Le previsioni meteo per giovedì scorso prevedevano giornata splendida, con vento in quota in decisa attenuazione.
Decidiamo quindi una uscita nel Brenta, la mia prima volta nel sottogruppo della Campa.
Grazie ai report visti su GIM propongo Cima Santa Maria partendo da Malga Arza, con l’idea di abbinarci qualcosa di leggermente più pepato, gambe permettendo: le alternative in zona non mancano e valuteremo strada facendo.
Tralascio la relazione della salita a Cima Santa Maria, già descritta pochi giorni fa da Ste82.
In vetta sosta pranzo e decidiamo il da farsi: il Croz del Re ci farebbe allungare di parecchio il percorso, il Monte Corona vorremmo farlo in futuro in traversata, quindi decidiamo per Cima della Sporata, la cima subito a N dell’omonima bocchetta, di fronte a Cima Corona.
La vetta si divide in 2 quote principali: la Cima Centrale, più alta, e la Cima Nord, per poi collegarsi con una lunga cresta verso Cima Borcola; in altre carte Cima e Bocchetta della Sporata sono chiamate rispettivamente Croz de la Madonna e Pas dele Madonine.
Dalla Sella del Montoz ci portiamo a Bocchetta della Sporata e in forcella lasciamo il sentiero segnato per seguire una parvenza di traccia che si dirige a N, lasciando sulla sx il primo ardito pinnacolo, sul quale un enorme gracchio sembra avvisarci di non entrare nel suo territorio.
Aggirato il pinnacolo sbaglio e salgo subito il primo canalino di zolle e roccette, portandomi in cresta troppo presto.
Non ci sono ometti, vedo la cima ancora molto lontana e a prima vista la cresta non sembra agevole.
Provo comunque a continuare e passo dopo passo, prima sul versante ovest, poi ad est, poi tra piccole guglie in un ambiente spettacolare mi avvicino alla vetta con passaggi sempre tecnicamente facili.
Aggirato l’ennesimo torrione c’è un ometto fuorviante su un forcellino: non c’è sbocco verso l’alto e bisogna provare a scendere nel versante est, verso un ripido pendio erboso.
Scendendo un canalino e aggirando un roccione in discreta esposizione riusciamo ad arrivarci.
Risaliamo il pendio fino a tornare in cresta e raggiungiamo così Cima Centrale della Sporata m 2496.
Dalla vetta splendido colpo d’occhio su Fibbion, Santa Maria e Termoncello.
Torniamo sui nostri passi scendendo per il pendio, continuando poi a vista verso una zona di grossi massi crollati.
Da qui potremmo anche salire la Cima Nord con le medesime difficoltà, ma ormai è tardi e rientriamo a Bocchetta della Sporata, seguendo una labile traccia che rimane sotto le pareti senza perdere quota (qualche ometto lungo tutta la discesa).
Ci aspetta ora il lunghissimo rientro al punto di partenza, ampiamente soddisfatti della giornata.
Alla fine saranno oltre 22 km con D+ 1700 m.
Per concludere: sottogruppo della Campa, buona la prima!
Da Malga Campa in poi l’ambiente è selvaggio e bellissimo; i colori dell’autunno aggiungono ulteriore fascino.
Cima Santa Maria è un belvedere pazzesco su tutto il Brenta nord, centrale e orientale: facile ma spettacolare.
Cima della Sporata è stata una bella sorpresa: pochi e facili passaggi di arrampicata (max I+), in parte evitabili salendo da dove siamo scesi.
Salendo alla Sella del Montoz: Cima della Sporata, sullo sfondo Cima Corona Da Cima Santa Maria: Sporata, Corona, Croz del Re, MolarCima della Sporata scendendo da Cima Santa MariaIl primo pinnacolo della cima da Bocchetta Sporata Sulla cresta Il forcellino con l’ometto fuorviante: siamo scesi sulla sx oltre l’intaglio Sul pendio erboso verso la cimaI pinnacoli della vetta centraleIn vetta, verso Cima CoronaFibbion, Santa Maria, Termoncello, Campa, ValscuraSporata Nord e BorcolaIn discesa Rientro a Bocchetta Sporata Dai pressi di Malga Campa, la lunga cresta da Cima Borcola a Cima Sporata