Forra del Castelét
Credevo di non trovare nulla, solo la
selva ostile e orribilmente tentacolare. Invece devo complimentarmi meco stesso: dopo quasi 400 km di ravanate sull'Avisio ho sviluppato, modestamente, un fiuto notevole per scovare tracce e sentieri. Ormai li fiuto come farebbe un cane da tartufi: scrutando la boscaglia, i valloni, i crinali e le dorsali boscose.
Avisio bello e quasi impossibile in fondo al canyon
Dal bivio per Valcava butto giù lo sguardo sotto la strada provinciale col solito brivido nella schiena: c'è la boscaglia amazzonica inavvicinabile e inattraversabile tra rovi, ortiche e, soprattutto, la giungla angosciosa di liane di vitalba che avviluppa tutto. Ho però l'intuito e la curiosità di dare un’occhiata al curvone cento metri più in là: ed ecco un piccolo pertugio nei cespugli. Mi infilo voluttuosamente e scopro una esile traccia che scende per la
dorsale a picco sulla Val dei Molini.
La vecchia mulattiera che scende ai Molini
Sentieri abbandonati ai campi terrazzati che non percorre più nessuno
La traccia è vaga ma intuibile e scendo fino a una
piccola pianura nel bosco dove c’è addirittura un maso (ruderi) tra i vecchi campi terrazzati e i
grossi castagni secolari ormai sopraffatti dalla vegetazione. Ecco le
vecchie mulattiere, sepolte nella boscaglia, e il costone
a picco sulla Forra del Castelét. Spettacolare!
Mas dela Rio, antico passaggio di collegamento tra le due sponde
L'Avisio sotto il Castelet
Una mulattiera cala verso la Val dei Molini, la seguo per un po’ ma poi torno indietro perché voglio scendere alla golena più a valle. Qui il sentiero si perde tra i muri a secco, gli alberi schiantati e i vari campetti ma, sempre “a naso”, trovo un passaggio tra la boscaglia fino a raggiungere la golena e il fiume.
Grandi castagni secolari negli antichi terrazzamenti abbandonati
Gli onnipresenti muri a secco sepolti nella boscaglia
Imponenti terrazzamenti
Eccomi sull'Avisio
Provo a risalire verso monte...
I magnifici sassi avisiani...
La grande golena verso monte
Risalgo verso il Castelet, la riva è abbastanza camminabile, mi intrufolo nella vegetazione per avvicinarmi il più possibile alla forra con le pareti di roccia verticali. Entro nella gola. Qui l’Avisio rallenta, l’acqua bassa fruscia leggera e l’eco rimbalza tra le rocce in un silenzio ovattato e quasi surreale. Le foto riescono a catturare purtroppo solo in piccola parte queste magiche atmosfere avisiane. Resto in contemplazione, quasi imbambolato, di questi paesaggi selvaggi e primordiali poi mi sveglio, perché è ora di tornare.
Avisio selvaggio
Sassi avisiani
La golena sotto il Castelet
Rocce a picco sull'acqua
Ansa d'acqua calma
Eccomi alla forra sotto il Castelet, impossibile proseguire oltre, ma è valsa la pena arrivare fin qui...
Torno su ravanando a casaccio seguendo tracce inconcludenti, per fortuna il bosco non è troppo fitto. La prossima volta devo scovare la discesa per la Val dei Molini che traversa il fianco della montagna. Intanto ho mappato un po' di vecchi sentieri e tracce… e arrivederci Avisio a presto!