Autore Topic: [CEMBRA] Avisio, 1a esplorazione fluviale: il paese fantasma di Ischiazza  (Letto 17072 volte)

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Offline AGH

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Il paese fantasma di Ischiazza

Il paese di Ischiazza si trova in Val di Cembra lungo il torrente Avisio, circa 700 metri a valle della diga di Stramentizzo. Durante l'alluvione del 1966 l'abitato fu travolto dalle frane innescate dei suoi affluenti secondari, che provocarono frane e colate di fango. Stessa sorte toccò alla frazione di Maso, pochi chilometri più a valle.


Il paese di Ischiazza prima dell'alluvione

Gli abitanti di Ischiazza riuscirono a portarsi in salvo fuggendo verso le frazioni più a monte. Passata la piena, tornarono nel paese distrutto per recuperare quello che era possibile. Quindi con una processione penitenziale portarono a Casatta gli arredi sacri e la campanella della chiesa dedicata all'Esaltazione della Croce.


Le rovine di Ischiazza viste da una immagine aerea tratta da Google Earth

Gli alluvionati furono quindi successivamente sistemati nel Villaggio Italo - Svizzero che fu costruito per l’occasione, in meno di due anni, poco a monte di Valfloriana col contributo della Croce Rossa italiana e le offerte raccolta dalla Svizzera, della Regione e del Comune di Valfloriana. Oggi restano solo le rovine di quei paesi dove un tempo scorreva la vita.


L'inizio della nostra eplorazione poco sotto la diga: subito una forra poco praticabile, percorribile in parte con vecchi sentieri interrotti da frane

Antiche mulattiere nella foresta

A Ischiazza i discendenti di chi abitava o aveva legami col paese organizzano ogni anno una festa commemorativa. La frazione di Maso invece è quasi scomparsa, inghiottita dalla vegetazione che lascia intravedere pochi muri. 


A sx la diga di Stramentizzo, nel cerchio rosso il paese di Ischiazza

L'Avisio oggi, un percorso fluviale ricco di fascino

Quel che resta del paese, a sx l'edificio della chiesa

La bellissima strada selciata che dai Quattro Venti scende a Ischiazza

Interno della chiesa

Sulla facciata della casa la data: 1908


L'abbandono di Ischiazza in una foto d'epoca di Flavio Faganello

Un tratto assai ostico da superare, che abbiamo dovuto aggirare

La frazione di Rover sulla sponda settentrionale

Ci sono ancora magnifici sentieri coi vecchi muri a secco, percorsi praticamente da nessuno

Alcuni tratti del fiume sono invalicabili e bisogna arrangiarsi ad aggirare roccioni verticali

I resti delle vecchie mulattiere

La desolazione da una parte, la bellezza dall’altra: al termine nella nostra esplorazione fluviale da Ischiazza a Piscine, abbiamo “scoperto” la frazione isolata di Fraìne, a mezzacosta tra il fondovalle dove scorre l’Avisio e la strada provinciale.


Tratti di foresta amazzonica lungo il fiume

Fantastiche piscine naturali lungo le anse

La frazione di Fraine

Pur non toccata direttamente dall’alluvione, dopo anni di abbandono è stata recuperata un po’ alla volta dagli eredi e da nuovi abitanti che hanno ristrutturato le vecchie case, e ne hanno fatto un piccolo e grazioso borgo rurale pieno di fiori.


La frazione di Fraine

In marcia nella foresta

Escursione abbastanza complicata di oltre 20 km, ravanando come capre nel greto dell'Avisio, aggirando i tratti dove non era possibile passare lungo la rive se non entrando nel fiume. Abbiamo anche dovuto affrontare un guado non previsto sul Rio delle Seghe. Il mio socio si è tolto addirittura gli scarponi, io dopo molte titubanze sono riuscito a trovare un punto meno largo e saltare mettendo velocissimamente un solo piede in acqua.


Il guado imprevisto...

Non ci sono sentieri ufficiali, solo qualche breve tratto è segnalato. Il resto sono vecchie stradelle o sentieri inghiottiti da una vegetazione che a tratti ricorda, e non esagero, l'Amazzonia. Sentieri scovati uno ad uno con un accurato studio preventivo delle carte e delle immagini aeree o satellitari, nascosti in una vegetazione lussureggiante a volte difficile da attraversare, a tratti impossibile.


