GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TRENTINO => Cultura della montagna => Topic aperto da: Larry - 11/03/2014 17:06
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Ecco, se uno volesse vivere per davvero, fino alla morte, in una baita in montagna, potrebbe farlo? (tenendo magari qualche animale, capra o gallina)
Non sto parlando delle baite per ricconi delle agenzie immobiliari, né dei bivacchi a disposizione degli escursionisti, né delle baite bloccate dai comuni, dalle comunità montane, dagli eredi multipli e dai privati che le tengono per vacanzette, come status symbol o altro.
Sto parlando di piccole baite fatte di tronchi di legno, con una stalletta, vicine a un ruscello o fonte d'acqua.
Ce ne sono ancora o sono introvabili queste capanne dei boschi?
Avete dei riferimenti precisi per queste baitine da vivere sul serio tutto l'anno? (se ce ne sono di disponibili, in comodato d'uso ecc.)
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Qualcosa c'è ma sono tutte private o in rovina
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Sicuramente qualcosa si trova, ci sarebbero molte malghe che con delle sistemazioni potrebbero essere abitabili, ma sono tutte malghe alte e fuori dal mondo (ma penso non sia il problema) il fatto è che in alto non puoi coltivare nulla. Puoi avere anche tante galline, capre magari un mulo per gli spostamenti e per usarlo appunto da mulo :). ma dipenderesti sempre dalla "civiltà" per i generi di prima necessità. E questo implica un reddito che potrebbe anche essere la pensione. Oltretutto anche se ti regalassero la malga dovresti spenderci cifre piuttosto elevate, dove le strade non arrivano o le costruisci o elicottero.
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Sicuramente qualcosa si trova, ci sarebbero molte malghe che con delle sistemazioni potrebbero essere abitabili, ma sono tutte malghe alte e fuori dal mondo (ma penso non sia il problema) il fatto è che in alto non puoi coltivare nulla. Puoi avere anche tante galline, capre magari un mulo per gli spostamenti e per usarlo appunto da mulo :). ma dipenderesti sempre dalla "civiltà" per i generi di prima necessità. E questo implica un reddito che potrebbe anche essere la pensione.
Oltre una certa quota viverci la vedo duretta. Come diceva Pista, non puoi coltivare nulla e quindi ciao autarchia. Ma se trovi qualcosa a bassa quota dove arrivi una strada, magari si può fare, avendo una rendita ovviamente :). Oppure puoi cercare qualche malga-agritur in gestione, con 10.000 euri di solito te la cavi (di solo affitto)....
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Più che riflessioni teoriche su fattibilità o meno (i sopravvissuti al disastro aereo delle Ande hanno ancora molto da insegnarci) chiedevo, se ne avete, informazioni pratiche specifiche su baite di vostra conoscenza che siano del tipo da me indicato (che si possano usare per sopravvivenza) e disponibili/abitabili (non costose, non da ristrutturare completamente perché mezze sfasciate, non per agriturismi & co).
Come zona può andar bene quella del Lagorai e l'altitudine intorno ai mille e trecento metri.
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Allora ti devi affidare ai classici annunci sulle varie immobiliari, non è lagorai ma guarda se è nelle tue corde:
http://www.immobiliare.it/42578965-Vendita-Rustico-Casale-da-ristrutturare-185-mq-Roncone.html (http://www.immobiliare.it/42578965-Vendita-Rustico-Casale-da-ristrutturare-185-mq-Roncone.html)
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Leggere attentamente quello che chiedo. Come ho già scritto sopra:
- non sto parlando delle baite per ricconi delle agenzie immobiliari
- non da ristrutturare completamente
- informazioni pratiche specifiche
Quindi, se scrivo qua su questo forum, è perché ho già cercato altrove, per altre vie.
Ho chiesto informazioni precise a voi, se ne avete, se conoscete voi direttamente delle baite come quelle di cui ho scritto sopra, non dei rimandi generici.
Se non ne avete (informazioni specifiche vostre), amen, non siete obbligati a rispondere.
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Ciao Larry,
capisco pienamente lo spirito delle tue domande e cercherò di darti elementi di valutazione sulla base della mia esperienza.
