Il Bivacco M. Rigatti (2520m), incastonato sulla forcella grande visto dal versante sud dello Schenon. L'estate è ormai giunta all'annuale tramonto e, su di un bizzarro uccello migratore dalle ali d'acciaio, ho già lasciato le nostre amate montagne per arenarmi tra le dune dei Paesi Bassi. Da qui, già preda di lancinanti nostalgie, mi accingo a riportare la memorabile escursione che in data 28 luglio 2015 portò me e l'immancabile Daniele in vetta al
Latemarspitze (2791m).
La sveglia suona alle 3:00, carichiamo gli zaini in macchina e partiamo. Le prime luci dell'alba ci raggiungono timide verso Passo Rolle, rivelando una condizione meteorologica coerente con quanto avevamo letto il giorno prima: variabile con bassa probabilità di precipitazioni. Ci fermiamo nella pittoresca Predazzo per comprare pane e companatico di rito, per poi inerpicarci su per varie stradine fino a
Medil (1363m), meravigliosa e minuscola contrada e punto di attracco da cui dipartiamo alle ore 7:30.
Partenza dal ripido borgo di Medil (1363m). Contrariamente alla normale scelta escursionistica, ci dirigiamo verso il basso, lungo il
sentiero 517. Discendiamo per un bosco di conifere solleticato da un sole timido, fino ad arrivare in vista della borgata di
Forni, che però non attraversiamo. Viriamo infatti verso nord, lungo il sentiero 516 verso le cosiddette
Cava delle Bore.
Scendendo per il boscoso sentiero 517. Un fresco e potente gorgoglio preannuncia i nefandi segnali di sentiero interrotto. Capiamo in fretta che la traccia è stata interrotta da una piena del
Rivo della Valsorda.
In effetti, sul sito della S.A.T., risulta essere "chiuso parzialmente" dall'agosto del 2014. Ma in fase di pianificazione non avemmo l'accortezza di documentarci, per cui andiamo a sentimento. Considerata la levataccia, ci facciamo coraggio a vicenda e oltrepassiamo i segni di pericolo.
Cartello di pericolo, ciglio franato e "ponte inesistente" sul sentiero 516 lungo e attraverso il Rivo della Valsorda I primi minuti sono assai sdrucciolevoli e tesi, guadare il vivace torrente non è così facile. Dopo un po' incrociamo la strada forestale, talvolta intervallata da lapidi di boscaioli (o cavatori?) morti colpiti da massi caduti dall'alto. Mentre proseguiamo ci avviciniamo al bacino che origina il torrente, in questo periodo ridotto a rigagnolo.
Occasionalmente il cielo geloso si squarcia e lascia intravedere i picchi dolomitici. Lo scampanio di alcune vacche al pascolo anticipa la vista di
Malga Valsorda (1676m). Da qui innanzi, il sentiero si riduce a traccia e si inerpica per l'omonima valle, presentando a tratti alcune roccette attrezzate.
Intravediamo Malga Valsorda (1676m).Una volta alzatisi di quota, la vista si fa grandiosa nonostante il tempo variabile: ecco i Pis dei Mus.Spettacolare tratto attrezzato del sentiero 516. Verso le 11 la pendenza si riduce e sbuchiamo su un piccolo anfiteatro pratoso circondato da guglie. In mezz'oretta stiamo ispezionando il
Bivacco Latemar A. Seiff (2365m) per eventuali pernottamenti futuri, contempliamo una marmotta che guardinga spunta tra gli steli d'erba e ci controlla, celebriamo il raggiungimento della prima tappa con una scandola di formaggio e ci rimettiamo in marcia.
L'accogliente Bivacco Latemar A. Seiff (2365m).Come si dice, stanza con vista panoramica..? Ci dirigiamo verso la
Forcella dei Campanili (2685m), ma poco prima imbocchiamo la
traccia 18: ormai un enorme ghiaione ha sostituito l'erba, camminiamo su un solco talvolta tramutatosi in cengia sulla roccia viva, costeggiamo i campanili del Latemar prima a SE, poi a NE per risalire e giungere, con uno strappo finale, al
Bivacco M. Rigatti (2520m), dopo circa un'ora di cammino. Le nuvole spirano attorno alla latta rossa, spinti dal vento e dal freddo entriamo e ci rifocilliamo. In base a come i nostri corpi reagiranno al riposo, decideremo se tentare l'ascesa al
Latemarspitze (2791m).
La prima parte della traccia 18, solcata su ghiaia e roccia viva.Il puntino rosso è il Bivacco M. Rigatti (2520m), dietro alle nuvole si vedrebbe il possente Latemarspitze (2791m).Una volta giunti al bivacco, intravediamo la croce del Latemarspitze (2791m), protesa verso cieli più puliti. Il pranzo entra in circolo e ci sprona a fare le cose come si deve, per cui ripartiamo per la
traccia 18, che si trasforma in un sentiero alpinistico dove è difficile non andare a quattro zampe. Nonostante l'inclemenza del manto di nubi, in meno di un'ora raggiungiamo il
Latemarspitze (2791m). Alla vista delle foto che seguiranno, qualcuno potrebbe chiedersi se ne sia valsa veramente la pena, vista l'assenza di panorama. Allora come adesso, la risposta è sì! Nella peggiore delle prospettive, abbiamo solo un'altra scusa valida per tornarci!
La ripida ascesa, la croce del Latemarspitze (2791m) sullo sfondo.In vetta! Lasciamo testimonianza del nostro passaggio.Proseguiamo per la
traccia 18 e costeggiamo il
Col Cornón (2757m), per poi giungere alla
Forcella Piccola (2526m).
Altri tratti d'effetto lungo la traccia 18, poi vista (potenziale, ahinoi!) dalla Forcella Piccola (2526m). Da qui usciamo dai sentieri segnati e ci dirigiamo verso sud, lungo una traccia che ci porta lungo il ghiaione ovest del
Gronton (2463m), che riprende a salire fino a
Forcella Toac (2273m), dove ci ricongiungiamo con il
sentiero 517 e intraprendiamo una lunga discesa lungo i versanti ormai nuovamente boscosi.
Avvicinandoci a Forcella Toac (2273m), vista da NO.La fatica esige tributo, fortunatamente ormai una lieve pendenza si alterna con il falso piano. Arriviamo a
Medil (1363m) alle ore 18, sfiniti ma contenti. In una giornata di cammino siamo riusciti a goderci la metà NE del meraviglioso Gruppo del Latemar. Peccato per la nuvolosità ma, come si dice in questi casi... Ci rifaremo!
Sviluppo:
20kmDislivello:
2000mIn allegato il percorso in formato KMZ.