Dalla vetta del Sasspiatto verso le Odle; sullo sfondo le cime del Sassolungo
Da diversi anni desideravo salire il
Sassopiatto nel Gruppo del Sassolungo ma, per una ragione o per l’altra, non c’era mai stata occasione. Per una serie di circostanze salta la prevista ravanata in Lagorai e quindi la decisione è presa al volo con un cambio di programma. Da Campitello di Fassa prendiamo la
funivia del Col Rodella che ci porta a quota 2397. L’impatto col turismo merendero è abbastanza tremendo. C’è una specie di processione vociante che si inoltra lentamente lungo l’
Alta via “Friedrich August Weg”: le piogge dei giorni precedenti hanno ridotto il sentiero ad un pantano. Se non fosse per il vestiario variopinto e lo spettacolo delle Dolomiti intorno, sembrerebbe la ritirata in Russia. Restiamo a lungo imbottigliati nelle colonne di turisti che avanzano lentamente lungo il sentiero scalpicciando maldestramente nel fango. Molti finiscono col culo per terra, anzi nella palta.
L'Alta Via Friedrich August Weg
Agghiacciante la vista della “
mega vacca” tipo Disneyworld al
rifugio Friedrich August, meno male che le Dolomiti sono patrimono Unesco! Dopo il
rifugio Pertini il turistame per fortuna si assottiglia e possiamo aumentare l’andatura. I paesaggi sono veramente grandiosi, nonostante la ressa riminese da spiaggia: la
Marmolada, il
Catinaccio, i
Denti di Terrarossa si stagliano all’orizzonte.
L'agghiacciante mega vacca(ta) o quel che è, presso il rifugio del F. August
Nonostante la ressa riminese sul sentiero, i paesaggi sono grandiosi
Le guglie dolomitiche del Gruppo del Sassolungo viste dal sentiero
In vista del passo Sella: sullo sfondo i Denti di Terra Rossa (a sx), quindi lo Sciliar e Punta Santner a dx
Poco prima della
malga Sasso Piatto tagliamo per una traccia che va a congiungersi col
sentiero 527 che sale al Sassopiatto. La gente sparisce quasi d’incanto e tiriamo un sospiro di sollievo. All’inizio della salita arrivano altri turisti ma almeno non sono merenderos.
Vista sulla Regina delle Dolomiti: la Marmolada
Attacchiamo l’immane parete sassosa seguendo il sentiero che con una lunga serie di zigzag guadagna lentamente quota. Da sotto, in prospettiva, la via per la cima non sembra così lunga ma la parete in realtà è davvero enorme. Man mano che saliamo vediamo a distanza la lunga fila di “puntini” che salgono verso la vetta.
La mega e ripida salita su roccette è faticosa ma facile
Poi arriviamo anche noi, ci sono alcuni tratti con ghiaino su rocce in cui bisogna mettere giù le mani, sbuchiamo in una specie di anfiteatro dove il sentiero svolta decisamente verso nord diretto alla croce di vetta, affacciandosi sui paurosi burroni da dove sbuca la via ferrata Oskar Schuster. Alle nostre spalle, il paesaggio maestoso del Catinaccio e delle praterie immense dell’Ape di Siusi, con la Punta Santner inconfondibile sullo sfondo. Un’ultima rampa e in breve siamo alla cima del Sassopiatto 2958 metri, affollata di gente come la metropolitana di Tokyo nelle ore di punta. La vista però è grandiosa a 360 gradi, si resta davvero senza fiato.
Veduta su Catinaccio, Denti di Terrarossa, Sciliar e Altopiano di Siusi
Poco sotto la vetta
Vista sul gruppo del Catinaccio di Antermoia, al centro la Val Duron
Ultima rampa alla cima
In vetta al Sassopiatto
Sciliar, punta Santner e parapendio
Zoomata sulla Marmolada
Ci si fermerebbe a guardare per ore senonché, appena svanito il “riscaldamento” della salita, ci coglie un freddo micidiale. Così a naso saranno 5-7 gradi sopra zero, vanificati però da un vento a raffiche decisamente gelido. Decidiamo quindi, fatte le foto di rito, di scendere per mangiare più a bassa quota.