Tutt'ora le baite acquistabili sono molto care perchè,a torto o ragione,sono considerate uno sfizio o un bene di lusso.Quelle di famiglia sono gelosamente conservate,vuoi per affezione ,vuoi perchè beni potenzialmente ben vendibili al bisogno.
Avendo la voglia di un mio personale "rifugio" molti anni fà mi misi in caccia,riuscendo a comprarne una in zona Trenca,luogo per me da sempre "magico"
Già allora la cifra non era propriamente irrisoria e per fortuna che avevo venduto un'altra baita in zona che non mi interessava.....
La ristrutturazione pose e pone oggi gli stessi obblighi e complicazioni insite nei lavori di edilizia,come in paese e ancor più visti i vincoli paesaggistici,ambientali,forestali ecc.
Aggiungi le complicazioni di accesso e relativi costi dei trasporti,la necessità di congruenza impiantistico sanitaria per ottenere l'abitabilità e per renderla realmente fruibile tutto l'anno:insomma o ci butti un pacco di soldi o ,come feci io,ti prendi 12 mesi sabbatici e ti spelli ben bene le mani.
La mia attività e disponibilità mi ha permesso questa seconda scelta/sfida e da anni la baita è virtualmente abitabile per tutto l'anno.Certo non in autosufficienza perchè la terra a 1700m dà quel che può.Potrei fare questa scelta se non avessi famiglia e rinunciassi a buona parte degli impegni/abitudini/comfort della mia quotidianità e comunque avrei bisogno di denaro per coprire le spese quotidiane:impensabile far fronte a qualcosa che non sia pura sopravvivenza,contando solo sulla coltivazione,qualche bestia ecc.
Anche questa può essere una scelta di vita,radicale,ma praticabile:dipende dalle motivazioni.
L'alternativa è solo una piccola azienda agricola e di allevamento a carattere familiare in quota,magari integrata da attività ricettiva o simile:vita dura,certo gratificante e forse più fascinosa del trantran cittadino;bisogna nascerci o avere molta determinazione e voglia di imparare.
Per finire la ricerca di eventuali baite in vendita conviene farla sul campo,chiedere nei paesi ecc:quelle in mano alle agenzie hanno prezzi fuori di testa.
Per concluder,nella mia vita di viaggi in posti remoti ho avuto più occasioni di sperimentare le condizioni di sopravvivenza, anche al limite;grandi emozioni,esperienze senz'altro arricchenti,ma comunque vissute con la consapevolezza che si trattava di ben definite parentesi,con altre prospettive e ritorni all'orizzonte....
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L'alternativa è solo una piccola azienda agricola e di allevamento a carattere familiare in quota,magari integrata da attività ricettiva o simile:vita dura,certo gratificante e forse più fascinosa del trantran cittadino;bisogna nascerci o avere molta determinazione e voglia di imparare.
La domanda di Larry mi sembra molto interessante e penso che Kobang abbia dato indicazioni sagge e ragionate. Credo che vi sia un buon futuro per malghe/baite con attività tipo bed and breackfast o al limite con "piccola cucina" affiancate ad una qualche forma di allevamento (ovini, caprini o bovii in base alla quota ed alla natura del terreno, disponibilità d'acqua, posizione al sole etcc..) o artigianato del legno (ammesso che uno ne abbia la capacità). Per quanto riguarda le coltivazioni agricole oltre una certa quota a parte le patate, la segale, la canapa, e eventualmente frutti di bosco quali i lamponi non credo che si possano ottenere rese tali da giustificare lo sforzo, se qualcuno ne sa di più mi farebbe piacere... :)
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Facevo riferimento a un eremitismo semi-autosufficiente, non ad attività lavorative che implichino lo spartirsi spesso con altra gente.
Capanna di tronchi di legno (con camino e stalletta) disponibile nei boschi, a una quota di media montagna (circa 1300 metri). Occorre questa. Per me è difficilissima da trovare e lo metto bene in chiaro. Di questa ho chiesto perché è questa che non riesco a trovare.
