Verso Ischiazza e la Forra dei Camini
Ben tre tentativi di superare, da vari fronti, la micidiale
forra sotto ai "Quattro Venti", di fronte a
Capriana. Tutti e tre falliti miseramente.
La riva rocciosa dell’Avisio diventa verticale e bisogna provare a passare a monte in qualche maniera, senza sentieri o tracce, per il bosco assai ripido. Al terzo tentativo ho però finalmente individuato dov'è il maledetto passaggio: è in alto, per una erta valletta che conduce sotto ad una forra rocciosa quasi verticale, e quindi con un
traverso esposto molto precario.
Un tempo c’era un sentiero, evidentemente, che si intravede lungo il costone, ma nessuno lo percorre più da anni perché in parte franato e quindi piuttosto pericoloso.
L'Avisio visto scendendo dai Quattro Venti verso Ischiazza
Una calchèra nel bosco, serviva per ottenere la calce "cuocendo" le pietre calcaree
Eccomi nel paese fantasma di Ischiazza
La chiesetta
Finalmente sul fiume, verso la Forra dei Camini, ma qui ho dovuto fare dietro front
Impossibile camminare sulle rive
In precedenza avevo visto i molti muri a secco in riva al fiume, che testimoniano antiche coltivazioni, e mi pareva impossibile che non ci fosse un passaggio lungo il fiume. Infatti c'era, ma oggi è quasi impraticabile: un passo falso e lo sfracellamento è garantito giù per la parete con un volo di 30 metri. Quindi dopo alcuni blandi tentativi, ho lasciato perdere visto che ero anche da solo.
Ora scendo verso valle, sguardo indietro
Cormorano in caccia
L'antico sentiero che traversa il costone
Dopo i tentativi di attraversare la forra, torno lungo l'Avisio
Ammiro le pietre lungo le rive
Alla base della parete, pochi metri sopra l'acqua dell'Avisio, si nota un
pezzo di vecchia scalinata nella roccia, portata via da un piena, o da un frana. Non sono comunque rassegnato:
probabilmente esiste un'altra via che proverò un’altra volta, arrivando da sotto. Ho rivisto dunque il
paese fantasma di Ischiazza, evacuato durante l'
alluvione del 1996 e mai più abitato da allora. Doveva essere un posto bellissimo. C'è ancora
la chiesetta, sia pure diroccata, un gruppo di case (sulla facciata di una di esse la data, "1908") e un
grande edificio in rovina invaso dalla vegetazione amazzonica che ha avviluppato ogni cosa. L’antica frazione è totalmente ridotta in ruderi pericolanti, vedendo la zona pianeggiante e assai amena, poco distante dal fiume e circondata da boschi, non ci si immagina che possa essere un posto così pericoloso da non poterci più vivere.
Rieccomi a Ischiazza
La data 1908 sulla facciata di una casa
Le case di Ischiazza ridotte in ruderi
L'Avisio nei pressi di Ischiazza
Sassi avisiani dai mille colori
In questo tratto a fianco del fiume corre parallela una comoda stradella
Ho ripercorso quindi la riva dell'Avisio, prima da Ischiazza verso monte, difficoltosamente tra l'intrico di vegetazione verso la
Forra dei Camini, poi a valle con un
comodo sentiero che costeggia il fiume, con bellissimi scorci nonostante gli ingenti danni della piena di ottobre scorso, che si è "mangiata" gli argini e ha devastato le rive.
La strada forestale che collega Ischiazza con i Quattro Venti
In questo tratto l'Avisio è ostico da percorrere lungo le rive
L'antica strada selciata di Ischiazza
Impraticabile la parte finale prima della forra, con le ortiche alte un metro e diversi schianti d alberi a bloccare il passaggio. Ho provato ad arrampicarmi per un po’ per i costoni rocciosi, ma vista la pericolosità ho dovuto lasciar perdere e tornare per la stessa strada dell’andata, fino a
Ischiazza e poi di nuovo in salita fino ai
Quattro Venti. Con le pive nel sacco stavolta. Ma tornerò.
Il percorso