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Quasi tutte le carte moderne riportano “Tratto Spino”, alcune “Trattospino”. Le guide si adeguano alle carte (o viceversa).Tutti si ostinano ad italianizzare il nome originario di uno dei punti più belli e panoramici e, come tale, uno di quelli più sfruttati, inflazionati, commercializzati, monetizzati e violentati di tutto il Monte Baldo.Si sta parlando di TREDES PIN che, nel dialetto dell’alto lago di Garda veneto, in quel dialetto un po' veronese un po' trentino (non me ne vogliano i trentini), corrisponde a “Tredici Pini”.Tredici erano i pini che formavano quel naturale riparo dalle calure o dalle buriane estive per le bestie portate in alpeggio sugli alti pascoli baldensi.La domanda sorge spontanea:-È giusto cercare d’italianizzare a tutti i costi cambiando i nomi con altri privi di significato (Tratto Spino?), perdendo l'origine delle parole e mortificando la cultura locale solo perché Tredes Pin è da considerarsi una forma dialettale non consona ad un’utenza globalizzata?-
Nei pressi di Trento c'è una frazioncina chiamata Pissavacca....niente stalle o malgari, solo la dialettizzazione di Bischof wacht, la guardia del vescovo...
A proposito del Manghen:l'argano era lubrificato con grasso animale e la pltiglia derivante dallo stesso più la limatura prodotta dalle parti metalliche e quella delle parti in cirmolo,produceva l'Onto de rona"un magico taumaturgico per ferite,contusioni e fratture,addirittura portentoso se mescolato a caldo con la "rasa"
Belle queste note storico-linguistiche adesso però vogliamo sapere cos'è la "rasa"
La resina
Mau, fa strano un "rovigoto" che mette in rete vocabolari di trentino