Autore Topic: [AVISIO] 19a esplorazione: Un tranquillo week end (di paura) a Lisignago  (Letto 2898 volte)

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La forra di Lisignago

Vagolando col solito Google Earth nei dintorni di Lisignago, cerco una ragionevole via di discesa sull’Avisio, quando scorgo con sorpresa un piccolo tetto nella boscaglia, vicino al fiume! Dove ci sono masi, ci devono per forza essere sentieri di accesso!


La discesa nella boscaglia per il ripido versante del Rio Gorch

Corro sulle mappe storiche di http://historicalkat.provincia.tn.it e, ravanando con pazienza e attenzione (il sito purtroppo è lentissimo), trovo un sentiero che cala con stretti zig zag per il ripido versante del Rio Gorch fin sul greto. Eccola la via di accesso! L’idea è dunque di provare a scendere di là e, dopo aver percorso un tratto di fiume, provare a risalire per il versante opposto dove c’è il maso.


La mappa storica col vecchio sentiero

Lascio l’auto a Lisignago e scendo per le stradelle dei campi fino all’ultimo maso, sul ciglio del profondo vallone. Apparentemente finisce ogni sentiero ma, penso, qualche traccia dovrebbe essere rimasta da qualche parte. Guardandomi bene intorno infatti, scorgo una vecchia teleferica. Ecco il segno!


La discesa nella boscaglia amazzonica, la traccia del vecchio sentiero quasi inesistente

L'Aviso si intravede dall'alto della boscaglia

I campi sono recintati con reti e devo fare qualche acrobazia per saltare di sotto. La traccia in realtà si vede appena. Ma non ci sono dubbi, è lei. Scendo quindi con attenzione a non perdere la via tra mille tracce di animali che hanno creato viottoli ingannevoli nella boscaglia. Il sentiero è disagevole, con parecchi schianti da superare, il fondo è fangoso, scivoloso e coperto di foglie. Devo fermarmi spesso per osservare con attenzione il terreno per “indovinare” dove sia la traccia. Riesco a seguirla fin quasi in fondo, dove si perde definitivamente nella boscaglia. Ma ormai sono in vista della riva, taglio giù per un valloncello disagevole e sono sull’Avisio, con quella sensazione di allegrezza che provo ogni volta che riesco ad arrivare al suo cospetto dopo una difficile ravanata.


Eccomi sulla bella morena sabbiosa

Ho raggiunto la riva!

Mi inoltro verso nord per la bellissima golena sabbiosa. In questo tratto il letto dell’Avisio è molto ampio, saranno oltre 2-300 metri, il torrente si divide in vari rami. Cammino sulla riva pianeggiante con tratti di sabbia e pietraie di ciottoli arrotondati dai mille colori. Con un certo disappunto sento qualcuno che sta motosegando poco distante nella fitta boscaglia, è vicino al maso che avevo visto nelle foto aeree. Proseguo lungo la riva fino alla stretta forra in cui l’Avisio si incassa formando una gola rocciosa impossibile da superare a piedi. Mi fermo al sole a fare un sosta sulle pietre.


Verso la forra

Il masetto avvistato in Google Earth, emerge dalla boscaglia

Resti di volpe, forsa travolta dalla piena

Poco dopo vedo arrivare, con passo deciso, i due motosegatori: un giovane nerboruto sui vent’anni e un uomo anziano e tarchiato con una grossa roncola in mano. Si dirigono verso di me. Strano, penso, qui non c’è nulla da tagliare, solo pietre. Per un attimo mi viene in mente il film “Un tranquillo week end di paura” dove dei canoisti erano brutalizzati da gente poco raccomandabile che viveva di loschi traffici lungo il fiume. Il giovane mi saluta sbrigativamente e mi gira alle spalle, lo sorveglio con la coda dell’occhio mentre l’anziano con la roncola si avvicina.


La forra, impossibile proseguire

Il tipo saluta e chiede se sono a pesca: rompo il ghiaccio con qualche chiacchiera e spiegando che sto facendo foto. Il maso è suo, mi dice, sta tagliando legna anche per i parenti. Sono scesi a riva per vedere meglio il costone dove tagliare. Per fortuna sono socievoli e non minacciosi: il timore di fare la fine del compagno di Burt Reynolds per fortuna svanisce :) .


I due indigeni ispezionano la riva

La spiagga di ciottoli verso la forra

Conglomerato

In questo tratto il corso centrale è leggermente pensile, con l'acqua che si riversa nei rami laterali

La forra con la roccia a picco, cercherò di superarla a monte

Gli chiedo se esiste un sentiero che permette di superare la forra dall’alto, dice di sì: è piuttosto brutto e me lo indica nella boscaglia (non si vede letteralmente niente). Mi rimetto in marcia assieme ai due, raggiungiamo il vecchio maso dove, una volta, fino agli anni ‘60, si coltivava la vite: ora è andato tutto in malora, il maso è quasi un rudere, i terrazzamenti mezzi franati e invasi dalla vegetazione. Mi faccio indicare dove sarebbe questo sentiero, loro riprendono a tagliare e io mi inoltre per un terrazzamento assai malmesso. C’è una traccia vaghissima che sale leggermente di quota: dopo qualche centinaio di metri si infila in una serie tremenda di rovi, mi sbrindello giaccavento e mani, sono sul punto di cedere ma resisto.


