Ho letto tempo fa con sgomento della nuova trovata degli scienziati provinciali. Vogliono fare dei bacini in alta quota per "salvare" l'acqua dei ghiacciai. ... ... ...
Questo è un articolo che avevo trovato a gennaio su ... ... ... mi sembra Repubblica:
Ogni anno in Alto Adige si sparano 5 miliardi di litri di "oro blu" per garantire la neveUn lago artificiale per le piste del Sassolungo I cannoni preleveranno l'acqua per l'innevamento programmato: 100 mila
metri cubi
di Davide Pasquali
BOLZANO. Un bacino artificiale che nascerà per stoccare l'acqua necessaria all'innevamento artificiale della celebre pista Saslong, a
Santa Cristina, in Val Gardena. Un bacino di dimensioni inimmaginabili: 100.000 metri cubi. Detto così non si capisce, e
allora lo traduciamo: sarà grande quanto il lago di Costalovara, sul Renon.
È solo l'ultimo dei progetti provinciali per la realizzazione di riserve d'acqua per l'industria dello sci. La progettazione è già in
fase piuttosto avanzata e, probabilmente, il "laghetto" entrerà in servizio entro l'anno prossimo, per garantire il divertimento degli
sciatori milanesi di Sant'Ambrogio, e le gare di Coppa del Mondo.Ma il dato davvero impressionante riguarda il consumo annuale
complessivo di acqua, per tutte le piste della provincia. Gli ultimi dati disponibili, riferiti alla stagione invernale 20042005, dicono
che per preparare a dovere le piste da sci, ogni anno si consumano 4.807.505 metri cubi d'acqua. Difficile comprendere veramente. E
allora 'occorre immaginarsi altro: cinque miliardi di bottiglie d'acqua da un litro. Cinque miliardi. Oltre il doppio, rispetto a soli
dieci anni fa. E questo, senza contare le riserve idriche utilizzate per produrre l'immensa quantità di energia elettrica necessaria per
mettere in funzione i complessi sistemi tecnologici per la creazione e distribuzione di neve programmata.
Ma non è ancora tutto; perché il trend di utilizzo dell'acqua è in notevole crescita, per innumerevoli motivi, soprattutto perché la
stagione invernale non è più quella d'un tempo, come si è potuto notare quest'anno. Poca neve, troppo poco freddo. E allora, per essere
sicuri, occorre essere pronti per ogni evenienza. Dunque, con il beneplacito della Provincia - che non ostacola, anzi, promuove - si
progettano nuove vasche un po' ovunque. Se in media un bacino artificiale per lo stoccaggio di acqua per l'innevamento programmato
si aggirava in passato fra i 5.000 e i 50.000 metri cubi, ora se ne stanno ideando di oltre 100.000. La conferma arriva dall'ufficio
provinciale gestione risorse idriche, al quale spetta la concessione del diritto di derivazione delle acque, e dall'ufficio dighe, cui
spetta il via libera finale al progetto: serve sempre più acqua. Molta più acqua.
Se le preoccupazioni ambientaliste di dieci o vent'anni fa erano per l'uso di additivi chimici, ora le cose stanno diversamente. "Nel 2005
- precisa Siegfried Vieider, dell'ufficio risorse idriche – la Provincia ha sancito l'illegalità dell'utilizzo di additivi; negli
ultimi anni i laboratori provinciali hanno effettuato diverse analisi, ma non ne hanno trovato traccia. E il perché è presto detto: sono
vietati ma, soprattutto, assai costosi; per cui potrebbero permetterseli solo grosse società di gestione, come Obereggen, Gardena
o Badia". Gli additivi sarebbero tecnicamente utili, perché permetterebbero di "sparare" a temperature superiori e con tassi di umidità
anche piuttosto elevati (con maggiore umidità, occorre più freddo). Ma, insomma, non li si usa. Non costituiscono problema. La questione è altrove.
"Per innevare artificialmente - prosegue Vieider - l'acqua viene raccolta in due modi: esubero degli acquedotti e bacini dedicati". In
altre parole, nessun impiantista si collega direttamente agli acquedotti, ma ne sfrutta al massimo il surplus, ciò che tracima dai
serbatoi pubblici. "Il problema sorge proprio qui, perché anche zone che in passato non necessitavano di grossi bacini, come la Gardena, in
stagioni miti come la presente, possono cominciare a sparare soltanto tardi, a metà-fine dicembre. In altre parole, non possono farlo in
ottobre o novembre, quando gli alberghi sono chiusi e c'è acqua in abbondanza". Perciò occorrono nuovi bacini, dove convogliare le acque
già dalla primavera, per sei-sette mesi. Anche perché, dove non ci sono serbatoi, si rischia di prosciugare i torrenti. Al proposito, la
normativa provinciale prevede di mantenere un deflusso minimo di acqua: 2 litri al secondo per chilometro quadrato di bacino imbrifero.
Ma la Provincia pensa non sia sufficiente, per cui preme perché il rischio diminuisca ancora; ossia, non disdegna affatto il rilascio di
nuove concessioni per i bacini. L'iter non è dei più semplici: occorre almeno un anno e mezzo; ma le nuove concessioni non mancano. "Circa la
metà delle nuove richieste di bacini artificiali - precisa il direttore dell'ufficio Dighe, Arturo Magno - riguarda l'innevamento.
La Provincia non le ostacola, anzi, le favorisce".