GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: jochanan - 23/09/2011 08:06
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Su le cime de la Trenca
per le fate un bel danzar.
Un tappeto di smeraldo
sotto il cielo il monte par.
Nel mattin perlato e freddo
de le stelle al muto albor
snelle vengono le fate
su moventi nubi d'or.
Elle vengon con l'aurora
di Germania ivi a danzar.
Treman l'ombre de gli abeti
nere e verdi al trapassar.
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Ciao Jochanan,
avnti di questo passo e di questo rimare sarà da istituire il "Premio Trenca"
come concorso di poesia!!
Quest'anno non deve mancare un raduno con la neve,per chi già ha partecipato a quello estivo e per chi non c'era!
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Bravo Joch, fatati in tutti i sensi i tuoi versi!
Io non disdegno la lingua madre, ma a me piace soprattutto "vernacolare".
Ecco allora, nel primo giorno della nuova stagione...
AUTUN
El sol che more pian su per le zime,
i boschi scarmenadi de colori,
el slusegar che fa nel zel le prime
stele de la not e quei rumori
lontani e chieti e nel silenzio persi,
le sere grise dì per dì pù corte,
e ferme come spègi nei reversi
ombre che polsa sora foie morte.
Adess l’è temp de ‘nar encontro al fret,
per boschi enluminadi a caminar
e sfodegar coi pei en de ’l farlèt,
fermarse sora ‘n croz, star lì a spiar
i primi ragi pegri, la matina,
che ‘n tra le brume i campi fa fumar
e su la val se stende ‘na coltrina
e soto splende l’Ades lustro e ciar.
Quando se ‘ncucia ‘l fret en dei cantoni,
e per le strade ven la not lizera,
ancor te zerco e ancora i to struconi
sento nasserme dent. E l’è sincera
la voze che me parla e me conoss,
che se sprofonda e che me ciapa ‘l cor.
Te sento, alor, che te me vegni adoss
ma pian, ma pian, ma pian, senza rumor.
Autun, autun, perché me perdo en tì,
che te me ciapi come ‘n prisonér
quando te vardo sul morir del dì,
e te me robi l’ultimo pensier?
Son come s'ciavo de ‘sta nostalgia,
passion serena che no’ fa sofrir.
Dolze tormento l’è perderse via
e nel to incanto, autun, en poc morir.
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bella, pianma. poetica... Peccato che non capisco del tutto.
Ma vi confesso: la poesia E' di Carducci, adattata un minimo. Non voglio attribuirmi meriti immeritati..
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bella, pianma. poetica... Peccato che non capisco del tutto.
Ma vi confesso: la poesia E' di Carducci, adattata un minimo. Non voglio attribuirmi meriti immeritati..
Per Joch e per i "furesti" la traduzione:
AUTUNNO
Il sole che muore lentamente sulle cime,
i boschi disseminati di colori,
il luccicare che fanno nel cielo le prime
stelle della notte e quei rumori
lontani e quieti e nel silenzio persi,
le sere grigie giorno dopo giorno più brevi,
e ferme come specchi nelle "zone a settentrione"
ombre che riposano sopra foglie morte.
Adesso è tempo di andare incontro al freddo,
a camminare per boschi illuminati
e smuovere con i piedi il fogliame del sottobosco,
fermarsi sopra una roccia e stare lì a spiare
i primi raggi pigri, al mattino,
che fanno fumare la campagna coperta di brina,
e sulla valle si stende una coltre
e sotto risplende l’Adige, lucente e chiaro.
Quando il freddo s’accuccia negli angoli
e per le strade va leggera la notte,
ancora ti cerco e ancora i tuoi palpiti
sento nascermi dentro. Ed è sincera
la voce che mi parla e mi conosce,
che si sprofonda e che mi prende il cuore.
Ti sento allora venirmi addosso,
ma piano, ma piano, ma piano, senza rumore.
Autunno, autunno, perché mi perdo in te,
che mi prendi come un prigioniero
quando ti guardo sul morire del giorno
e mi rubi l’ultimo pensiero?
Sono come schiavo di questa nostalgia,
passione serena che non fa soffrire.
Dolce tormento è perdersi
e nel tuo incanto, autunno, morire un po’.
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Bravo Pian...
ancora una volta mi sono incantato a leggere i tuoi versi