Autore Topic: MTB ed escursionisti possono convivere? La Sat ne discute nel 117° congresso  (Letto 4150 volte)

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Offline AGH

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23/09/2011 14:47
TRENTO - È dedicato al tema dei sentieri il 117/o congresso provinciale della Società alpinisti tridentini (Sat), che si terrà domenica 2 ottobre al Centro culturale Locca-Concei in val di Ledro. Vi prenderanno parte fra gli altri il presidente generale del Cai Umberto Martini e un rappresentante della Fondazione Dolomiti. L'appuntamento - presentato oggi a Trento in conferenza stampa - verrà preceduto da una serie di iniziative collaterali al via da domani: escursioni guidate, conferenze, dibattiti e concerti.

«Dobbiamo capire e immaginare a cosa servono ancora i sentieri, che funzione hanno e possono avere e che tipo di attenzione e tutela dobbiamo riservare loro», ha detto il presidente della Sezione ledrense della Sat, Ettore Luraschi. «Ci vuole un approccio lento alla montagna, per gustare il senso vero del camminare, e valorizzare quel turismo del passo lento che permette di entrare nell'anima della montagna e scoprirne le grandi emozioni», ha sottolineato il presidente della Sat, Piergiorgio Motter, il quale ha ricordato l'importanza di investire di più nel turismo estivo e nei giovani. I sentieri gestiti dalla Sat sono a tutt'oggi 920, per un totale di 5.100 km, mentre un altro migliaio è mantenuto da altri soggetti e una certa quantità anche da altri non ufficiali, ha ricordato il presidente della commissione sentieri della Sat, Tarcisio Deflorian.

Di fronte all'uso diversificato dei sentieri (a piedi, in bici e a cavallo), «è necessario definire regole più precise da parte della Provincia: al momento la legge è poco chiara ed inapplicabile e le sanzioni rarissime», ha detto Deflorian. «La Sat non è contro le mountain bike, ma sollecita un intervento per garantire lungo i sentieri la convivenza fra i diversi fruitori, distinguendo chiaramente i percorsi», ha aggiunto Motter. Attualmente i soci della Sat sono 26.700 distribuiti in 81 sezioni. (ANSA).
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Offline pianmasan

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Questo è un bel problema! Non è possibile impedire ai rampichini di circolare sui sentieri di montagna! Ma non si può nemmeno negare che per un certo uso (derapata e altro, ma anche una bella scarponata non è da meno...) il rampinchino può essere molto deleterio per il sentiero. E cito solo di passaggio la "convivenza" tra ciclisti e camminatori... (il sentiero degli Aquiloni, che parte dalle Torricelle di san Rocco, presso casa mia, e arriva ai Bindesi, è spesso teatro di esibizioni spericolate di rampichini che scendono a rotta di collo).
Bisogna sentire la saggezza di Kobang, che è maestro in quest'arte.
Ricordo anche che alcuni anni fa erano spuntate delle critiche alla pratica dello scialpinismo che riguardavano il danno provocato dalle lamine degli sci alle piante, specialmente quelle basse, a livello del manto nevoso, e il disturbo agli animali selvatici in un periodo per loro assai delicato. Voi che ne pensate?

Offline AGH

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Questo è un bel problema! Non è possibile impedire ai rampichini di circolare sui sentieri di montagna! Ma non si può nemmeno negare che per un certo uso (derapata e altro, ma anche una bella scarponata non è da meno...) il rampinchino può essere molto deleterio per il sentiero. E cito solo di passaggio la "convivenza" tra ciclisti e camminatori... (il sentiero degli Aquiloni, che parte dalle Torricelle di san Rocco, presso casa mia, e arriva ai Bindesi, è spesso teatro di esibizioni spericolate di rampichini che scendono a rotta di collo)

a me la questione pare abbastanza semplice. E' questione di velocità. La bici è molto più veloce dell'escursionista e questo non può che creare problemi su un sentiero che normalmente è largo mezzo metro. Perciò mi parrebbe ragionevole limitare l'uso delle mtb alle sole strade forestali, anche se capisco che deve essere molto divertente scendere con la bici per i sentieri. Ma questi sono stati concepiti per andare a piedi, non in bici. Un biker che ti piomba alle spalle (è strano ma te ne accorgi sempre all'ultimo) è un oggettivo fastidio (e anche potenziale pericolo) per il pedone che deve scansarsi rapidamente. Ci sono determinati sentieri (larghi e in campo aperto) in cui potrebbero essere ammessi teoricamente anche i bikers, ma è difficile discriminare quali sentieri e quali no e si creerebbe in breve tempo un'anarchia assoluta (siamo in italia). Perciò il discrimine tra sentiero e strada forestale a mio avviso rimane valido, senza possibilità di equivoci e "interpretazioni" all'italiana.

