Autore Topic: [DOLOMITI DI BRENTA] Traversata Durmont 1835 - Iron 1864 (Giro di Val Manez)  (Letto 15333 volte)

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Lungo la dorsale del Durmont, sullo sfondo Cima Vallon nel Brenta meridionale

Quella che sulla carta doveva essere un “giro da pensionati” si è rivelato, preso un po’ troppo alla leggera, una durissima scavallata con rientro a notte fonda alla luce delle pile frontali. Ma veniamo ai fatti. L’idea era di esplorare un’altra zona ignota, nella fattispecie la zona della Val Manez e il Monte Iron, osservati da lontano nella precedente escursione a Cima Sera.


Salendo verso cima Durmont, panorama sul Caré Alto


Nei pressi di Cima Durmont


La Val Manez bassa, sullo sfondo a sx la piramide di Cima Sera


Vista sul Caré Alto e Corno di Cavento

Consulto un po’ di mappe come al solito e, pur senza dare troppo peso alla cosa, mi insospettisco perché le varie carte non sono concordi sulla possibilità di percorrere le creste da Durmont fino al passo delle Malghette. In alcune mappe il sentiero c’è, in altre il nulla. Come al solito, si vedrà sul posto. L’idea è dunque di fare il giro della Val Manez da Cima Durmont al Monte Iron seguendo creste e dorsali. Io e Signoraaquilone raggiungiamo passo Daone a m 1295 dove parcheggiamo, quindi partiamo seguendo il sentiero n. 9 che, con una serie di decise rampe, arriva alla prima cima della giornata: Cima Durmont 1835, con uno spettacolare panorama sul Carè Alto da levare il fiato.


Vista su Cima Vallon e Corno di Senaso

Fin qui sono appena 500 metri di dislivello, ma il peggio deve venire :). Dopo breve sosta seguiamo la bellissima e panoramica dorsale pianeggiante sospesa sopra la val Rendena e la selvaggia Val Manez. In seguito si perde quota, quasi 200 metri per scendere a Passo di Campiol 1666, quindi altri 200 per salire al Monte Cargadursi 1859 dove facciamo la sosta pranzo nel tepore di una clima incredibilmente mite.


Vista sulla bassa Val Rendena


Cima di Vallon e Corno di Senaso


Veduta verso Pinzolo, a sx la Presanella


Il sole inizia a tramontare sul Caré Alto

Dalla cima inziamo la discesa per il versante nord innevato, tutt’altro che banale. Si scende “a panza” per il bosco ripido a ridosso del crinale, cercando di indovinare la traccia coperta dalla neve (non ci sono orme o tracce). Raggiunta la selletta sottostante, ancora salita fino al dosso di Margole, dove però siamo respinti da una muraglia di mughi apparentemente invalicabile. Torniamo indietro e cerchiamo un passaggio ma c’è un salto verticale di roccia di un centinaio di metri che proviamo ad  aggirare. Perdiamo quota e decidiamo grazie al gps del cello di andare a intercettare il sentiero 350 che corre più in basso. Il tentativo riesce calando per il bosco ripido e aggirando altri salti di roccia, alla base dei quali troviamo il sentiero.


La non banale discesa per il M. Cargadursi (a sx) e il Dosso di Margole che ci ha fatto penare per i salti di roccia


Guardando indietro per la dorsale verso Cima Durmont

Raggiungiamo quindi il Passo Malghette 1723, dove si pone un ulteriore dilemma: dove salire per raggiungere il crinale a sud del M. Petta. Non si capisce granché da qualche traccia esile e coperta da neve...


Dal Passo delle Malghette si sale ripidamente verso il crinale di Cima Petta


Le vertiginose pareti del Castello dei Camosci precipitano sulla Val d'Algone

Saliamo ancora “a panza” per delle radure boscose sui versanti coperti da cortine di mughi assolutamente impenetrabili. Il gps del cello ci viene parecchie volte in aiuto per fare il punto posizione. Intercettiamo finalmente il sentiero 15 che sale ripidissimo verso la cresta.


Il lungo crinale verso cima Iron (innevato sullo sfondo)

Sembrava fatta e invece comincia il vero calvario: una sequenza infinita di saliscendi su e giù di 100 metri alla volta per cime e cimotte, dove i versanti di salita rivolti a nord sono innevati con almeno 40-50 cm di neve ghiacciata o fresca che rallentano enormemente la marcia.


Il sole si abbassa inesorabile all'orizzonte


Corno di Senaso

Non ci sono tracce (a parte quelle dei camosci che sembrano seguire il sentiero) e questo complica parecchio l’orientamento nel seguire il percorso che si snoda tra mughi, boscaglia e radure lungo il filo di cresta, tra i precipizi ad est sulla Val D’Algone e le barriere impenetrabili di tremende mugaie a ovest sulla Val Manez. Comincia a farsi tardi, il percorso è tortuosissimo per la tormentata cresta della “Montagna di Manez”.