Dovrebbero poi aversi a disposizione principalmente, per sopravvivere a lungo termine, dal mio punto di vista:
- ruscello/sorgente (per l'acqua)
- legna (per scaldarsi e cucinare)
- poche capre (latte e formaggio)
- poche galline (uova)
- erba (pascolo e fieno da immagazzinare)
- patate e fave (vanno bene da coltivare insieme, e le seconde sono utilizzabili anche come foraggio per le bestie)
Ok ai frutti di bosco.
Ok alla fungaia di pleuroto auto-coltivata.
La segale col tempo sì, da tenere in considerazione, per arrivare ad avere del pane, se proprio non ci si accontenti più delle patate.
Ok ai libri da leggere.
No a telefoni, auto, corrente elettrica, gingilli tecnologici.
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Ed in inverno con l'acqua come la mettiamo? ::)
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E quando siamo morti con la vita come la mettiamo?
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Se cerchi nel forum ci sono i villaggi abbandonati di Carazzagno. Qualcuno ci ha vissuto, di straforo, negli anni 60-80. Trovare baite come dici tu, libere, abitabili, é come vincere al totocalcio. Forse nelle zone piú depresse tipo tesino, vanoi, forse val mocheni, o veneto zona grappa o pasubio si trova qualcosa, ma di sicuro non le trovi sugli annunci economici ne sulle agenzie ma battendo i posti direttamente e chiedendo in giro
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nelle zone piú depresse tipo tesino, vanoi, forse val mocheni, o veneto zona grappa o pasubio
Aaaooooooo sarà depressa Pinè! :D
Mi viene una domanda: se si usa la legna per cucinare, scaldarsi e scaldare la legna, per tutto l'anno, ne servirà molta.. se ne può tagliare tanta se il bosco non è di proprietà? Non credo bastino gli avanzi lasciati dai boscaioli, ammesso si possano raccogliere..
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Ma se il problema è star lontani dagli altri... non è più semplice cercarsi una casetta nell'entroterra di Sicilia o Sardegna? Costa infinitamente meno, almeno il problema freddo è risolto e ci coltivi quasi tutto l'anno. Una baita in Trentino non troppo in alto, non diroccata, non costosa, col ruscello e 200 ettari di bosco da tagliare a proprio piacimento è come volere una casa singola, nuova, di minimo 200 mq a massimo 20 minuti da Trento e per non più di 200.000 euro...
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Ma se il problema è star lontani dagli altri... non è più semplice cercarsi una casetta nell'entroterra di Sicilia o Sardegna? Costa infinitamente meno, almeno il problema freddo è risolto e ci coltivi quasi tutto l'anno. Una baita in Trentino non troppo in alto, non diroccata, non costosa, col ruscello e 200 ettari di bosco da tagliare a proprio piacimento è come volere una casa singola, nuova, di minimo 200 mq a massimo 20 minuti da Trento e per non più di 200.000 euro...
si in Trentino penso sia impossibile, a meno di una terribile botta di culo. Più semplice probabilmente sull'Appennino, o forse in Sardegna.... Ma forse il nostro amico cercava proprio una baita nelle alpi... Già in Veneto credo ci siano più possibilità... sulle pendici del Grappa ho visto decine e decine di casupole che parevano abbandonate... anche bei posti...
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Non ci sono stato ma più che parole come “fascino” e “magia” a me certi deserti borghi della Val Carazzagno, o d’altre simili località, fanno venir in mente, con riferimento a case in pietra e strutture in legno, parole come “sfasciate”, “semidistrutte”, “sventrate”, “pericolosamente scricchiolanti”, “miseramente fatiscenti”.
Trovo illuminante il messaggio di Lorenzo, o, come dicevan tutti, Renzo.
Più che un posto in Sicilia o in Sardegna, ne preferirei allora uno alle Maldive, per pescare al largo di un’isoletta non turistica.
Tra un centinaio d’anni, o giù di lì, finiranno sottacqua (le Maldive, non Sardegna e Sicilia) per cui, pensando al loro futuro da isole acquatiche fantasma, mi sento invaso da “struggente tristezza”, tanto che, in previsione, “la nostalgia del tempo e del mondo perduto trafiggono il cuore”. Il cuore… se ne avessi uno lo trafiggerebbero sicuramente.