Oltretutto in Trentino credo che nessuno possa dire che mancano le strade forestali  ;D
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Offline kobang

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Lorenzo mi ha chiamato in causa e come praticante anche di MTB dico la mia:alla base di tutto ci dovrebbero essere due cose,purtroppo sempre più rare,il buonsenso e l'educazione condite da una sana dose di reciproca tolleranza.
Limitare le MTB alle forestali risolve poco:si và più veloci e si incontra comunque il pedone,oltre al rischio delle auto dei cacciatori
Scendere per sentiero è ovviamente molto più divertente,la velocità relativa è più bassa,si incontra più gente.Io di solito cerco percorsi poco frequentati e ce ne sono a volontà,passo mooolto lentamente vicino a chi cammina,saluto e se è il caso cedo il passo.Evito di arrivare frenado e slittando alle spalle del camminatore ed altre ovvie attenzioni;per ora in tanti anni non ho mai avuto rimostranze e come me la gran parte dei bikers.
Danni al suolo:mica siamo delle moto!In salita e discesa fanno molto più danno i molti,troppi che tagliano il sentiero o ne allargano sempre più il tracciato per evitare le tratte più malcomode.Ci sono posti dove le tracce appaiono moltiplicate su ampie superfici e questo è molto peggio dell'occasionale abrasione dovuta alla frenata di un copertone da bici.
Se invece parliamo di Downhill il discorso cambia perchè entrano in gioco mezzi molto più veloci con frequenti inchiodate e derapate che solcano in modo devastante il terreno,senza contare la difficoltà di evitare impatti con l'occasionale camminatore.Nei paesi seri a questa disciplina sono riservati appositi percorsi anche sfruttando i mezzi di risalita per lo sci.Da noi ,che seri non siamo ,si lascia al libero arbitrio,salvo minacciare sanzioni(sempre repressione,mai prevenzione e proposività),con l'eccezione di rare località.
Circa poi i regolamenti è proprio una farsa:non si è in grado di gestire ben altri "crimini" e inosservanze gravi e si pensa forse di mettere una guardia su ogni sentiero? Ma se i trial e gli enduro scorrazzano più o meno indisturbati e d'inverno le motoslitte,come si fà ad ipotizzare impianti di regole e sanzioni per le bici?!Anche qui il CAI ha dimostrato i suoi grandi limiti,la sua natura di ente parastatale,la fine delle ragioni fondanti del sodalizio e lo dico con rammarico da ex socio

Offline AGH

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Lorenzo mi ha chiamato in causa e come praticante anche di MTB dico la mia:alla base di tutto ci dovrebbero essere due cose,purtroppo sempre più rare,il buonsenso e l'educazione

appunto. Siccome è utopistica una "autoregolamentazione" basata sul buonsenso e l'educazione (siamo in italia), mi pare  che il compromesso di limitare le mtb alle strade forestali sia una soluzione accettabile e abbastanza chiara da "interpretare". Del resto le bici sulle forestali ci vanno già e mi pare non ci siano troppi problemi di convivenza coi pedoni. Per i bikers più corsaioli si potrebbero appunto adottare percorsi specifici, magari realizzandoli lungo le piste di sci... (tanto ormai...).
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Offline Claudia

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Mah, io non sono molto d'accordo...
Seppure io non ami particolarmente essere affiancata da chi si muove in bici a velocità un po' sostenute, non mi pare giusto dire "sulla forestale sì, sul sentiero no" perchè chi si muove in bici ne sarebbe molto limitato (es: finisce la forestale e devo tornare indietro).
Tra un po' si inizierà a dire "le ciaspole sì, gli sci no" (o viceversa), oppure "lo sci sì, lo snowboard no"... Mentre non è tanto il mezzo in sè, ma chi ci stà sopra...