Guardando indietro verso Cima Petta


Le ombre si allungano verso l'alto...


Verso il Monte Iron in uno dei tratti più praticabili


Tramonto di fuoco su Cima del Vallon

Il sole cala inesorabile all’orizzonte e arriva rapidamente il tramonto mentre siamo ancora a quota 1900. Compare la luna sopra il Castello dei Camosci. Io comincio un po’ a preoccuparmi, perché il Monte Iron appare ancora lontanissimo, ma soprattutto perché ci sono ancora diverse cimotte ripide da rimontare dal versante nord nella neve alta.


Sorge la luna dietro il Castello dei Camosci

Comincia a farsi buio: lo spettacolo invero è bellissimo con le luci del fondovalle immerse nell’oscurità, il profilo del Carè Alto che riflette gli ultimi chiarori dei ghiacciai a 3500 metri. Ma noi dobbiamo stare molto attenti a non perdere il tortuoso corridoio tra i mughi. Le rampe a nord sono micidiali, mezzo metro di neve fresca o ghiacciata dove gli scarponi non fanno presa e moltiplicano la fatica della salita.


Guardando verso cima Durmont

Ormai è buio, la neve scintilla alla luce della luna, arriviamo stanchi sull’ultima cima prima di arrivare al Monte Iron. L’imperativo era arrivare sull’Iron prima che facesse buio ma ormai non si vede più una mazza, tiriamo fuori le pile.


La luna sul Brenta meridionale


Sta calando il buio e il Monte Iron è ancora lontanissimo: è l'ultima cima a sinistra

Ora bisogna scendere l’anticima e trovare la via per salire il M. Iron che vediamo a ormai a mezzo chilometro. Le mugaie al buio però sono dei labirinti dove non si capisce se c’è un passaggio oppure no. Dopo un paio di tentativi a vuoto scendiamo verso una radura per un costone erboso molto ripido dove però bisogna stare molto attenti a non scivolare.


Buona notte...

La stanchezza comincia a farsi sentire. Ci infognamo un paio di volte in corridoi ciechi tra i mughi poi, non so come, a intuito risalgo verso il crinale e trovo il passaggio per il rotto della cuffia prima che faccia completamente buio. Ancora salita nella neve fonda e dopo un centinaio di metri siamo finalmente “salvi”, avvistiamo la croce del Monte Iron e arriviamo in vetta che sono già le 18.00 passate. Ora ci attende una lunghissima discesa per rientrare a Passo Daone, che sta sull’altro versante della Val Manez (ci metteremo circa 3 ore!). Incredibilmente in vetta c’è una temperatura mitissima nonostante sia ormai notte. Quasi dispiace dover scendere, ma il rientro è ancora lungo quindi scendiamo per il lungo e aereo crinale dove il sentiero, come previsto, si segue abbastanza facilmente alla luce della frontale. Sotto di noi brillano le luci del fondovalle, mentre all’orizzonte verso la Val del Chiese si spengono definitivamente i colori del tramonto.


Ultima (pessima) foto poco sotto cima Iron, calando verso Ancis

Passiamo per la Cima del Brenner e poi giù ancora nel bosco fitto. Sul cello ho l’app con la cartografia della Tabacco, molto utile per fare il punto della posizione. Tuttavia nei pressi di Cima Ancis perdiamo la deviazione (proprio non la vediamo) che dovrebbe arrivare sulla strada forestale e arriviamo alla località Ancis, una magnifica radura punteggiata di baite che scorgiamo al chiaro di luna. Così però abbiamo perso inutilmente altri 100 metri di dislivello. Ancora il cello col gps ci aiuta notevolmente nell’orientamento per trovare la traccia che ci riporta finalmente sulla forestale, dove tiriamo un sospiro di sollievo, ora siamo veramente salvi. Con un eterno traversone scendiamo per il versante ovest del Monte Iron fino all’impluvio del Rio Manez, quindi cambiamo versante scendendo fino alla frazione di Manez. L’inversione termica si manifesta con un freddo che ci arriva addosso quasi improvviso, per cui indossiamo subito giacche a vento e guanti.


Il percorso: al centro in alto il Monte Iron, con il lunghissimo rientro notturno

Da Manez prendiamo quindi la strada forestale che con altri 200 metri di durissima salita - siamo ormai al lumicino delle forze- ci riporta a Pramarciù e quindi fino al Passo Daone dove abbiamo la macchina quando sono ormai le 21.00. Praticamente quasi 12 ore di marcia ininterrotta se si eccettua la pausa pranzo di 3/4 d’ora. In conclusione una escursione magnifica, sia pure con difficoltà tutt’altro che banali per il rientro notturno e la marcia forzata. Utilissime e anzi indispensabili le pile e il gps del cello che ci hanno permesso di trovare rapidamente l’orientamento quando avevamo dei dubbi.

