Splendido scorcio sotto Ronchia, praticamente inaccessibile da questo versante
Caldo africano oggi, veramente sfiancante, con ben quattro discese al fiume partendo dall’abitato di
Verla. La prima incompleta perché sono stato fermato, a
60 metri di dislivello dalla riva, da un indigeno piuttosto nervoso che non voleva scavalcassi le sue reti intorno alla vigna. Per evitare duelli rusticani alla roncola (la sua) ho lasciato perdere. Peccato perché ero riuscito a trovare una traccia di sentierino che prometteva bene.
Discesa verso Ronchia per i terrazzamenti coltivati a vigneto: sul versante opposto le orride cave di porfido
Il paradiso terrestre...
Risalgo per le erte strade di campagna per poi ridiscendere più
a ovest nei pressi di un maso, ci dove ci sono indicazioni “Torrente Avisio” e dei
cartelli illustrativi sull’ambiente fluviale fatti da una scolaresca. Qui un altro villico più socievole voleva offrirmi un bicchiere di vino rosso, che alla due del pomeriggio col solleone che batteva implacabile sul coppino, ma soprattutto col pranzo ancora nel gozzo, sarebbe stato sicuramente letale. Calo col sentiero che avevo fatto in un’altra escursione precedente. Arrivato a riva, mi rendo conto che
con la piena di fine ottobre è cambiato tutto. La spiaggia sabbiosa è quasi sparita, la golena ha ora due diramazioni separate dal torrente ed è impossibile da attraversare a piedi, anche per le
tonnellate di schianti e ramaglie dappertutto.
Vedo fantastiche spiagge in lontananza...
Arrivarci però è un dramma: qui sono in una specie di "Pantanal" senza vie d'uscita
Provo a risalire per un tratto ma poi lascio perdere, troppa fatica per fare solo pochi metri, col rischio di scivolare in acqua dai
roccioni pieni di rovi. Riesco a scattare solo poche foto. Ritorno su con le pive nel sacco e
riprendo la stradella di campagna verso ovest. Ad un impluvio ritrovo una
vecchia strada agricola che scende al fiume. Anche in questo caso l’Avisio è irriconoscibile:
tutta la vegetazione ripariale è stata spazzata via, vicino a riva c’è un dossone di sabbia e pietre per arrivare all’acqua.
L'Avisio qui è irriconoscibile: tutta la vegetazione ripariale è stata "spianata"
Accumuli di pietraie e sabbia
Scatto poche foto e torno su di nuovo, proseguo ancora per la stradella verso ovest, sono appena 50 metri sopra il fiume: osservando bene, mi pare di intuire una possibile discesa, in lontananza vedo delle belle e ampie rive “spiaggiose”. Devo però stare attento perché
in questo tratto c’è una ripida scarpata quasi a picco sulla riva.
Torno su e mi dirigo ancora a mezzacosta per le stradelle di campagna, cercando una via di discesa. Sullo sfondo la Paganella
Rieccomi sulla riva, in una bellissima ansa
Qui l'Avisio ha fatto una bella erosione della riva, impossibile passare
Imbocco una stradella di campagna e scendo fin sul ciglio del vigneto, dove scopro una
traccia di pescatori disagevole che scende tra la boscaglia. Dopo qualche sacramento tra rovi e tratti ripidi scivolosi, sono di nuovo a riva, stavolta direi che la scelta è stata ottima:
c’è una golena da esplorare lunga quasi mezzo chilometro, mi pare senza ostacoli.
Dopo aver aggirato dei grossi scogli, altra discesa e altro scorcio fantastico: poco prima ero sulla riva che si scorge a monte
Piscinone naturale
Costeggio il fiume scendendo verso valle, un po’ dentro la golena e un po’ sul ciglio della riva. La "brentana", come dicono qui (la piena), ha
cambiato letteralmente il paesaggio del fiume, che comunque resta sempre fantastico con scorci meravigliosi. La piena ha aperto degli
ampi varchi nella vegetazione della golena, che altrimenti sarebbe stata assai ostica da attraversare.
Qui la pendenza è modesta è l'acqua scorre placidamente
Sono lungo l'ampia golena, sguardo indietro
Arrivo fino in fondo sulla spiaggia, sbarrata da un promontorio roccioso: l’Avisio passava di qui prima di ottobre, ora
il letto del torrente si è spostato di quasi 150 metri più a sud, lasciando una spiaggia di sabbia soffice. Impossibile comunque passare perché c’è un’ansa che lambisce la roccia a picco sul fiume.
Spiagge di sabbia soffice
Un tratto ampio e tranquillo
Ecco il roccione che mi sbarra il passo, di qua non si passa
I bellissimi ciottoli colorati
La spiaggia zeppa di orme di animali
Il caldo mi ha svuotato delle forze: vagolo un po’ per la golena facendo foto,
cerco anche una possibile risalita verso Mosana, ma le rocce in questo tratto sono pressoché verticali, interrotte solo da ripide vallette dove scorre dell’acqua: non è il caso di impelagarsi su terreni ripidi e scivolosi.
Ritorno quindi indietro riattraversando la golena, risalgo la erta nella boscaglia e sono di nuovo sulla strada di campagna asfaltata. Di qui prendo una stradella all’ombra, finalmente trovando un po' di riparo dal sole cocente, che mi riporta con svariate rampe poco a ovest di Verla.
Angolo "amazzonico"
Torno indietro percorrendo l'altro lato della golena
Sassi, sabbia e impronta... che animale sarà?
Rieccomi ai roccioni, ora risalgo verso le stradelle di campagna dei terrazzamenti soprastanti
Muri a secco
Rieccomi in vista di Verla
Serratura del portone di un vecchio maso
Anche oggi Avisio di una magnificenza unica. Per via del
caldo tremendo e la ripresa vegetativa ormai imperiosa penso che questa sarà una delle ultime uscite. Se ne riparlerà forse in autunno, anche se ormai angoli inesplorati non me ne sono rimasti molti: ho percorso finora circa 250 km lungo il fiume. Ovvero 5 volte la lunghezza dell’Avisio da Molina di Fiemme a Lavis. Sviluppo di oggi circa 8 km, dislivello sui 600 metri.
Il percorso con le 4 discese sull'Avisio