Da Cima Coronelle vista su Torre Finestra, Roda di Vael, La Sforcella. Sullo sfondo Lagorai a sx e Latemar a dx
Altra immersione “dolomitica” nel
Gruppo del Catinaccio. Scelgo una cima defilata, senza sentieri, quindi prevedibilmente deserta rispetto alla “bolgia” dei giri classici:
Cima Coronelle m 2781. Parto dai pressi di
Passo Costalunga m 1752 per
sentiero 548, che sale gradualmente di quota fino alla
Baita Pederiva 2280 e Rifugio Roda di Vael. Qui chiedo lumi al gestore del Pederiva: quando gli dico che vorrei salire a Cima Coronelle gli si illuminano gli occhi: “un intenditore!” dice compiaciuto.
Rifugio Roda di Vael
Itinerario di salita a Cima Coronelle. A destra dell'intaglio la cima principale
Vista verso le Cigolade e le Pale Rabbiose
Mi spiega bene la via di salita, che si osserva a vista in lontananza, e le possibili alternative per fare un anello:
impossibile scendere a Passo Coronelle, molto
sconsigliabile a suo dire anche la discesa dal Passo dei Mugoni: ripida, malagevole e pare anche con un passaggio impegnativo di 3° grado.
Riprendo la marcia col 541 che si inoltra verso Passo Cigolade. Il paesaggio diventa grandioso. Prima della salita al passo
devio per il 551 che sale per un
erto canalino sassoso in direzione del Passo di Vaiolon 2560. In cima al canalino mi affaccio sulla spettacolare
Gran Busa di Vaèl a 2480.
Verso la valle del Vajolon, con vista sulle Cigolade
Salita verso il Passo delle Cigolade
Deviazione per il canalino che sale verso il Passo Vajolon
Abbandono quindi il sentiero e mi inoltro seguendo una vaga traccia che però si perde nella grande spianata di ghiaie. Poco male,
risalgo sui ghiaioni fino alla base di una paretina ripida con roccette. Cerco alla meno peggio una via di salita, evitando i tratti più impervi. Nulla di particolarmente impegnativo, basta stare attenti a dove si mettono i piedi. Superata la paretina arrivo nella conca superiore: di qui
individuo un canalino erboso che punta ad una evidente forcelletta. E’ molto ripido ma l’erba verde fa una ottima presa.
Gran Busa di Vael, sx il sentiero per Passo Vajolon, io invece scendo a dx
Spunta la Marmolada (a sx), col Sasso Vernale e Cima Uomo
La Sforcella a sx
La salita verso Passo dei Mugoni
Nella Gran Busa di Vale, all'orizzonte spunta la Roda di Vael
Ciuffo di Pontentilla
Arrivo su una cimotta a quota 2720 che pare essere la vetta (riportata anche su altre relazioni online, però sulle mappe in questa zona c’è molta confusione), però
guardando verso est vedo una cima più alta con croce di vetta. Provo a salire:
il percorso non è troppo difficile ma inizia a fasi esposto, con alcuni passaggi delicati tra le rocce lungo il filo di cresta. La ghiaia sulle rocce rende il terreno piuttosto infido. Superati tre o quattro passaggi delicati sono in vetta, dove campeggia una
croce in legno. Di qui vedo dunque
la cima principale a est, più alta di qualche metro.
Vista sulla Gran Busa di Vael
Veduta verso il Catinaccio, in fondo il Catinaccio d'Antermoia, a dx la cima
Salendo verso la cima, sguardo indietro sulla Gran Busa di Vael, Torre Finestra, Roda di Vael, La Sforcella
La Regina, la Marmolada!
Vista sul Latemar
Lagorai in lontananza, a dx la Torre Finestra
Contrasto tra il bianco del calcare e i prati verdi nella zona di Carezza
Per raggiungerla però bisogna calarsi per una ripida forcelletta molto esposta, e non mi pare proprio il caso. Ammiro il panorama veramente notevole verso la
Marmolada, i
Mugoni, le
Pale di S. Martino, l’amato
Lagorai, il
Latemar. Verso nord lo
Sciliar, i
Denti di Terra Rossa, lo Scalieret e il
Catinaccio, il
Catinaccio di Antermoia salito di recente.
In vetta a Cima Coronelle
Vista sui Mugoni
Pale di S. Martino
Mufloni sotto passo dei Mugoni
Percorso di discesa
Torno quindi con attenzione sui miei passi. Ridiscendo alla forcelletta erbosa e calo con prudenza, senza particolari problemi (c’è molto ghiaino scivoloso sulle rocce, conviene sfruttare i costoloni erbosi) fino alla Gran Busa di Vael, dove
trovo una traccia, non segnata sulle carte, che mi riporta sul sentiero 551 col quale raggiungo il passo del Vajolon 2560. Di qui inizia la
ferrata per la Roda di Vael 2806, fatti anni fa: avrei una mezza idea di salirci ma ormai l’ora è tarda e il meteo non è un granché quindi rinuncio.
Torre Finestra, Roda di Vael, a dx Passo del Vajolon
Passo del Vajolon
Scendo quindi dal passo del Vajolon giù per il canalone ghiaioso, con
brevi tratti attrezzati facilissimi con scale in ferro e in legno, che mi porta giù fino a
intercettare il sentiero 549. Dopo un tratto in costa, in leggera salita, prendo una traccia che cala fino al
Rif. Paolina 2125, dove mi sparo una meritata birra. Quindi col
sentiero 552 accanto alla pista perdo quota fino al bivio che mi riporta verso il Passo di Costalunga, fino a intercettare la strada forestale della salita.
Passo del Vajolon, con vista sul Latemar
Raponzolo
Discesa dal Passo del Vajolon
Rientro a Passo Costalunga, sguardo indietro
Giro complessivamente non troppo difficile, ma neppure banale. Bisogna arrangiarsi per costoni ripidi senza tracce o sentieri. Viste strepitose in panorami selvaggi (molti i mufloni visti riposare sui ghiaioni del Passo dei Mugoni). Fino alla Gran Busa di Vael non c’è alcun problema, ma poi abbandonato il sentiero bisogna ravanare su ghiaie ripide e a tratti un po’ esposte. Incredibile come basti spostarsi di pochi km per trovare la solitudine assoluta anche nelle Dolomiti fassane di fine luglio. Sviluppo 14 km, dislivello 1350 m.
Il percorso