belle foto Albe!!! Potresti aggiungere qualche tua considerazione riguardo il percorso? Sono anni che lo vorrei fare ma per una ragione o per l'altra...
La prima che mi viene in mente è che una salita lunghetta per chi non ha pazienza per la meta finale. Per il resto è un itinerario che, rispetto a un ventennio fa, ho trovato ben segnalato e con cartelli ai pochi e già intuibili bivi esistenti.
Rispetto al giro relazionato, che viaggia sul segnavia 516, io ho seguito integralmente il fondo della Valsorda sui resti della interessante Cava delle Bore fin nella zona di Malga Valsorda, la quale rimane nascosta di là del torrente. Superata la fascia dei Burti ho raggiunto il Bivacco Sieff. Da qui ho puntato subito alla cengia bassa, evitando perciò la Forcella dei Campanili (ancora avvolta dalle nebbie) nonché la cengia alta percorsa dalla via ferrata menzionata.
La cengia bassa dopo non molto traversa il vasto pendio meridionale del Cimòn, sul quale si notato le scivolate di chi rientra dalla cima. Risalito il fianco destro del pendio, s'incrocia la cengia alta e si continua puntando in alto tra sfasciumi che conducono in vetta. Discesa per la stessa via.
Sull'itinerario da me percorso non vi è nessuna difficoltà tecnica. Al limite cito un pezzo di cordino ciondolante a lato di un canalino nella zona dei Burti, ma potrebbe servire solo se il terreno fosse gelato. Al contrario nemmeno si sfiora.
A mio avviso direi che la discesa attraverso i Burti è da sconsigliare sotto la pioggia in quanto, pur se sempre presente una traccetta, il fondo terroso diverrebbe alquanto scivoloso ed essendo la costa un pò spiovente sarebbe forse azzardato.
Dopo il bivacco la segnaletica invita alla Forcella, ma è ben evidente una traccetta secondaria che porta a montare la cengia bassa senza raggiungere il valico.
La cengia in questione è facilissima e porta rapidamente al pendio del Cimòn che come detto si risale per roccettine e detriti alla sua destra. Una volta intersecata la cengia alta si nota una traccia che prosegue verso l'alto, non vi è alcuna indicazione. Sono stati posti anche degli ometti, ma la direzione è evidente e in breve, tra sfasciumi e rocce rotte si sbuca sulla cima dove vigila una statuetta mariana.
Da ben considerare lo sviluppo dell'itinerario e il dislivello complessivo.