Infine un ringraziamento per Signoraaquilone, che non si è mai lasciata sfuggire un solo lamento nonostante l’escursione abbia preso una piega nel finale davvero tosta :) Sviluppo circa 24 km, dislivello “incalcolabile” per l’infinita serie di saliscendi ma realisticamente attorno ai  1300 metri.
« Ultima modifica: 27/04/2016 13:48 da AGH »
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Offline trabuccone

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Posti ignotissimi ma a quanto pare molto belli e panoramici  ;) Complimenti per la tenacia e la resistenza!! 24 Km sono una bella sgroppata con tutto quel percorso in cresta   :) Foto serali spettacolari  :D
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline AGH

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Posti ignotissimi ma a quanto pare molto belli e panoramici  ;)

sono posti per te, da scavallatore professionale :D. Stiamo parlando del Brenta comunque, sia pure le ultime propaggini meridionali, mica pizza e fichi :)
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Offline Man

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Bravissimi, pero' per me un'ottimo giro estivo  :) ora come ora mi fermerei al Cargadursi e dintorni
La cresta Petta-Iron e' descritta come 'laboriosa' dal Gadler, in genere e' affidabile e non esagera...grazie per la conferma ;D
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Offline Man

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Bravissimi, pero' per me un'ottimo giro estivo  :) ora come ora mi fermerei al Cargadursi e dintorni

quando dico 'per me' intendo ovviamente 'per le mie capacita' ', per chi glie la fa come voi, sembra un'ottima cavalcata, magari con il senno di poi partendo molto molto presto al mattino  :)
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Offline Normanno

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Il sole cale inesorabile all’orizzonte e arriva rapidamente il tramonto mentre siamo ancora a quota 1900. Compare la luna sopra il Castello dei Camosci. Io comincio un po’ a preoccuparmi, perché il Monte Iron appare ancora lontanissimo, ma soprattutto perché ci sono ancora diverse cimotte ripide da rimontare dal versante nord nella neve alta.
Che giro stupendo! Il Caré Alto è una montagna fantastica! Diciamo che la foto con la luna sopra il Castello dei Camosci mette un pò di inquietudine ;), Avete avuto sicuramente molto sangue freddo e molta determinazione (oltre che una ottima preparazione), complimenti ad entrambi ma soprattutto alla Signoraaquilone :D

Offline AGH

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@Man, certamente non è particolarmente laboriosa senza neve, con neve non battuta le cose cambiano parecchio :)

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Offline Man

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@Man, certamente non è particolarmente laboriosa senza neve, con neve non battuta le cose cambiano parecchio :)

ottimo, ottimo, sembra proprio womanabile  :)
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Offline AGH

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ottimo, ottimo, sembra proprio womanabile  :)

assolutamente sì! Non c'è nessun tratto esposto quindi direi che potete andare tranquilli
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Offline signoraaquilone

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Da Manez prendiamo quindi la strada forestale che con altri 200 metri di durissima salita - siamo ormai al lumicino delle forze- ci riporta a Pramarciù
Vi garantisco che di forza il nostro Agh, ce ne aveva ancora tanta, anche alla fine del giro :)
In conclusione una escursione magnifica
Non posso non quotare.
Nulla da aggiungere al bel resoconto e alle stupende foto!
Ma devo dire che è stata la grande esperienza e conoscenza di Agh a trarci d'impaccio in più di una situazione, quando le condizioni non erano ottimali...
Posti ignotissimi ma a quanto pare molto belli e panoramici
Non un'anima viva in tutta la giornata :) ce lo si aspettava, ed effettivamente è stato così. Ma il giro ha molto da offrire, tra bei paesaggi , e panorami di tutto rispetto! Anche in notturna  :D

Offline edel

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Bellissimo itinerario! :) non ho parole... complimenti a entrambi per il  lunghissimo giro spettacolare, per la resistenza... e ovviamente per le foto sempre splendide!

Offline gabi

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Belle foto e grande escursione, con rientro al chiaro di luna. Bravi, anzi bravissimi  :)

Offline Oma

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Zone molto belle e per me ancora del tutto sconosciute!
Complimenti per le foto e la mega scarpinata! Bravi!!  :)

Offline Artic

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Bel giro e belle foto, fatto il tratto Durmont/Cargadursi il 1° gennaio di 2 anni fa e lo stesso itinerario vostro in estate, sempre poca gente e panorami molto belli(dal Durmont si vede perfettamente anche tutto il lago d'Idro). Bravi però,se foste realmente rientrati dal passo Durone sareste stati dei ..marziani.

Offline AGH

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Dal Durone? E come?

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