Anche Marte è fascinoso: un corpo celeste mezzo morto da far rivivere grazie a esponenti della stessa specie che sta facendo morire il proprio pianeta ospitante.
Comunque chi ha in mente il finale del film “Le ali della libertà” sa che da qualche parte c’è sempre una messicana Zihuatanejo, o più semplicemente un’agreste Buxton del Maine, ad attenderci.
SPOILER
E sa soprattutto che quel posto, ovunque sia nell’universo, è tutto fuorché reale.
Chiamala, se vuoi, pseudoillusione.
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E quando siamo morti con la vita come la mettiamo?
Cosa c' entra?
Mi riferivo al fatto che in inverno hai solamente ghiaccio, non acqua.
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Escludi a priori la zona Grappa, non ci sono ruscelli a quota 1300 come in tutte le prealpi, occorre scegliere terreni impermeabili.
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Escludi a priori la zona Grappa, non ci sono ruscelli a quota 1300 come in tutte le prealpi, occorre scegliere terreni impermeabili.
ma scusa, e tutte le casupole che si vedono sulle pendici, come facevano? Da qualche parte l'acqua la dovevano pur prendere...
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ma scusa, e tutte le casupole che si vedono sulle pendici, come facevano? Da qualche parte l'acqua la dovevano pur prendere...
Per le bestie ci sono le pozze e per le persone ci sono le vasche interrate tutte alimentate dall'acqua piovana, ricuperata dalle falde dei tetti nel secondo caso.
Anni fa nei periodi prolungati di siccità una malga veniva rifornita d'acqua con le autobotti dei pompieri, mentre durante la prima guerra mondiale furono costruiti degli impianti di sollevamento dell'acqua, dalla valle alle cime, ma erano altri tempi.
Eh... se il Grappa avesse l'acqua sarebbe un enorme villaggio, ovviamente parlo del versante Nord ma non credo che a sud sia molto diverso.
Anzi a dire il vero il Grappa ha tanta acqua ma sgorga a livello della pianura, ad esempio vedi la valle di Schievenin che rifornisce la provincia di Treviso, la valle dello Stizzon che abbevera Feltre.
E comunque se uno volesse vivere da semi-eremita difficilmente troverebbe un posto isolato nel massiccio vista la grande quantità di strade forestali aperte negli ultimi anni.
Forse meglio indirizzarsi verso l'alta Lombardia o Piemonte orientale.
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Facevo riferimento a un eremitismo semi-autosufficiente, non ad attività lavorative che implichino lo spartirsi spesso con altra gente.
Capanna di tronchi di legno (con camino e stalletta) disponibile nei boschi, a una quota di media montagna (circa 1300 metri). Occorre questa. Per me è difficilissima da trovare e lo metto bene in chiaro. Di questa ho chiesto perché è questa che non riesco a trovare.
Dovrebbero poi aversi a disposizione principalmente, per sopravvivere a lungo termine, dal mio punto di vista:
- ruscello/sorgente (per l'acqua)
- legna (per scaldarsi e cucinare)
- poche capre (latte e formaggio)
- poche galline (uova)
- erba (pascolo e fieno da immagazzinare)
- patate e fave (vanno bene da coltivare insieme, e le seconde sono utilizzabili anche come foraggio per le bestie)
Ok ai frutti di bosco.
Ok alla fungaia di pleuroto auto-coltivata.
La segale col tempo sì, da tenere in considerazione, per arrivare ad avere del pane, se proprio non ci si accontenti più delle patate.
Ok ai libri da leggere.
No a telefoni, auto, corrente elettrica, gingilli tecnologici.
L'idea è affascinante, ovviamente se uno ha famiglia, come il sottoscritto, le cose si complicano! Nel concreto avrei delle perplessità riguardo alla quota per la coltivazione delle fave ed inserirei pecore (lana per vestiti, corde etcc...) mentre limiterei le capre (che tendono a devastare i prati se gli stessi non sono molto estesi in quanto strappano l'erba invece di brucarla) magari a vantaggio di qualche maiale di quelli piccoli che richiedono poco (ma danno tanto!)
