Bellissimo ed entusiasmante escursione sopra Tesero, giro che una volta raggiunto il Cornon permette di stare sempre in quota con 360° di panorama da urlo. Quindi partito da Tesero i primi 850 mt di dislivello sono veramente durissimi, mai affrontato una salita così lunga ed erta, poi finalmente si addolcisce un po' fino alla cima dove il paesaggio non è indifferente, primo su tutti la catena del Lagorai con Cima d'Asta che sbuca alle spalle.
Qui una panoramica dal Cornon.
Proseguo per il Doss dai Branchi, si perde un po' di quota e questa cosa sarà una costante del giro anche se sotto i 2000 mt non si scenderà mai.
Le Pale dal Cornon.
Vista sulla valle con l'imponente croce di vetta.
Il sole finalmente incomincia a scaldare non poco, neve completamente assente per mia gioia, la giornata bella con qualche innocua nuvola che durante il pomeriggio si dileguerà.
Corno Nero, in primo piano e Corno Bianco.
Salendo al Dos dai Branchi, in basso il baito Armentagiola, con Lagorai sullo sfondo ovviamente.
Il Latemar dal Dos.
Pala di Santa sempre dal Dos dai Branchi.
Calo ancora verso la Bassa dove incontro uno dei tanti e molto belli bivacchi presenti in zona. In questo giro ne ho incrociati 3 ma in zona ne ho contati 8! A seguire alcuni scatti al Baito La Bassa.
Da qui invece che dirigermi verso il Rifugio Agnello decido un cambio in corsa: proseguo per Baito Valbona e da li valuterò, ma presumo un esito positivo, di salire fuori sentiero sul M. Agnello, prima però un altro accogliente bivacco, appunto il Valbona.
Quindi ravanata semplice su prati con pendenza interessante
e M. Agnello raggiunto
Vicinissimo alla vetta, nell'ordine: Corno Nero, Pala di Santa, Monte Agnello.
M. Agnello ed uno spicchio di Latemar.
Latemar e non solo...
La dorsale che mi accingo a scendere e percorrere per intero fino a giungere prima al Pelenzana e poi alla Forcella.
Da togliere il respiro...
Un'occhiata indietro...
Arrivato alla Forcella nuovo panorama da urlo infinito e continuo: a fianco di un'enorme croce in legno sono a strapiombo sopra Predazzo, più di mille metri di salto nel vuoto! Sublime!
Moena sullo sfondo.
Soddisfatto a dir poco torno indietro un tratto sullo stesso sentiero per poi calare in Val Boneta ed affrontare, in teoria, l'ultima salita per il Pizzancae. Numerosi i camosci avvistati durante la giornata insieme alle cospicue marmotte, diversi anche gli scoiattoli più in basso.
Ultimi scatti sul Lagorai dal Pizzancae che più che una cima è una dorsale anche questa.
L'inizio di tutto: Cornon.
Ora menzione dovuta e particolare per questo bellissimo ed accogliente bivacco. Mi sarei fermato qui...per sempre!
Baito Pizzancae, non ci sono parole!
Giro formidabile, molto lungo ma ultrapanoramico, sconsiglierei di scendere dal Cornon da dove sono salito, sentiero 518, sarebbe una discesa super massacrante, non che da dove sono sceso, sentiero 522, 510, 513 sia una passeggiata ma è leggermente più morbido, comunque sia è un giro che si può accorciare, le varianti sia di salita che di discesa non mancano.
25 km e 1850 mt D+.