La Marmolada versante nord: sotto il ghiacciaio durante la Grande Guerra fu costruita dagli austriaci una vera e propria città di ghiaccioForse non tutti sanno che
durante la Grande Guerra nelle viscere del ghiacciaio della Marmolada fu costruita dagli austriaci "
La Città di Ghiaccio", dove si ripararono dalle intemperie e dal fuoco nemico ben
300 soldati...
Attraversamento di un crepaccioLa
Città di Ghiaccio fu una geniale invenzione di
Leo Handl, tenente e ingegnere dell'esercito austroungarico. Lo scopo era quello di riparare i soldati sia dal fuoco nemico che dal terribile freddo, dalla neve e dalle valanghe. Era un
imponente complesso di gallerie con depositi, cucine, dormitori, per uno
sviluppo complessivo di ben 12 km che interessava buona parte della superficie del Ghiacciaio della Marmolada.
Leo Handl, inventore della Città di GhiaccioAveva
gallerie e dormitori capaci di contenere fino a 70 uomini ciascuno, e per un periodo furono addirittura
illuminati dalla corrente elettrica proveniente da una centrale a vapore a Canazei. I viveri erano conservati senza problemi in ghiacciaie scavate appositamente e l'acqua era fornita dal semplice scioglimento delle nevi.
Reparto austriaco mentre lascia la Città di Ghiaccio per un turno di riposoLa vita sotto il ghiaccio permetteva di evitare le rigidissime temperature esterne che a queste quote, intorno ed oltre i 3000 metri, possono raggiungere anche i
30 gradi sotto lo zero. Nelle gallerie di ghiaccio la temperatura era invece attorno ai +3° +5° d'inverno, scendendo a 0° durante l'estate. Non tutto però era così positivo: ad esempio, nonostante la "Città" fosse collegata con l'esterno da un ingegnoso sistema di ventilazione, il fumo delle stufe nelle baracche, raffreddandosi, creava spesso non pochi problemi poiché senza un adeguato tiraggio tornava indietro trasformando
l'aria delle grotte quasi irrespirabile. Anche la
grande umidità, soprattutto d'estate, rendeva
malsana la vita dei soldati, obbligati a vivere sotto la spessa coltre di ghiaccio a profondità che a volte raggiungevano anche i
50 metri. Inoltre i baraccamenti e le grotte dovevano essere continuamente modificati a causa del
movimento lento ma incessante del ghiacciaio che le stritolava come in una immane e potentissima morsa.
Attraversamento di un abisso nel ghiacciaioComplessivamente però la costruzione della "Città" fu una vera e propria geniale invenzione che risparmiò la vita di molti soldati. Il rombo del cannone cessò per sempre sulla Marmolada nel
novembre del 1917, quando le truppe italiane si ritirarono in seguito alla rotta di Caporetto, con lo spostamento del fronte dalle Dolomiti al Piave.
La Città di Ghiaccio fu abbandonata. Probabilmente già nei primi anni '20 non esisteva più a causa del movimento del ghiacciaio.
Pattuglia in perlustrazione tra i seracchi (tutte le foto d'epoca per gentile concessione del Museo della Guerra)Andrea de Bernardin titolare del piccolo ma interessante
Museo della Guerra nei pressi della diga di Fedaia, ha dato alle strampe assieme a
Michael Wachtler un libro dedicato proprio alla Città di Ghiaccio, con ampia documentazione fotografica dell'epoca (da cui sono state tratte le foto qui sopra).
Il Museo della Grande Guerra a Passo Fedaia (foto Agh)