Non so in trentino, in Alto Adige darei un'occhiata a valli laterali come la Val Mazia.
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Una soluzione come quella di LARRY verrebbe subito inibita dalle locali autorità:certificato abitabilità?smaltimento rifiuti? norme igieniche (wc e relativa raccolta)?,certificato di residenza? Controllo veterinario sulle capre? e via di seguito.
Sono problemi oggettivi,purtroppo,non tentativi di scoraggiare.
Questo sogno lo coltivo anch'io e con molte possibilità di realizzarlo avendo la baita idonea e terreno;solo preferisco godermela come rifugio temporaneo:non sono pronto nè motivato per un taglio netto con la rete di amici e famiglia e non sono così al limite da volermi isolare!
Ripeto la capanna da sopravvivenza è più fattibile dal pdv dell'adattamento alla precarietà che non sotto il profilo di leggi e regole.
Un baitello minimale con bosco e prati sufficienti all'autosufficenza,a mezza montagna,richiede ad oggi un bel gruzzolo per l'acquisto.Le baite non hanno risentito delle crisi di mercato perchè sono di fatto beni voluttuari...
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Nella valle del Mis, tra Gosaldo e Rivamonte Agordino, ci sono molti borghi (una o più case) abbandonati in mezzo al bosco. Alcune case sono anche molto belle e grandi. Son tutte collegate tramite vecchie mulattiere. L'acqua la si trova nel fondovolle, ma ci sono anche dei torrentelli che scendono.
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La valle del Mis non è infestata dalle zecche?
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Sì ce ne son parecchie. Ma sono sempre creature del signore ;D
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Non esistono divinità, se non come illusioni.
Le creature viventi - zecche o scimmie - sono figlie, lasciando stare l'aspetto radiativo, dell'assemblaggio materiale (subnucleare-atomico-molecolare-cellulare...), che potrà apparire prodigioso (anzi, per i cavernicoli, addirittura opera del Signore Dio Onnipotente!), ma che si rivela frutto del caso, se lo si considera lucidamente, su tempi morti "eterni". Basta una coincidenza dopo 40 mila miliardi di non coincidenze per fare un miracolo e invocare un Creatore?
C'è, fra le creature inanimate - per restare più o meno in tema -, anche il pelmiano "Caregon del Padreterno", o "Trono di Dio". Possiamo attribuire alle montagne e alle bestie tutti i nomi che vogliamo, ma restano tutte figlie del nulla (comprese quelle che si autoclassificano come le più sapienti).
Le montagne non ci avvicinano di più a Dio, ma alla tropopausa.
L'incontro con le zecche non ci avvicina di più al Signore, ma all'eritema migrante.
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Scordati la baita trentina, qua si usa tenersela stretta per fare allegre bisbocce familiari o passarci meravigliose giornate da eremiti.... ;)
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Più che i trentini, sono gli altoatesini a tenersi ben stretti i loro masi (chiusi) e a portare avanti l'agricoltura di montagna a conduzione familiare, anche se nella forma "corrotta" dell'agriturismo - agricoltura montana che in trentino può ritenersi nel complesso morta, almeno dal mio punto di vista, come provincia nel suo insieme (rivolta tutta all'infestante turismo di massa; ma così accade anche nella meno concorrenziale provincia bellunese, o altrove).
Una più o meno usufruibile disabitata casetta nel bosco l'avrei anche trovata in Trentino, durante tutte le mie ricerche (non rivelo il posto, ma è da qualche parte fra i boschi nel Lagorai), e se volessi potrei anche provare ad occuparla e starci (avrei delle grane sicuramente, ma non così insormontabili come uno potrebbe immaginare - pensate alle storie di occupazione degli ecovillaggi, agli "Elfi", ecc.).
Il comune trentino bloccherebbe appunto questa baita, Selvagem, non per scopi di sussistenza ma per far baldoria, attraverso gruppi di non meglio specificati mangiatori estivi di polenta, un anno sì e - metti - tre anni no. Che tristezza.
E non parliamo delle "magnifiche" comunità.
Il vivere veramente in montagna non interessa a nessuno. In pratica, anzi, i vari enti fanno di tutto per non fartelo fare. E io stesso, tra l'altro, non sono così convinto di volerlo fare.
