Spettacolo!
Dopo 44 esplorazioni l’Avisio dovrebbe uscirmi dagli occhi, e invece resto ogni volta travolto dalla sua bellezza. Oggi ho unito un altro tassello entusiasmante che ancora mi mancava:
il tratto Tra Grauno-Flimacion e Altei. A
Flimacion ero capitato per caso in una precedente esplorazione, ravanando sulle rive dal
Pont dela Rio. Quando credevo di restare bloccato dalle solite rocce a picco sul fiume, ho avvistato un sentierello che risaliva il costone. L’avevo seguito con emozione, come sempre mi accade quando scopro un vecchio sentiero: dopo un lungo traversone per una cengia sopra l’Avisio, ecco apparire i terrazzamenti coi ruderi del magnifico “
Mas del Vent”. Dev’essere stato una meraviglia ai suoi tempi: mentre mi aggiro tra le rovine provo la solita stretta al cuore nel vedere pezzi di vita contadina che scompaiono inesorabilmente… Quasi di fronte, sull’altra riva, ci sono altre rovine del (ex)
maestoso Castelìr: tra i due vecchi masi c’è una stretta gola scavata dall’Avisio.
Mas del Vent inghiottito dalla vegetazione amazzonica
Stavolta riprendo dunque l’esplorazione dal Mas del Vent. Da
Grauno mi calo per una
vecchia mulattiera (si stacca quasi nascosta dalla strada provinciale) che scende lungo una
serie imponente di terrazzamenti, anche qui con
colossali castagni abbandonati. Qua e là i ruderi di antichi edifici nel fitto della boscaglia. Da uno di questi, fugge al mio arrivo un gruppo di cerve che si involano nella foresta. In breve sono al
Mas del Vent, faccio un rapido giro attorno ai ruderi, che ho già visto, e cerco quindi una traccia per scendere verso riva. La trovo subito: c’è ancora
il vecchio sentierello che scende al fiume costeggiando un grande muro a secco alto 4 metri!
Castagno secolare
L'antica mulattiera che scende al Mas del Vent, non la percorre più nessuno
Ruderi di antichi masi nela boscaglia
Gli imponenti terrazzamenti
Mas del Vent, già il nome evoca qualcosa di leggendario...
Scaletta in legno nelle cantine
L'intrico di liane ostruisce le stradelle di accesso al maso
Mas del Vent sorge un grande terrazzamento, ormai invaso dalla vegetazione
I possenti muri a secco resistono ancora dopo un secolo, questo è alto 4 metri!
Una costruzione circolare: forse una fornace, o una calchera
Arrivo nella golena, c’è un rudere di costruzione circolare, probabilmente una fornace, una calchera.. o forse un pozzo? C’è ancora una scala all’interno...
Attraverso la golena e sbuco sulla riva, qualcosa di spettacolare: da una parte i salici con la spiaggia pianeggiante di ghiaia fine, dall’altra le pareti a picco. In mezzo l’Avisio con l’acqua color smeraldo. Un colpo d’occhio fantastico che finora ero riuscito ad osservare solo da lontano dalla riva del Castelir.
Sulla spiaggia nella magnifica forra sotto al Mas del Vent
L'Avisio nella forra forma un laghetto color verde smeraldo
Altro scorcio spettacolare
Supero la forra lungo la riva pianeggiante...
Sull'altra riva spuntano i ruderi del Castelir
Ora che sono giunto sulla riva il problema è: si riuscirà a risalire verso monte? La riposta è subito NO. Mi affaccio verso monte e vedo i soliti roccioni verticali che incombono sul torrente. Eppure qualcosa ci deve essere, penso tra me.
Torno su al Mas del Vent a cercare: infatti
trovo un sentierello, un po’ esposto, che si inoltra in costa sopra i versanti scoscesi sul fiume. Quindi calo con dei ripidi tornanti in un valloncello e sono nella golena boscosa più sotto.
L'antica mulattiera che conduce al Mas del Vent, 80 metri sopra al fiume
L'Avisio scorre magnifico nella forra
Provo a seguire la riva per un po’ ma
incontro un altro roccione verticale: cercando un po’ nei dintorni mi pare di vedere delle tracce che salgono nella boscaglia, le seguo e trovo un esile sentiero. Riesco a passare il roccione dall’alto, scendo di nuovo nella golena: è un posto strano, quasi mistico, circondato da alte rocce verticali, la boscaglia scura, la sabbia zeppa di impronte di cervi.
Nella golena tra rocce, terrazze e banchi di sabbia
Ho superato i primi roccioni verticali, sguardo indietro
La mulattiera risale una stretta gola rocciosa grazie a dei tornanti con muri a secco
Risalgo in quota per superare le rocce a picco, sguardo verso valle, in fondo la Forra del Castelir
La risalita al torrione roccioso
Avanzo ancora verso un torrione roccioso, che sbarra il passo: riprendo quindi a salire ancora, ma stavolta mi ricongiungo con una
ripida mulattiera a stretti tornanti per un valloncello, con muri a secco per reggere le massicciate. Salgo in cima al torrione per dare una occhiata dall’alto, c’è una
vista davvero spettacolare, sotto ci sono 30 metri di vuoto.
Di nuovo sono a riva...
Altra risalita con vista spettacolare sull'Avisio, sullo sfondo in alto l'abitato di Piscine
Le pietre dell'Avisio
Ormai sono vicino al
Maso ai Piani (ruderi), già visto in una precedente esplorazione.
Invece che salire al maso decido di proseguire ed esplorare un ignoto sentierello che mi riporta di nuovo al fiume, sbarrato da un altro torrione roccioso. Risalgo ancora per vaghe tracce fino a raggiungere una dorsale, dove riconosco un
capanno di caccia che avevo già incontrato mesi fa provenendo da Altei. Missione compiuta!
Il tratto di Avisio verso monte, sulla sinistra la golena verso Altei
La strada selciate che risale in quota
Salendo verso la strada provinciale, un'oasi per animali con baita
Torno su quindi per l’erta finale, per una ripida strada selciata fino alla strada provinciale, dove ritorno alla macchina. Esplorazione bellissima, non avrei sperato di fare un tragitto così lungo sull’Avisio stavolta, troppa grazia! Ma chi la dura la vince: l’Avisio è tenace, io di più:). E certi paesaggi ripagano ampiamente ogni fatica e ogni dura ravanata. Dislivello circa 500 metri, lunghezza 7 km.
Il percorso