La vegetazione lussureggiante lungo l'Avisio

Il vecchio forno nei pressi di Ischiazza

Come nella jungla pluviale del Borneo

Un tempo gli scoscesi versanti verso il fiume erano assai frequentati dai valligiani che avevano costruito nel tempo una complessa serie di terrazzamenti per le loro magre coltivazioni, che servivano per lo più alla mera sussistenza. Dopo 50 anni di abbandono e anche oltre, queste tracce di vita rurale sono in gran parte quasi scomparse: è emozionante andarle a cercare.


Nella foresta lungo l'Avisio

Angoli di selvaggia bellezza

L'Avisio visto dall'alto

Il percorso
« Ultima modifica: 16/03/2019 07:53 da AGH »
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Bellissimo !

Offline bandurko

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Complimenti davvero. Nelle tue esplorazioni riesci spesso a trovare storie che meritano di essere ricordate.
Di questa non ne avevo mai sentito parlare. Sarebbe bello se,  come avvenuto per Quaras,  un giorno potesse essere nuovamente abitato, anche se lo stato degli edifici e i collegamenti mi sembra rendano improbabile un tale evento.

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Offline AGH

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Sarebbe bello se,  come avvenuto per Quaras,  un giorno potesse essere nuovamente abitato, anche se lo stato degli edifici e i collegamenti mi sembra rendano improbabile un tale evento.

Mi pare molto difficile. La strada ci sarebbe (dai 4 Venti), ma è poco più di una mulattiera. Le case dovrebbero essere totalmente riedificate perché sono ridotte in ruderi. Poi il paese è troppo vicino al fiume, in caso di un'altra alluvione è a forte rischio. Per Quaras le cose sono andate diversamente perché era stato abbandonato o quasi per ragioni soprattutto economiche. Ricordo che quando l'ho visto la prima volta, parecchi anni fa, sono rimasto piuttosto "deluso": era tutt'altro che un paese fantasma. Quasi tutte le case erano state ristrutturate ed erano abitate nei fine settimane.   

Nel ricco Trentino veri e propri paesi fantasma, come si è detto altre volte, non ce ne sono: c'è ancora qualcosa, ma si tratta di poche case, verso il Vanoi, e per l'appunto, in Cembra verso il fondovalle. Giù in Veneto la situazione è diversa (vedi Val Carazzagno, pendici del Grappa etc)
« Ultima modifica: 24/09/2016 13:35 da AGH »
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Offline Cipputiblog

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Cavolo che bei post! In rete si trova fin troppo sulle cime classiche, ma post di carotaggio storico come questi sono proprio rari!

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Cavolo che bei post! In rete si trova fin troppo sulle cime classiche, ma post di carotaggio storico come questi sono proprio rari!

l'ho buttato giù in fretta, le notizie online al riguardo sono scarsissime e meriterebbero ben altri approfondimenti... Il corso dell'Avisio è peraltro ricchissimo di posti simili, ma è tutto ormai sepolto nell'oblio, oltre che dalla vegetazione
« Ultima modifica: 25/09/2016 05:40 da AGH »
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Offline Manny

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Complimenti per il servizio fotografico e la ricostruzione storica; ad Ischiazza ci sono stato una ventina d'anni fa e anch'io ricordo un misto di malinconia assieme al fascino che questi posti hanno.
Non sembra neanche di essere lungo l'Avisio ma chissà dove...
Hai fretta? Parti prima...

Offline DDT

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Gran bella esplorazione, complimenti.
In effetti in Veneto ci sono moltissime contrade abbandonate.
Ne ho viste parecchie inghiottite dalla vegetazione, in particolare nell'Altovicentino in Valposina e Val di Tovo.
Sono zone che frequento solo in pieno inverno, almeno diminuisco il rischio zecche.
Lì non hai avuto problemi?

Offline AGH

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Ne ho viste parecchie inghiottite dalla vegetazione, in particolare nell'Altovicentino in Valposina e Val di Tovo.
Sono zone che frequento solo in pieno inverno, almeno diminuisco il rischio zecche.
Lì non hai avuto problemi?

nella prima esplorazione mesi fa ne ho presa una. In questa ultima pensavo di prenderne a decine perché abbiamo attraversato chilometri di erbe alte fino al petto, in zone umidissime. Invece neanche una... Almeno non ne ho trovate. Boh meglio cosi'
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Rai Tre Regionale ha dedicato un servizio alla fine di Ischiazza e Maso nella ricorrenza dell'alluvione del 1966...

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