Il masetto nella boscaglia: un tempo era circondato da vigneti

L'interno del maso

Bambola horror

Il maso dall'esterno, ormai circondato dalla boscaglia

Più avanti raggiungo faticosamente (e spinosamente!) un terrazzamento coltivato a vigna: dal ciglio di questo, come immaginavo, ecco una traccia di pescatori che scende verso riva. In pochi minuti sono alle spalle della forra, di nuovo sul greto dell’Avisio. Vado ancora avanti, c’è un grosso argine artificiale che si salda a un roccione, riesco a superare anche questo e avanzo faticosamente tra ammassi di alberi schiantati e ramaglie accumulati dalla piena.


Certo di seguire la traccia che supera la forra, tra rovi e bestemmioni

Il sentiero tra ramaglie e rovi che supera la forra circa 100 m più in alto rispetto al fiume

Ecco la forra alle mie spalle

Ho superato la forra dall'alto, ora ridiscendo verso la riva

Ecco il tratto di Avisio a monte della forra

Procedo mezzo chilometro e giochi sono finiti, devo tornare indietro, impossibile passare

Di qui nn si passa...

Arriva puntuale la solita roccia a picco: impossibile proseguire, devo tornare indietro. Riesco però a intuire una traccia di pescatori che sale verso i terrazzamenti  soprastanti. Nella boscaglia vedo le prime primule e ciuffi di anemone epatica.


La golena sabbiosa

Orme di ungulati

Un tratto suggestivo di fume

I ciottoli del fiume dai mille colori

Arrivo ad un maso e tiro il fiato. Potrei proseguire in salita e arrivare a Cembra, ma poi mi aspetterebbe il noioso rientro per la strada provinciale. Decido quindi di provare a passare sotto, sull’altro versante: seguendo il dedalo di stradine di campagna. Dopo vari ravanamenti, imposti anche dal fatto che alcuni terrazzamenti sono recintati da alte reti, riesco a passare dall’altra parte e raggiungere Lisignago dove ho l’auto.


Il sentierello di pescatori che risale verso le campagne

Ecco i primi terrazzamenti

Interno di un vecchio maso...

Primule

Anemone epatica

Dopo aver raggiunto questo maso, un laborioso traversone per tornare a Lisignago sfruttando le stradine dei campi

Ultime luci, ma orma sono sulla buona strada :)

Ecco l'Avisio visto dall'alto, dove ero un'oretta fa

Le piante avvinte dalla tenace edera, che prolifera ormai ovunque

Una parte del fiume esplorata

Molto bello anche questo tratto di Avisio, non troppo lungo ma assai selvaggio. Magari con un paio di stivali avrei potuto spostarmi da una riva all’altra sfruttando i guadi possibili in acqua bassa. Magari un giorno o l’altro li compro.


Il percorso
« Ultima modifica: 14/03/2019 09:00 da AGH »
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Offline kobang

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Ancora una relazione davvero interessante.
Forse in estate si potrebbe a tratti percorrere l'alveo anche con qualche guado.
Non so come la pensi,ma sarebbe anche possibile mettere insieme un pò di gente per rendere più puliti i tanti tratti di traccia invasi dalla vegetazione.
Potrebbero essere occasioni per mostrare ad altri del forum questi posti nascosti e affascinanti che tu ci stai rivelando di volta in volta.

Offline AGH

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Ancora una relazione davvero interessante.
Forse in estate si potrebbe a tratti percorrere l'alveo anche con qualche guado.
Non so come la pensi,ma sarebbe anche possibile mettere insieme un pò di gente per rendere più puliti i tanti tratti di traccia invasi dalla vegetazione.
Potrebbero essere occasioni per mostrare ad altri del forum questi posti nascosti e affascinanti che tu ci stai rivelando di volta in volta.

il periodo migliore per vedere l'Avisio è nelle stagioni "morte", perché poi a priamvera inizia a svilupparsi una vegetazione pazzesca, spesso spinosa, che chiude tantissimi varchi :) Ti assicuro che in molti tratti sembra di essere in Amazzonia e ci vorrebbe il machete:). E anche il caldo non scherza!
Pulire sarebbe una idea, ma è una impresa titanica, senza contare appunto che nel giro di pochi mesi si richiuderebbe tutto. Ergo bisognerebbe pulire e tagliare ogni anno. Per chi vuole dare una occhiata senza troppi patemi per rendersi conto dell'ambiente avisiano, consiglio il bellissimo Sentiero degli Antichi mestieri tra Piscine e Sover, ben tenuto e attrezzato (attualmente però è interrotto per i danni della piena vicino a Molini, alle peggio comunque si può guardare levandosi le scarpe).
« Ultima modifica: 13/03/2019 21:36 da AGH »
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