La frazione Fraine a sx e l'Avisio, il "selvaggio figlio delle Alpi" come lo chiamava Luigi Miliani, magistrato alle Acque di Venezia nel 1937
Ho voluto esplorare il sentiero (bellissimo) che scende al
bivacco pescatori (bello ma sprangato ai viandanti), quindi la
golena boscosa lungo l'Avisio, che avevo in parte già visto. Parto dal
Pian del Bait: l'Avisio in fondo alla valle, che vedo tra gli squarci di vegetazione, sembra lontanissimo. Tuttavia il sentiero è davvero bello e comodo, e scende gradualmente senza alcuna difficoltà. Giunto all’impluvio, ecco il rudere di un
antico mulino (Molin del Felize): purtroppo è completamente in rovina, sopravvivono solo bellissime scalinate di porfido nei dintorni.
Molin del Felize
I soffitti a volta sono ancora pressoché intatti
Vedo l'Avisio in uno squarcio di vegetazione
Tra le rovine delle bellissime scalinate di porfido
Bivacco dei pescatori
Alla biforcazione per
Maso Doss, prendo la
deviazione di destra che scende fino al bivacco dei pescatori, di recente costruzione: peccato sia chiuso a chiave e, mi pare di capire, di uso pressoché esclusivo dei pescatori. Giunto quindi a riva, la seguo faticosamente verso valle in un
intrico difficile di vegetazione e schianti. Arrivo nella golena, costeggio la riva dell’Avisio per un bel po’, poi quando la marcia è impossibile senza mettere i piedi in acqua, taglio per la zona boscosa dove c’è una vaga traccia nella vegetazione fitta, forse di ungulati.
Eccomi sulla riva dell'Avisio
Le bellissime pietre avisiane
Sguardo verso monte
Arrivo fino in fondo alla gola chiusa da una parete rocciosa verticale, dove la golena si fa sabbiosa . L’Avisio qui compie una curva secca formando una
bella ansa di acqua calma sotto le rocce a picco. Sull’altra riva, la
bellissima golena sotto la frazione di Fraine. Non posso proseguire oltre, torno quindi indietro
esplorando stavolta l’interno della golena, con vegetazione simil-amazzonica. Dei ruscelli scorrono pigramente gorgogliando sotto le alberate fitte che tolgono quasi la luce. In questa penombra misteriosa vivono alberi, piante, fiori, animali, fauna e microfauna. Peccato che le mie conoscenze naturalistiche siano modeste, c’è sicuramente un mondo da scoprire in questi
bellissimi ecosistemi fluviali.
Scendendo per la golena
Verso la gola rocciosa
Dentro la golena scorrono piccoli torrentelli
Dentro la golena, sguardo verso Casatta
C’è una piccola
colonia di piante di menta, me ne accorgo dal profumo. Ci sono anche cortine di ortiche alte un metro (non mancano mai), poi rovi, erba alta, radure sabbiose, boschetti di salici che convivono col pino silvestre e l’abete rosso, e altre latifoglie che non conosco.
All’interno della golena c’è un corridoio sabbioso, probabilmente aperto della piene ricorrenti. Il sole picchia senza pietà e c'è un caldo afoso.
Le rive selvagge sul lato opposto
Pozze d'acqua nella golena
Una piccola tomba
Girini e una natrice dal collare
Vado sotto le rocce all’ombra, dove qua e là si aprono pozze d’acqua che filtra dalle falde. In una c’è una
miriade di girini e una piccola biscia, una giovane
natrice dal collare, che di sicuro in questo piccolo specchio d’acqua non ha problemi di alimentazione
.
Da qui in poi la vegetazione si chiude, torno al corridoio sabbioso e raggiungo l’uscita dalla golena. Risalgo per il comodo sentiero verso
Maso Conti.
Esco dalla golena sfruttando un corridoio sabbioso
Il maso diroccato sotto Maso Conti
La vigna è ancora viva!
L'antico maso completamente in rovina
I muri fatti di pietre
Incontro un
grande maso diroccato, con la vigna, ancora viva, aggrappata a un vecchio palo di legno sulla facciata principale. L’edificio è collassato, restano solo i muri perimetrali e gli interni pieni di macerie.
Prima di arrivare a Maso Conti trovo un vecchio sentiero e decido di seguirlo: scende fino all’impluvio di un torrente, quindi risale scomodamente l’altro versante fino a congiungersi col sentiero dell’andata.
Scendo per un vecchio sentiero appena visibile
Vecchia fontana
Mi ricongiungo col sentiero dell'andata, per fortuna fuori dalla boscaglia più fitta
Risalgo verso monte attraversando una pineta
Riappare l'Avisio dall'alto con la selvaggia Forra delle Fraine
Arrivato al vecchio mulino taglio per il bosco per raggiungere più rapidamente la strada statale in alto. Purtroppo la traccia di sentiero scompare ben presto tra i macereti e gli schianti e la salita diventa rognosa tra gli sfasciumi. Un
grosso biacco fugge lesto al mio arrivo, non riesco neppure a fotografarlo. Arrivato finalmente alla statale, scavalco il guardrail e rientro alla macchina appena in tempo per evitare un grosso acquazzone. Meglio di così non poteva andare. A casa però conterò 4 zecche sulle gambe e un braccio
Un altro bel giro in Avisio, che non delude mai neppure dopo averlo percorso, sembra incredibile, per oltre 500 km!
Il percorso fatto