Pala di Santa in primo piano sulla dx, vista dal
Corno Nero: sullo sfondo il Latemar
Questa splendida montagna che svetta isolata tra il
Passo Lavazè e la conca di
Pampeago, in
Val di Fiemme, l’avevo sempre snobbata perché “profanata” dagli impianti di sci, anche se per fortuna non arrivano fin sulla cima. A parte una salita da ragazzino decenni fa, non vi avevo più fatto ritorno. Sbagliando! La
Pala di Santa si staglia, ben riconoscibile, come la prua di una nave che si protende verso ovest. Il versante sud è ripido e dirupato, boscosi quelli ovest e nord, mentre quello a est digrada più dolcemente verso
Passo Pamepago. La cima è un piccolo altopiano con una vista a dir poco stratosferica.
La cima pianeggiate della Pala di Santa, con lo sfondo del Latemar e delle Pale di S. Martino
L’orientamento, perlomeno in salita, è abbastanza elementare. Da
Passo Lavazé 1800 si prende una bella strada forestale con
segnavia 574, che con un lungo traversone quasi pianeggiante guadagna la
spalla SO dove inizia la vera salita in uno
splendido bosco di cirmoli.
La bella forestale che dal Passo Lavazè porta alla dorsale SO
Vista sulle Pale di S. Martino e Monte Agnello (a dx)
Superata la fascia boscosa il panorama diventa vastissismo e lascia senza fiato. Verso
Corno Nero e
Corno Bianco sembrano dei paesaggi canadesi. Colpisce l’assoluta mancanza di neve in quota. I versanti sud sono tutti puliti fino a quasi 3000 metri.
Paesaggi canadesi:
Corno Nero e Corno Bianco
La bella salita per la cresta SO
Passo Lavazè senza neve: il "Centro del Fondo" è ridotto a miserevoli striscioline di neve artificiale
Si prosegue per la dorsale superando una facile fascia rocciosa e quindi si arriva in vetta alla
Pala di Santa m 2488. La giornata è fantastica, sono salito addirittura in maniche di camicia con un tepore meraviglioso, per essere il 3 dicembre è quasi incredibile. La cima è bellissima, ampia e pianeggiante, un balcone naturale da togliere il fiato.
In vetta!
La vista sulla dorsale percorsa e sulla Valle di Fiemme
Veduta su Pale di S. Martino e Lagorai
Qui mi sparo la sosta panini godendomi il sole e la temperatura mitissima. Arriva uno stormo di
gracchi alpini e mi diverto ad attirarli con pezzi di pane, salame e perfino cioccolato, chicchi d’uva
. Mi arrivano ad appena mezzo metro di distanza, sia pure molto guardinghi.
Beccato!
[br/]
A malincuore giunge l’ora di scendere. Resisto all’idea di provare a scendere, con percorso libero, per l’ignota dorsale NE. Andare a ravanare con l’approssimarsi del buio non è mai una grande idea. Scendo quindi per il
sentiero lungo il ciglio del versante est a picco sulla Val di Stava.
Scendendo verso Passo Pampeago, sguardo indietro verso la cima
Calando di quota, in vista dell'arrivo degli impianti
Alle stazioni di arrivo degli impianti, senza un millimetro di neve, il paesaggi si fa quasi spettrale. Con gli impianti e le piste il sentiero, come al solito, si perde tra scavi e sbancamenti. Ma riesco a tenere la rotta grazie al gps del telefono. Scendo per un tratto per le piste fino a
Passo Pampeago 1990, dove pochi sciatori sciano, straniti, tra i prati su strette strisce di neve artificiale.
La situazione neve, agli inizi di dicembre, è tragica...
A quasi 2500 metri neve praticamente zero
Il "Sentiero delle Perle" n. 9 per rientrare a Passo Lavazè
Il sentiero n 9 è un lungo traversone verso Lavazè sul fianco nord della Pala di Santa
Trovo le indicazioni per il
Sentiero delle Perle (Perlen weg) n 9, un magnifico sentiero che con un lungo straversone mi riporta a Passo Lavazè mezz’ora prima che faccia buio. Giro magnifico, facile, con paesaggi grandiosi. Dislivello 700 m, sviluppo 14 km.
Il percorso