Forse vi è sfuggita infatti una parte rilevante, quella in cui sottolineavo il carattere illusorio del vivere felicemente nella baita. I fotogrammi stampati nella mente di solitaria felicità perpetua in baita non hanno niente di reale.
Di eremiti vecchio stampo, poi, non ne esistono più. Anche Quintino Corradini è meno eremita "hard" di quanto uno possa pensare in base a servizi giornalistici o televisivi.
Per finire, più che la baita in montagna, a me piacerebbe una casettina in (una) campagna (non afosa), che però "dalle nostre parti" trovo molto più contaminata del monte (basti pensare ai diserbanti/pesticidi nei suoli e all'inquinamento delle acque) - e comunque c'è il mio nichilismo di fondo ad assestare sempre il colpo di grazia.
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Con la tua filosofia un posto vale l’altro, anche se l’opzione montana è sicuramente la più difficile e impegnativa, burocrazia o no. La tua sarebbe scelta estrema, che nel nostro immaginario è un sogno antico, non impossibile ma non indispensabile, ai più. Che dura una stagione in malga o in campeggio, o lo vivi nelle fughe dallo stress della vita quotidiana nei masi o nelle baite. Ecco, un orticello, la legnaia, i lavoretti di manutenzione, i pisolini lontani dall’afa di fondovalle, i funghi, le escursioni, la montagna, i suoi suoni, il suo respiro, queste sono le nostre icone….ma poi è dura, in inverno, non avrebbe un senso se non, e chiudo il cerchio, filosofico. E poi si sconfina nel masochismo.
Post scriptum: quando Venezia si potrà visitare solo in batiscafo si starà stretti pure lassù….. al bait
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Se ti interessa un maso, ristrutturato, con riscaldamento ed annessi e connessi, ci sono stati ricavati tre appartamenti. uno grande e due più piccoli a Predazzo, è quello di fianco i trampolini, servito dalla strada asfaltata, aperta anche in inverno, perchè porta alla parte alta dei trampolini, è di un mio cugino che lo ha messo in vendita, non è una baita, ma se ti interessa il genere, è un affare.
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Un affare lo sarà per tuo cugino. Hai letto bene i miei post?
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Certo che li ho letti, infatti nel mio post ho scritto "ma se ti interessa il genere"
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Affare fatto allora.
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Direi che Selvagem ha fatto una sintesi efficace e conclusiva.
Se Larry avesse in mente di sperimentare la sua filosofia o solo verificare il passaggio dal sogno iconico alla realtà,potrebbe tentare l'esperienza in uno dei vari ,piccoli rifugi abbandonati.Quelli poco gettonati e quindi sempre senza gestore,in genere posti a mezza montagna,in zone tranquille,lontani dai percorsi affollati.Forse la SAT od il CAI hanno ancora strutture del genere,oppure bisogna chiedere ai comuni.
Un anno da gestore,da scambiare con lavori di restauro,manutenzione, senza dover pagare canone e sicuramente con proventi irrisori,non costituenti reddito.
L'occupazione di strutture abbandonate in Trentino è impraticabile:il territorio è ben presidiato da forestali,boscaioli e locali e sicuramente arriverebbero a sloggiarti.
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Direi che Selvagem ha fatto una sintesi efficace e conclusiva.
Se Larry avesse in mente di sperimentare la sua filosofia o solo verificare il passaggio dal sogno iconico alla realtà,potrebbe tentare l'esperienza in uno dei vari ,piccoli rifugi abbandonati.Quelli poco gettonati e quindi sempre senza gestore,in genere posti a mezza montagna,in zone tranquille,lontani dai percorsi affollati.
scusa e quali sarebbero questi "piccoli rifugi abbandonati"? In 40 anni che giro, a parte le solite malghe o casupole abbandonate e/o fatiscenti, non ne ho mai visto uno :)
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> L'occupazione di strutture abbandonate in Trentino è impraticabile [...]
