Oggi, vista la bella giornata decido per un itinerario in avanscoperta per saggiare quanta neve rimane in quota, complice le temperature di questi ultimi giorni mi sento ottimista e decido per un giro in una zona poco conosciuta.
Partenza da Predazzo (1000m), lascio la macchina parcheggiata in un piazzale vicino ad un ponte sulla circonvallazione.
L’idea è di salire sulla cima Pelenzana (2169m) seguendo il sentiero “direttissimo” 515, proseguire poi fino al Monte Agnello (2358m), ridiscendere verso il passo Feudo e, seguendo la val Gardonè con il sentiero 504 ritornare a Predazzo.
Il sentiero parte già deciso, e dopo circa 100 metri di dislivello si inserisce su una strada forestale, comoda, anzi fin troppo perché dopo vari tornanti i metri percorsi sono molti ma il dislivello è pochino
; dopo un po si raggiunge una vecchia cava (di monzonite, dicono le tabelle), ora la strada si restringe, e dopo una deviazione a destra diventa sentierino e prende a salire piuttosto ripida.
Verso quota 1450m, si raggiunge una zona di rocce sporgenti a tetto che servivano come ricovero per i pastori; qui si trovano antiche scritte rupestri.
Da qui la pendenza aumenta ancora; si passa un brevissimo (e facile) tratto assicurato con una fune metallica e, proseguendo ancora, si supera un punto esposto e un po' delicato, percorrendo esili cengette erbose affacciate sul ripidissimo pendio boscoso sottostante
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Riguadagnato un terreno più sicuro, il sentiero riprende a salire con regolari serpentine; si supera un bel pulpito erboso (belvedere su Predazzo segnalato) e continuando, a quota 2100 si giunge infine su un dosso posto proprio sotto le rocce terminali della Pelenzana.
Purtroppo qui, quelli che dovevano essere "passaggini esposti su gradoni erbosi” sono in realtà "passaggini esposti su gradoni nevosi”
;
ora, non essendo solo e resomi conto che la neve era ancora ben presente sulla cresta verso monte Agnello decido, di ritornare dalla stessa via di andata; pazienza, se capita lo ritenterò tra un mese (o anche due).
Qualche foto panoramica e quindi discesa spaccagambe fino alla macchina; per finire bene la giornata caraffona di Radler al primo bar
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Mamma mia quanta neve ancora sul Lagorai
Mi sa che quest’anno sarà dura vederlo pulito