Offline kobang

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La mia principale obiezione è rivolta alla pretesa di regolamentare tutto e tutti,accreditando uno "stato" che vuole entrare pervasivamente anche nelle più minute e personali sfere dell'esistenza.Allora si può giustificare il folle che dispose il sequestro della montagna perchè ci fu una inconsueta concentrazione di incidenti in pochi giorni?Oppure si capisce il silenzio attorno ad una normativa (Regione Veneto) che dispone la fine della gratuità dei soccorsi in montagna se destinati "a soggetti imprudenti o che praticano attività pericolose":ma scherziamo!Allora tutti gli incidenti stradali dove spesso c'è proprio il mix letale di imprudenza ed inettitudine?
Qui si stravolgono i principi della solidarietà,del libero arbitrio,proibito sempre e a priori;di fatto si prende atto che stiamo diventando tutti sociopatici,incivili e maleducati ed invece che correggere o prevenire queste "devianze"  si applicano balzelli:chi può pagare può fregarsene delle regole,gli altri a casa.
Che l'Italia sia già da tempo su una pericolosa china autoritaria e quasi dittatoriale  ne sono convinto,e per questo mi opporrò alle scelte ventilate.
E poi ripeto: si dovrà creare un corpo di Polizia di Montagna apposito,o si imporrà un vigile,un forestale ec su ogni monte o percorso.
Ho uno spirito abbastanza libero e pertanto all'attrezzatura da MTB o Skialp alla peggio aggiungo l'AK47....

Offline jochanan

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alcuni casi osservati:

con maligna intima soddisfazione noto cha anche i MTB di lingua tedesca si comportano da bifolchi. Certi percorsi, l'ho già detto, descritti nelle loro guide sono pestiferi:
la discesa dal rif. Lago Corvo , mentre la salita da val d'Ultimo è una bella classica, ammazza il sentiero...
La traversata del Corno alle Scale (Appennino) costringe i pedoni ad arrampicarsi sulle roccette
Certi percorsi in pieno parco delle Dolomiti bellunesi idem.

Ho notato che il MTB,se adoratore della religione del "percorso ad anello" si sobbarca spesso a fatiche mostruose e a mio modesto avviso poco remunerativeper completarlo. Sentieri obbligati e incassati, i pedali che si incastrano. Percorsi ripidi ed esposti... (ho visto una loro cerimonia in onore di uno che è volato giù, forse fino al lago di Garda..)

E allora? Ha anche ragione Kobang...
Per me ci vorrebbe una normativa chiara e semplice a livello europeo.

Ma se pensate che sia facile, vi faccio notare che le regolamentazioni delle guide turistiche in Europa sono più di 800. Dai cechi iperliberisti ai superstatalisti italiani e iberici..
Non resta che attendere che l'ultimo MTB spericolato si ammazzi da solo o che il più bifolco ferisca il camminatore... Ci vogliono avvocati specializzati nel ramo  ;)
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

Offline kobang

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Senza alcuna intenzione polemica,Joch,ma allora che dire degli escursionisti che girano affiancati appena il sentiero lo consente  o che sulle forestali fan come le pecore disponendosi ,se in gruppo,due o tre da un lato e due tre dall'altro:sembra lo facciano apposta e deve essere una sorta di rituale perchè lo fanno puntualmente anche i ciaspolatori sui tratti di forestale che son percorsi in discesa anche dai più veloci scialpinisti.Insomma da piccolo mi è stato sempre detto:in fila sui sentieri,lasciare il passo a chi sale e a chi è più veloce,attenzione a smuover sassi e non pestare il delicato suolo fuori dalla traccia.Ai più giovani qualcuno lo ha mai detto,oppure persi tra cuffiette dell'ipod e compulsivo uso del telefonino ,non hanno ascoltato?
Le regole ci sono e sono così ovvie che evidentemente non nfanno presa.
Sul malcostume dei "mocchi" in genere concordo:in Italia si sentono in dovere di rinunciare al rigoroso rispetto delle regole teutoniche e d'altronde sanno di essere in un "Paese per finta";vedessi come si comportano anche sui nostri decolli di parapendio....

Offline jochanan

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vero, Kob. Però il rispetto di quanto dici nei pedoni non è affatto naturale. Non credo nemmeno che la disposizione a ventaglio della gente a piedi appena possibile dipenda dal percorso più o meno morbido (vedi i ciaspomen). Immagino derivi da retaggi di quando i cacciatori preistorici si disponevano ad ampio raggio... (BUM)
In realtà MTB nei percorsi è sport individuale e anche poco igenico affiancarsi quasi sempre, mentre il pedone può scambiare impressioni, parole. Potrebbero dotarsi di campanello e usarlo qualche volta.
Anche vero che più l'uomo ha protesi "potenti" moto, macchine... e più la bifolcaggine è pericolosa.
Infine: ho potuto constatare, decennio dopo decennio la decadenza della cortesia, del rispetto, ecc.
Basti vedere il comportamento di certi discotecari incalliti su strada....
E QUINDI: il congresso SAT sull'argomento è inutile
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)