Prima di esprimersi in tal senso - con riferimento ad esempio a una struttura isolata come quella a cui ho precedentemente accennato - andrebbe indagata anche la via delle due mazzettine: quella per l'assessore ambiente & foreste e quell'altra, nel rispetto della parità di trattamento, per la guardia forestale locale, indigena o meno (rispetto assoluto della par condicio). Forse qualcuno conosce già il relativo tariffario (come conoscono quello delle sgualdrine i loro frequentatori). Etica trentina permettendo, viviamo in un mondo di corruttibili.
> Se Larry avesse in mente di sperimentare la sua filosofia [...]
Se ti riferisci al nichilismo allora non c'è niente da sperimentare. Già tutto fatto. C'è solo da perder tempo a far 'na cosa piuttosto che un'altra prima di schiattare, riconoscendo dell'una e dell'altra il nonsense [sic].
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Vedi,ho il sospetto che il tuo manifesto cinismo,non nihilism, sia un pò "costruito" per tenere in piedi questa discussione ,simpaticamente condita di non sense...
Vieni e prova a dare "mazzette" per un obiettivo come il tuo:la corruttibilità non conosce frontiere,ma la pignola e atavica difesa della territorialità,la diffidenza verso i "foresti",il senso spiccato della proprietà (fora del me') ed altre simpatiche caratterialità trentine sarebbero più che sufficienti a disincentivare da una occupazione abusiva.
Quanto alla sperimentazione era riferita pragmaticamente al testare l'attitudine al vivere, con poco o niente, le quattro stagioni in una condizione di precario alloggio e relativo isolamento.
Da come parli sono certo che hai già sperimentato la tua riduttiva visione della vita....
Altri qui vivrebbero l'esperienza come una felice diversione,un godimento più prolungato dei tanti felici momenti passati in baite,malghe o bivacchi senza la leggera ombra del rientro a valle,inteso come ritorno al quotidiano.
Se tutto quanto affermi è solo una provocazione scherzosa,ne apprezzo i toni;se è la tua reale visione della vita mi spiace per te e mi sorprende come dalla passione per la montagna tu non sia riuscito a trarre più felici insegnamenti.
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Il prossimo passo sarà quello di darmi del troll, suppongo.
Comunque, pur sapendo di vivere in un paese/mondo corrotto, non mi ritengo uno che corrompa, o uno facilmente corruttibile, e questa non costruita discussione dovrebbe testimoniarlo, visto che mi pare d'essere stato schietto dall'inizio fino alla fine.
Per me lo stile di vita da baita montana non ha niente a che fare col godimento occasionale: ho in mente il vecchio dell'alpe/nonno di Heidi (personaggio certo immaginario, ma ispirato a figura un tempo realmente esistita).
Ma siamo nel 2014 e non più nel 1880.
La lucidità nichilista rappresenta una problematica aggiuntiva, una difficoltà in più (non basta quella del ruscello ghiacciato d'inverno!).
Anzi - e concludo - la questione si potrebbe formulare in questi termini (adattando leggermente le parole del dottore, quando andò alla baita): <<Sì, Heidi, qui tutto è molto bello, ma credi che una persona nichilista potrebbe godere di tanta bellezza?>>
Addio e grazie a tutti per lo scambio.
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Ho parlato in termini di provocazione intellettuale,non di troll.
La critica superficiale al nichilismo la dette anni fà un conoscente:inutile mangiare tutto questo buon cibo,tra due sarà tutta cacca!
La voglia di tenere vivo un antico mondo di semplicità,frugalità,contatto con la natura non mediato ecc. credo si annidi nell'anima di molti che frequentano questo forum.Ciascuno con la propria esperienza,con i legami ,spesso ineludibili, con il prossimo e con la società,con le responsabilità verso i familiari ecc. cerca la sua strada per aderire a questo sogno e quindi anche la tua è una strada rispettabile e ti auguro di percorrerla.Provaci,cerca di farlo senza cercare lo scontro con altrui sensibilità:quello di cui stiamo parlando,qui sembra una avventura esistenziale,ma basta andare nelle remote valli di Albania o del Caucaso georgiano per verificare che è condizione di vita reale,immutata e con poche prospettive di cambiamento per migliaia di persone.
A risentirci,non addio.
Leonardo