Cima Pelenzana a sx con Lagorai e Cima d'Asta sullo sfondo
Mi aveva sempre incuriosito il
versante est del M. Agnello ma per la vicinanza degli impianti l'avevo sempre evitato. Due lunghe dorsali si diramano dalla cima principale verso sud, culminando nelle due belle e panoramiche cime di
Pizzancae e
Pelenzana, separate dalla profonda
Val Boneta. In precedenti escursioni avevo sistematicamente esplorato tutto il
Gruppo Cornacci-Agnello ma mi mancava ancora, appunto, il versante est.
Dalla dorsale del Pelenzana vista verso il M. Feudo, in basso il bivacco Van de Pelenzana
Decido dunque di rimediare, inoltre avevo notato dall'alto un minuscolo bivacco e volevo andare a vederlo. Parcheggio l'auto al
posteggio degli impianti del Latemar poco a nord di Predazzo e con un tratto di ciclabile raggiungo il piccolo ma grazioso
abitato de Al Fol.
Al Fol, da qui inizia la lunga e ripida strada forestale che porta in quota
La segnaletica è abbondante
La strada forestale inizia finalmente ad alzarsi di quota, sullo sfondo il Lagorai
La prima parte di salita per la strada, segnavia 504, è invero un po' noiosa, asfaltata e ripida inizialmente, costeggia il
Rio Gardoné, poi finalmente una deviazione (515B) si inoltra sull'altro versante verso ovest. Qui la forestale è meno ripida, ci sono molti sorgenti a cui rifornirisi (mappate su OpenStreetMap), molto comode per non portarsi inutilmente sul groppone l'acqua dal fondovalle. Peccato che io non lo sapessi
FInalmente dalla forestale si stacca un bel sentiero che sale gradualmente nel bosco fino allo spettacolare poggio di
Malga Sacina m 1851.
Malga Sacina
Malghe ne ho viste davvero tantissime in 40 anni e più di onorata carriera escursionistica
Ma Malga Sacina mi ha colpito in modo particolare. La salita da Predazzo è lunga, ma vale la pena: su un poggio panoramico con bellissima vista sulla Val di Fassa, ci sono tre piccoli edifici un po' malconci, ma bellissimi.
Malga Sacina coi tetti di scandole
Entrando è come fare un tuffo indietro nel tempo di un secolo...
E non è solo un modo di dire! Sulle pietre dei muri esterni le firme degli antichi pastori...
I tetti ricoperti di "scandole" (le tegole in legno di larice), tenute ferme da dei pali legati a dei grossi sassi. Appena entrati sembra di fare un balzo indietro nel tempo di un secolo.
Un grande focolare, dei tavolacci per dormire, qualche vecchio attrezzo per fare il formaggio. Nel locale attiguo
l'antica casèra, con la paleria che sosteneva le assi sulle quali stagionavano le forme di formaggio.
All'esterno, sui muri di sasso della malga,
le scritte degli antichi pastori dei secoli scorsi, 1800 e 1900. La malga è sempre aperta al viandante che cerca riparo. Un luogo davvero magico! Riprendo la marcia per bel sentiero che sale con pendenze modeste, aggira un costone con bella vista sull'alpeggio di Vardabè e la Val di Fassa, e per bei costoni erbosi con vista sul Lagorai raggiungo anche il microscopico B
ivacco Van de Pelenzana m 2100 circa.
Verso l'alpeggio di Vardabé
Ultimo strappo verso la dorsale, spunta il tetto del bivacco...
Bivacco Van de Pelenzana
Il Bivacco con vista sulle Pale
Dal Bivacco vista verso Cima Pelenzana con vista sul Lagorai sullo sfondo
Il bivacco è minuscolo, molto spartano, ci sono a malapena due assi per buttare una stuoia per dormire. Fin qua sono già 1000 metri di dislivello quindi decido di fermarmi per fare la sosta pranzo coi soliti panini. Dopo essermi rifocillato e aver tirato un po' il fiato, riprendo la breve salita fino alla dorsale, quindi verso sud per bei prati e collinoni sono in breve a Cima Pelenzana m 2181, con vista "mostruosa" su Predazzo.
Salendo per la dorsale verso la cima
Ecco Cima Pelenzana!
Vista su M. Feudo
Eccomi in vetta!
A picco su Predazzo
Vista sul Lagorai
Dopo un'altra sosta per ammirare il panorama con la fantastica luce che volge al tramonto, riparto per le forcellina dove decido di
scendere per la "direttissima" (sentiero 515) che conosco perché lgià fatta, in salita, in una precedente escursione. Devo dire che non me lo ricordavo così in piedi! Il sentiero scende molto ripido tra vari dirupi, a tratti inghiottito da anguste vallette boscose.
Ultimo sguardo verso M. Agnello e M. Feudo prima di "tuffarmi" a valle
Il sentiero precipita a valle risucchiato da gole boscose ripide
Scorcio sul Lagorai
Il ripido e dirupato versante, il sentiero comunque è abbastanza facile, a parte alcuni brevi tratti esposti su costoni ripidi
Il ripido sentiero scende per costoni ripidi ma non troppo difficili
Dopo un'estenuante discesa, arrivo finalmente alle
famose scritte dei pastori, che conoscevo già ma che mi riguardo di nuovo con piacere. Le più anitche risalgono addirittura a fine '600!
Messaggio di saluto
Le famose scritte dei pastori
Le più antiche sono vecchie di secoli
1796!
Ultimo squarcio sul Lagorai
Dopo lunga discesa,
raggiunta finalmente la strada forestale, mi sposto verso nord,
scendo con varie tornanti sopra Maso Coste e quindi con un traverso finale raggiungo finalmente Al Fol e di lì alla macchina col tratto di ciclabile.
Il percorso