Autore Topic: Il futuro del dialetto  (Letto 6538 volte)

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Il futuro del dialetto
« il: 17/05/2010 19:32 »
http://www.youtube.com/watch?v=ikz6k7g9eDM&feature=player_embedded

IL FUTURO DEL DIALETTO. Perché e come studiare le tradizioni e le diversità linguistiche nella società globalizzata?
Caffè scientifico con la linguista Patrizia Cordin
Venerdì 21 maggio, ore 16
TJ bar di Trento (Via Orne, 7)

Ospite: Patrizia Cordin (professoressa associata di Glottologia e Linguistica alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Trento)

Entrata libera e gratuita. L'incontro dura circa un'ora e si sviluppa partendo dalle domande che i partecipanti rivolgono all'ospite.

Informazioni, profilo dell'ospite e videointervista su: http://portale.unitn.it/ev/caffescientifico.htm

Quante sono attualmente in Italia le persone che parlano in dialetto? Quali sono le ragioni che possono portare dei giovani di oggi a scegliere il dialetto per le canzoni della propria band e per le relazioni con i coetanei? Da cosa nasce la proposta di introdurre l'insegnamento del dialetto nelle scuole e quali opportunità e problemi comporta? Qual è il destino delle parlate locali nell'era della globalizzazione? E, ancora, perché i linguisti di tutta Europa continuano a indagare con passione e attenzione struttura, grammatica, lessico ed evoluzione dei dialetti?
Su queste e su altre questioni Patrizia Cordin si intratterrà un'ora al TJ bar con tutte le persone incuriosite e interessate a porre domande sul tema e a chiedere informazioni anche sulle tracce di memoria custodite in alcuni cognomi diffusi in Trentino (come Pacher e Dal Rì, Tessadri e Tessari, Pinter, ecc.).
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Università degli Studi di Trento
Ufficio stampa
via Belenzani 12 - 38122 Trento
tel. 0461/281131-6  fax 0461/281247
email  ufficio.stampa@unitn.it
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IL FUTURO DEL DIALETTO. Perché e come studiare le tradizioni e le diversità linguistiche nella società globalizzata?

Ospite: Patrizia Cordin, professoressa associata di Glottologia e Linguistica

Qual è il ruolo che il dialetto o, meglio, i dialetti svolgono in una società in rapido cambiamento e sempre più tecnologica e globale come la nostra? Quali probabilità di sopravvivenza hanno le parlate locali? Perché lo studio dei dialetti dà un contributo importante alle analisi che hanno per oggetto le principali lingue europee?

Interrogarsi sul valore e sul futuro dei dialetti significa riflettere sulle possibilità di convivenza e di contaminazione tra locale e globale nella lingua (al pari di quanto avviene in tanti altri aspetti del vivere quotidiano). Significa considerare i dialetti come fonte di una storia condivisa da una comunità e di tante storie individuali. Vuol dire anche vedere nei dialetti un oggetto rilevante di indagine teorica, un patrimonio prezioso dal quale gli studiosi attingono informazioni importanti sulla struttura e sull'evoluzione delle lingue.

Quando si affronta il tema del dialetto, inoltre, è inevitabile chiedersi quali siano le modalità che possono permettere ai dialetti di mantenersi vitali nel futuro. Da qui nascono diverse domande più specifiche. Come, ad esempio, quale sia la capacità di evolversi dei dialetti, quale sia la percezione dei dialetti da parte di chi li parla e di chi non li parla. Quali siano i vantaggi e quali i rischi di insegnare il dialetto a scuola.

Altri spunti di riflessione emergono poi dall'osservare quanto cambi l'atteggiamento degli italiani nei confronti del dialetto con il mutare del contesto sociale, ma anche semplicemente dell'età. Solo per citare qualche caso. Se sino a qualche decennio fa la dialettofonia era censurata e autocensurata dai parlanti per insicurezza e senso di inadeguatezza, nella società globalizzata i dialetti vengono riscoperti come segno di distinzione rispetto a un generale appiattimento e di un legame più forte con il territorio a cui si appartiene. Se poi guardiamo all'età dei parlanti, osserviamo che per gli adolescenti e i giovani - sia autoctoni sia provenienti da altri luoghi - il dialetto può anche diventare una sorta di lasciapassare per inserirsi nel gruppo dei coetanei e per stringere amicizie.

Su questi e su altri aspetti del dialetto si potrà parlare con Patrizia Cordin nel Caffè scientifico del 21 maggio. Uno dei maestri di Patrizia Cordin è Noam Chomsky (riconosciuto come il fondatore della grammatica generativo-trasformazionale), le cui ipotesi sulla struttura linguistica e sulle regole universali, comuni a tutte le lingue, sono state applicate dalla linguista trentina anche ai dialetti dell'area, mostrando come sia possibile intrecciare in modo fruttuoso l'interesse per "le piccole lingue" con lo studio di teorie generali del linguaggio.

La professoressa Cordin nel Caffè potrà anche presentare qualche nota particolare sull'etimologia di nomi propri trentini, in particolare cognomi che contengono informazioni sull'antica origine, provenienza, professione di famiglie locali, e che spesso nell'area trentina sono presenti in una duplice versione (romanza e germanica).
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