Da una lettura rapida dell'articolo proposto - riservandomi, ovviamente di approfondire l'argomento - mi pare di poter sottoscrivere al 100% lo spirito dell'Associazione ...ovvio che si tratta di un terreno minato... da una parte la sicurezza, che, come come si dice bene, non potrà mai essere assicurata al 100% per chi fa una attività collegata alla montagna, dall'altra la libertà, ma responsabile, di chi va in montagna .. io sono per la libertà responsabile ...stuffo, dopo ogni incidente, della caccia alle streghe ...
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Negli ultimi anni di mia frequentazione al CAI della mia città, ricordo che gli aspiranti Accompagnatori di escursionismo o Istruttori di Alpinismo, quando tornavano in sede dopo la frequenza ai corsi regionali-nazionali di abilitazione mi dicevano: "Ci hanno fatto una testa così durante il corso sul tema della responsabilità penale e civile dell'Accompagnatore-Istruttore in caso di incidente occorso durante un'attività sociale ... siamo quasi diventati avvocati o magistrati...abbiamo approfondito più questi argomenti che non i temi squisitamente tecnico-alpinistici(nodi, corde, set da ferrata, ecc. ecc. )" .. Morale: tornavano terrorizzati... ancora morale... dopo questi corsi mi dicevano "La tentazione sarebbe quella di non organizzare più nulla di attività sociale ..." .. il guaio è che un po' succedeva ... o comunque, la conseguenza era che veniva ridotto di molto il grado di difficoltà delle escursioni ... chi prima osava organizzare la ferrata degli Alleghesi o la Tridentina come attività sociale... dopo i corsi si riduceva ad organizzare la gitarella sui Colli ... un po' esagero, ma il senso è questo ...così gli Istruttori spesso uscivano dalla Sezione e facevano le loro cose difficili x conto loro e con i pochi amici fidati ...
