Autore Topic: Nasce in Trentino "l'ape digitale"  (Letto 1406 volte)

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Nasce in Trentino "l'ape digitale"
« il: 28/02/2010 13:15 »
Mi pare un'iniziativa interessante
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Controllo delle api a distanza
a Vigalzano in Valsugana l'arnia digitale


28/02/2010 10:45
api_2PERGINE - Stanno preparando un'arnia in legno informatizzata, dotata di sensori evoluti ed in grado di registrare la vita delle api che vi dimorano: entrate, uscite, variazioni di temperatura, di umidità, abitudini alimentari, attività produttiva, stato di salute, movimenti anomali, ecc. Ed i loro suoni particolari, dal momento che le api comunicano con questi, oltre che mediante i ferormoni. Se ne sta occupando il gruppo di ricerca e sperimentazione del «progetto api» della Fondazione E. Mach di San Michele all'Adige. Sulla prima collina di Vigalzano, nella periferia perginese, ha allestito l'apiario principale. Ci vivono una cinquantina di famiglie in altrettante arnie, con decine di migliaia d'esemplari nei momenti di punta. Responsabile del gruppo è Paolo Fontana , un entomologo salito dall'università di Padova, lavora con Valeria Malagnini, Orfeo Sartori e Gino Angeli , questo responsabile dell'unità di fitoiatria della Fondazione cui fa capo anche il progetto. L'arnia informatizzata, unica del genere, viene collegata ai laboratori, in modo da essere controllata a distanza. Come, non appena sarà standardizzata, la potrà usare l'apicoltore per monitorare in continuo e da casa le sue arnie, le sue api. Non tra anni, ma tra poco tempo, perché il progetto è in fase assai avanzata e conta sulla collaborazione di società specializzate.

La novità non è certo l'unico frutto prodotto dal gruppo, avviato nel 2009 dalla Fondazione allo scopo di ricostruire il patrimonio apistico trentino, annientato in anni recenti specialmente dalla varroa e dalle nuove virosi. Fontana sta attuando da tempo procedimenti selettivi per ottenere un tipo d'ape che si adatti bene al clima trentino. «Per tamponare l'annientamento del patrimonio locale s'è provveduto in anni recenti all'introduzione di esemplari provenienti da altre regioni d'Italia - spiega - Toscana, Puglia, Sicilia, ad esempio, che mal s'adattano al Trentino. Noi stiamo procedendo a selezionare per ottenere il fenotipo adatto, quello in grado di resistere all'ambiente ed alle malattie. Abbiamo individuato i ceppi bene adattati, selezioniamo in continuazione per poi consegnare le api agli allevatori trentini, dopo averne standardizzato le caratteristiche». Il gruppo lavora servendosi d'una rete costruita con gli apicoltori della vallata e trentini.

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