In pochi giorni a Novaledo segati con la motosega le postazioni delle doppiette
Secondo capanno messo koNon c'è pace fra i seguaci di Diana Venatoria. Dopo l'increscioso gesto di qualche giorno fa, quando in via dei Ciclamini a Novaledo ignoti avevano segnato profondamente con la motosega il grosso tronco di un pino sul quale un cacciatore del paese aveva costruito il capanno per la caccia al capriolo, un gesto analogo si è ripetuto nella notte fra sabato e domenica in località Rive, nella zona alta di via Campregheri verso il monte Gretta. Questa volta la disavventura è toccata a Umberto Scalzer, 69 anni.
Al mattino presto del primo giorno di caccia, domenica , l'uomo si era portato nella zona dove lui si era organizzato per la caccia al capriolo, quando ha trovato abete e casotto a terra, abbattuti con motosega. Il danneggiamento è stato denunciato ieri ai carabinieri di Roncegno. Non è la prima volta che in paese si verificano atti di questo tipo che vanno ad aggravare i rapporti tra cittadini. Si può dire che anche a Novaledo, dopo la politica che ha creato divisioni fra persone un tempo forse amiche e che ora non si rivolgono più la parola, l'altro grave scoglio da superare è proprio quello della caccia. Evidentemente vale molto di più il becco di un fringuello o la costola di un ungulato, che il quieto vivere e la buona armonia che di solito scaturisce dal desiderio di una sana e civile convivenza. È pur vero che simili fatti se ne sono verificati, in passato, anche in altri paesi della Valsugana, ma anche a Novaledo non sono mai mancati.
Qualche anno fa ignoti avevano pure tagliato le piante del vigneto del presidente della locale sezione della caccia. In un'altra occasione avevano beffardamente portato in piazza la pelle di un camoscio impagliato, ucciso probabilmente di frodo. Seguirono poi altri fatti, magari minori, ma sempre spiacevoli e comunque oggetto di divisione.
da l'adige di oggi
08/09/2009