Torniamo per la stessa via dell'andata
Rifacciamo quindi tutto il percorso dell’andata in discesa e raggiungiamo così i bei prati alla base del Sassopiatto per una sosta. Per fortuna esce un bel sole che ci riscalda e anzi ci induce dopopranzo a un bel pisolino sull’erbetta
Denti di Terrarossa
L'altopiano di Siusi è punteggiato di baite disseminate su prati verdissimi
Ultimo sguardo alla Marmolada vista da ovest
In marcia verso Passo Duron
Verso le ore 16 riprendiamo il cammino, non ancora stanchi di rimirare in continuazione la magnificenza del paesaggio.
Caliamo rapidamente al
Rif. Sasso Piatto al passo di Fassa 2300, quindi riprendiamo l’
Alta Via Friedrich August Weg che procede in costa, pressoché pianeggiante, lungo bellissimi crinali erbosi in direzione di
Passo Duron.
Cavalli lungo l'Alta via F.A.W
La Marmolada troneggia all'orizzonte
Quando ci affacciamo sulla Val Duron restiamo ancora senza fiato: è una magnifica valle alpina pianeggiante quasi “sospesa" a 1800 metri di quota tra il massiccio del Catinaccio e quello del Sassolungo. Sullo sfondo la Marmolada, la Regina delle Dolomiti, troneggia imponente con la sua calotta di ghiaccio. Che posti spettacolari!
Alta Val Duron
Alta via FAW
Vista sulla Val Duron con lo sfondo della Marmolada
Da passo Duron verso le Odle
Arriviamo infine a
Passo Duron 2168, che collega la valle omonima con l’
Alpe di Siusi. Noi però pieghiamo a sud per scendere verso Campitello, attraversando la magnifica e lunghissima Val di Duron punteggiata di magnifiche baite. I fischi di marmotta che hanno colonizzato la zona ci accompagnano per un bel tratto. Ci aspetta una lunghissima discesa di ben
9 km fino Campitello.
Marmotta osserva il nostro passaggio per nulla intimorita
Val Duron: angolo di paradiso
Dal Passo Duron caliamo in valle alla luce del tramonto sui Denti di Terrarossa
Val Duron al tramonto
Una delle tante bellissime baite, con fioritura di epilobio a sx
Rassegna di baite meravigliose
Scultura presso una baita
Arrivati al Rif. Micheluzzi 1860, un tizio ci alletta con l’offerta di un taxi per tornare a valle, che però rifiutiamo c
on sdegno: “No grazie, siamo ancora giovani”
Poco sotto il rifugio abbandoniamo la strada forestale per seguire un sentiero (senza numero) ben segnato che ci porta a valle. Ricongiunti con la strada, affrontiamo una
rampa micidiale cementata che spacca le ginocchia. Per fortuna che siamo ancora giovani
. Con un un ultimo sforzo arriviamo a
Campitello, attraversiamo il paese e andiamo a recuperare l’auto nel parcheggio della funivia del Col Rodella. Sono le 20.40, giusto giusto prima che calino le tenebre
.
Ultima inquadratura sulla "Regina" prima del buio...
Giro dai paesaggi favolosi, anche se la parte Col Rodella - Passo Fassa è troppo battuta per i nostri gusti solitari che rasentano la misantropia. La cima del Sassopiatto è notevole con panorami grandiosi e non difficile. Dall’arrivo della funivia del Col Rodella ci vogliono 5 km fino alla base della parete del Sassopiatto. Meravigliosa la parte dell’Alta Via da Passo Fassa a Passo Duron, magnifica e incantata la Val Duron. Dislivello 600 metri, sviluppo km 26,2.
Il percorso