alla produzione di latte alimentare (quello che arriva sulle nostre tavole), formaggi molli, spalmabili, yogurt, ecc di facile lavorazione, dal latte al prodotto finito trascorrono pochi giorni, massimo qualche mese, per questa tipologia di prodotti l'alpeggio è una buona pratica.
In provincia di Trento del 1.400.000 qli di latte prodotti all'anno la maggior parte (non ricordo la %) va a produrre Trentingrana, la cui lavorazione e stagionatura (> 24 mesi) è molto più complessa, richiede una gestione molto attenta degli allevamenti, che non prevede l'alpeggio per gli animali in produzione (per completezza formaggio Trentingrana ottenuto con latte proveniente da animali in alpeggio si presenta con un colore giallastro poco apprezzato dal mercato)
Da qui a cascata per arrivare alle situazioni che si sono descritte
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In provincia di Trento del 1.400.000 qli di latte prodotti all'anno la maggior parte (non ricordo la %) va a produrre Trentingrana, la cui lavorazione e stagionatura (> 24 mesi) è molto più complessa
il Trentingrana esiste da pochi anni ( in quanto agli std. teorici meglio lasciar perdere ovunque e x qualunque prodotto..), ed in quanto ai formaggi di montagna stagionati la varietà e la qualità disponibile in Austria è enormemente maggiore rispetto a quella disponibile da noi (il sottoscritto fa la scorta di formaggi austriaci per mesi di consumo). Ogni valle ha il proprio formaggio tipico di montagna che, oltretutto, sanno pubblicizzare e vendere..
Il discorso malghe è una questione puramente culturale e la classe politica, poi, ci ha marciato. In una parola qui si è disincentivato con ogni mezzo il vivere in montagna così come di agricoltura: ce ne pentiremo molto amaramente a breve.. >:( :(
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il Trentingrana esiste da pochi anni ( in quanto agli std. teorici meglio lasciar perdere ovunque e x qualunque prodotto..), ed in quanto ai formaggi di montagna stagionati la varietà e la qualità disponibile in Austria è enormemente maggiore rispetto a quella disponibile da noi (il sottoscritto fa la scorta di formaggi austriaci per mesi di consumo). Ogni valle ha il proprio formaggio tipico di montagna che, oltretutto, sanno pubblicizzare e vendere..
Il discorso malghe è una questione puramente culturale e la classe politica, poi, ci ha marciato. In una parola qui si è disincentivato con ogni mezzo il vivere in montagna così come di agricoltura: ce ne pentiremo molto amaramente a breve.. >:( :(
le tue considerazioni sono molto apprezzate, però sono soggettive
io faccio valutazioni tecniche
che poi gli orientamenti descritti siano più o meno adeguati alla realtà, non saprei quale criterio introdurre per fare delle valutazioni
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le tue considerazioni sono molto apprezzate, però sono soggettive
io faccio valutazioni tecniche
che poi gli orientamenti descritti siano più o meno adeguati alla realtà, non saprei quale criterio introdurre per fare delle valutazioni
concordo. Ma sono anche oggettive nel senso che in trentasei anni che vengo in Trentino, sinceramente, di formaggi di montagna col sapore delle erbe di montagna non sono mai riuscito ad assaggiarne...(e non solo in Trentino eh, anche in Friuli...)
Se mi dai una dritta per comprare del formaggio giusto, ovvero col sapore di montagna, te ne sarò infinitamente grato. ;)
P.S.Ho appena gustato un Voralberger AlmKase stagionato, tagliato sottilissimo: una delizia per olfatto e palato..
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concordo. Ma sono anche oggettive nel senso che in trentasei anni che vengo in Trentino, sinceramente, di formaggi di montagna col sapore delle erbe di montagna non sono mai riuscito ad assaggiarne...(e non solo in Trentino eh, anche in Friuli...)
prova all'agritur fior di bosco in valfloriana :)
Oppure a Degust, un formidabile affinatore di formaggi altoatesino
http://www.degust.com/it/galerie.asp (http://www.degust.com/it/galerie.asp)
(http://www.degust.com/verwaltung/uploads/foto_galerie/galerie_36.jpg)
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Ti ringrazio molto: mi sono segnato i riferimenti !
Sono tuttavia mosche bianche che tu conosci probabilmente grazie al tuo lavoro che ti permette di girare in lungo ed in largo e di conoscere tanta gente.
Il signor Hansi Baumgartner, come lui stesso si definisce, è un orafo del latte producendo in proprio alcune delizie e rivendendone alcune prodotte da altri. Chiaramente un sudtirolese che, nato in un territorio dove da sempre c'è la cultura della produzione lattiero casearia, si è accorto delle carenze del mercato e si è ritagliato una nicchia che suppongo redditizia.
Tuttavia, e questo era il senso del mio intervento e dello scambio di pareri con l'amico renrav, se io entro in una qualunque latteria sociale ben difficilmente trovo prodotti caratteristici e di qualità montanara, men che meno in un supermercato o in una cooperativa.
Ad esempio io in val di Rabbi (cooperativa) e nelle latterie sociali dell'alta val di Sole non sono mai riuscito a trovare e gustare qualche formaggio "giusto": eppure la valle è tuttora ricca di malghe caricate..ricordo giusto qualche ricotta affumicata e stagionata in malga ma...parlo di venti-venticinque anni fa.
Ergo: non si sa valorizzare e neppure vendere i prodotti di qualità e si preferisce conferire il latte per la produzione di massa di formaggi standard, Trentingrana incluso che, pur essendo ottimo, soffre grandemente della larga produzione nazionale del settore (Parmigiano Reggiano, Grana Padano e appunto Trentingrana). Ne consegue anche una scarsa redditività che disincentiva ulteriormente la produzione: se si pensa che per produrre 1 Kg. di formaggio grana ci vogliono dai 12 ai 15 litri di latte ed al prezzo medio di mercato del grana (uno dei formaggi più a buon mercato in rapporto a qualità e contenuto..) si ha conferma di quanto sopra.
In pratica per il normale consumatore è facile trovare solo la mitica fontina valdostana ma a prezzi...astronomici.
Viceversa nella confinante Austria entri in un supermercato e trovi i formaggi tipici delle valli alpine, stagionati, in confezione sottovuoto, quasi tutti eccellenti e ad un ottimo prezzo...quel che vedete nell'allegato è quel che ho in frigo al momento, comprati in Austria due settimane orsono
Ripeto la mia convinzione: è questione di cultura...
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Ti ringrazio molto: mi sono segnato i riferimenti !
Sono tuttavia mosche bianche che tu conosci probabilmente grazie al tuo lavoro che ti permette di girare in lungo ed in largo e di conoscere tanta gente.
certamente è così...
Viceversa nella confinante Austria entri in un supermercato e trovi i formaggi tipici delle valli alpine, stagionati, in confezione sottovuoto, quasi tutti eccellenti e ad un ottimo prezzo...quel che vedete nell'allegato è quel che ho in frigo al momento, comprati in Austria due settimane orsono
Ripeto la mia convinzione: è questione di cultura...
sono d'accordo... purtroppo l'industria alimentare ha il sopravvento su tutto il resto, complici anche leggi compiacenti