Autore Topic: Il Trenino della Val Gardena (1916-1960)  (Letto 10088 volte)

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Il Trenino della Val Gardena (1916-1960)
« il: 05/02/2022 22:52 »

Il percorso della ferrovia della Val Gardena

La ferrovia della Val Gardena era una linea ferroviaria a scartamento ridotto che collegava la val d’Adige presso Chiusa alla Val Gardena fino a Plan. Costruita dall'esercito imperiale austriaco durante la prima guerra mondiale come via di comunicazione ad uso strettamente militare per rifornire il fronte. Nel secondo dopoguerra, a seguito del passaggio dell'Alto Adige all'Italia, fu convertita al servizio viaggiatori e merci, restando in attività fino al 1960.

Un primo progetto per una strada ferrata a scartamento metrico che collegasse Chiusa con la val Gardena a servizio del nascente traffico turistico fu presentato nel 1906. Nei dibattiti dell'epoca si trattava di un programma ambizioso, che avrebbe in prospettiva condotto a una linea prolungata ulteriormente verso est fino a raggiungere Cortina d'Ampezzo ma che non ebbe seguito.

Lo scoppio della prima guerra mondiale fornì l'occasione per costruire la ferrovia: nata essenzialmente per esigenze belliche, la stessa fu realizzata dal genio ferroviario militare austriaco tra il 1915 e il 1916. Dati gli scopi e la necessità di realizzarla in tempi brevi, la costruzione avvenne con metodi sbrigativi e materiali economici (i ponti e viadotti vennero costruiti in legno e solo in seguito sostituiti da opere in muratura) utilizzando come manodopera anche prigionieri di guerra russi e serbi. La ferrovia fu attivata il 6 febbraio 1916 dopo cinque mesi di lavori, fatta salva la galleria di Santa Cristina, ancora in costruzione, che costrinse a costruire un insolito tracciato provvisorio nel cuore del centro abitato: i treni, una volta giunti presso la locale chiesa parrocchiale, dovevano fermarsi e ripartire in retromarcia. L'esercizio curato dalle Ferrovie Regie Imperiali (KuK), prevedeva 20-25 corse  giornaliere. La difficile orografia della Val Gardena e il grande dislivello da superare tra i due capolinea (dai 520 m s.l.m. di Chiusa si arrivava ai 1592 m di Plan, la stazione ferroviaria a maggior altitudine d'Italia) resero la costruzione della linea piuttosto complessa. Per evitare che i treni dovessero affrontare percorsi eccessivamente in pendenza, si realizzarono diverse gallerie e viadotti.

Nel 1918, al termine della guerra, col passaggio del territorio all'Italia, la linea venne affidata alla giurisdizione delle Ferrovie dello Stato; dopo alcuni lavori per adattare la linea al trasporto di persone e merci la linea fu riattivata il 5 febbraio 1919.

Alla fine degli anni 1910 la ferrovia aveva acquisito una certa rilevanza economica: il turismo nella zona dolomitica aveva ripreso vigore e cresceva la richiesta di prodotti di artigianato ligneo. La ferrovia permetteva ai turisti di raggiungere la valle direttamente da Chiusa, godendosi peraltro di un tragitto panoramico, e rivestiva anche un ruolo fondamentale per il trasporto di merci.

Il treno impiegava in media 2 ore e 40 minuti a compiere il percorso. L'esistenza della ferrovia cominciò tuttavia ad essere minacciata: l'embargo all'Italia decretato dalla Società delle Nazioni indusse il Ministero delle comunicazioni, con proprio decreto n. 2756 del 13 febbraio 1940, a sopprimere la linea, che sopravvisse solo per l'energica opposizione degli operatori della zona. Nel 1949 fu costituita la Società Ferroviaria Val Gardena, cui aderirono tutti i Comuni della zona, che redasse un progetto di ammodernamento ed elettrificazione, rimasto sulla carta a causa del mancato finanziamento da parte dello Stato.

Nel 1955 il trenino fu incluso nelle riprese cinematografiche per la realizzazione del film “Il prigioniero della montagna” (Flucht in die Dolomiten) del noto regista ed attore Luis Trenker, che documentò con immagini a colori e sonorizzate la bellezza dei luoghi attraversati alla ferrovia.

Nonostante il costante aumento di traffico turistico, la linea non fu oggetto di alcun intervento di sostanziale ammodernamento e potenziamento; il 28 maggio 1960, nonostante fosse già stato rinnovato l'armamento ma non il materiale di trazione, che era ancora praticamente quello d'eredità imperiale: il servizio fu interrotto e sostituito con corse di autobus.
La linea venne soppressa ufficialmente e disarmata due anni dopo.

Nel 1969 il tracciato dismesso, nella tratta Chiusa-Ortisei, fu reimpiegato per la costruzione di una nuova strada di accesso alla valle, in vista delle gare dei Campionati mondiali di sci alpino 1970. La sede ferroviaria della parte alta della valle è invece diventata un sentiero pedonale di collegamento tra i diversi paesi.

Non è stato dato seguito a nessuno dei progetti di ricostruzione e nessuna infrastruttura ferroviaria è stata conservata, fatti salvi i viadotti e le gallerie. Nel 2011 il Museum Ladin Ćiastel de Tor ha dedicato una mostra e un catalogo alla storia della ferrovia gardenese.

Il 15 dicembre 2000 il complesso dell'ex sedime ferroviario, ivi comprese le opere ingegneristiche residue, fu acquisito dalla Provincia autonoma di Bolzano. Il 25 novembre 2017 la galleria di Santa Cristina, dopo alcuni lavori di adeguamento, fu riaperta al pubblico come percorso ciclopedonale: al suo interno sono stati allestiti alcuni pannelli esplicativi della storia della linea ferroviaria, mentre al portale occidentale (presso la chiesa parrocchiale) fu collocato un modellino in scala della vecchia stazione.

Sulla linea prestarono servizio in una prima fase una ventina di motrici diverse, provenienti da altre ferrovie a scartamento ridotto austriache; una di esse era la "tipo U" n. 3 della Ferrovia Mori-Arco-Riva. Il materiale trainato era composto da 66 carri merci e, per il servizio viaggiatori, da 6 carrozze a due assi. Nel 1936 giunsero a Chiusa numerosi rotabili provenienti dalla cessata ferrovia Trieste-Parenzo da cui vennero acquisite 14 carrozze, 2 bagagliai e una vettura postale.

A Ortisei, sulla passeggiata Luis Trenker, è esposta quale monumento la locomotiva R.410.004. Per alcuni anni, fra il 1976 e il 2009, anche Chiusa ospitò una locomotiva monumento a scartamento ridotto a testimonianza della linea: si trattava della R 370 024 originaria della rete siciliana, in seguito trasferita con la medesima funzione presso l'Altopiano dei Sette Comuni.

Altre locomotive svolsero servizio sia sulla linea della Val Gardena, dal 5 febbraio del 1919 fino al 1960, che in val di Fiemme. Durante la seconda guerra mondiale andarono disperse in Bosnia le unità 002 e 007 (!). Dopo l'accantonamento vennero tutte demolite eccetto la 004 che, uscita nello stesso anno dalla revisione generale eseguita nell'Officina Grandi Riparazioni di Verona, era in ottimo stato di conservazione; oggi è monumentata a Ortisei.
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