Autore Topic: [DOLOMITI DI BRENTA] Cima S. Maria 2675 - mega escursione nell'Alpe di Campa  (Letto 12046 volte)

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Da Cima S. Maria verso il Gruppo di Cima Brenta, in basso Campo Flavona con Turrion Alto e Turrion Basso

Avevo adocchiato da tempo il selvaggio versante, a me totalmente ignoto, della Val Goslada nelle Dolomiti di Brenta Orientali (Val di Non), nel fascinoso sottogruppo della Campa. La salita lunghissima e il dislivello quasi proibitivo per me mi avevano però sempre consigliato prudenza :) . Stavolta però decido di rompere gli indugi.  Dopo accurato studio a tavolino dell’itinerario, decido di affrontare la salita a Malga Sporata (detta anche Malga Sporminore o Malga Vecchia) partendo da Sporminore m 530 col sentiero 360, percorrendo la dorsale boscosa del Dos Brozara, tra le selvagge Val di Cobel e Val Goslada. Sono 1400 metri di dislivello solo fino alla malga ma ce la dovrei fare: non ho ancora fatto mega scavallate questa stagione ma sono rimasto sempre in movimento quindi l’allenamento non dovrebbe essere troppo indecoroso.


Lo stradello iniziale da Sporminore

Il sogno proibito però è un altro: proseguire fino alla forcella dele Madonine 2440, scendere a Sella del Montoz m 2327 e, a Dio piacendo, salire a Cima S. Maria 2675, con un dislivello complessivo che sfiora i 2300 metri. Ma è inutile star lì a fare troppe congetture, bisogna andare e provare, poi si vedrà. Parcheggio al campo sportivo di Sporminore e parto. Inizialmente il sentiero non corrisponde alle varie carte, ma ci sono le tabelle Sat e quindi vado abbastanza sicuro. In seguito i segni diventano molto scarsi: seguendo fiducioso lo stradello principale, sbaglio due volte direzione sprecando almeno 200 metri di dislivello “gratis” su per una rampa micidiale nel bosco. Me ne accorgo con vivo disappunto grazie al gps.


In basso il sentiero è segnato poco con rischio di errori, in alto invece la segnatura migliora


Per 1000 metri di dislivello si cammina sempre nel bosco

Riprendo il sentiero, stando ben attento a non perdere i pochi segni. Attraverso fitti boschi di latifoglie: questa zona è il regno dell’orso! Cerco di non fare troppo rumore, perché la speranza è sempre quella di vederlo almeno una volta, sia pure a debita distanza. Tuttavia di orsi neppure l’ombra né impronte. Per i primi 1000 metri di dislivello il panorama è zero: sono sempre dentro al bosco fitto col sentiero che sale con pendenza a volte sostenuta e con larghi zig zag.


Verso i 1600 metri le aghifoglie prendono il sopravvento sulle latifoglie

Orchidea: Scarpetta di Venere; a dx clematide montana

Verso i 1500 metri di quota finalmente le latifoglie cedono il posto alle aghifoglie con bellissimi grandi larici e abeti rossi. Il bosco si fa più rado e arioso, inizio a intravedere finalmente qualche cima. Al Dos Brozara il sentiero piega decisamente verso sud, quindi sotto il M. Rocca si spalanca la porta del paradiso: mi affaccio sull’alta Val Goslada, con la conca verdissima della malga e le imponenti pareti rocciose del Monte Bedole e Palòn sullo sfondo: spettacolare!


Finalmente il panorama si apre: M. Bedole e Palon

Squarcio verso valle, con la Rocchetta e le Cime di Vigo con Cima Roccapiana

L'incredibile corrugamento delle rocce di M. Palon

Con un lungo traversone pianeggiante raggiungo Malga Sporata 1931, deserta e ristrutturata di recente. E’ aperta: dentro è molto bella, con una grande cucina ben attrezzata con stoviglie etc, un grande tavolo. Molto accogliente la camerata al piano superiore rivestita in legno, con circa 20 posti letto con brande, materassi e coperte in ottimo stato. C’è anche la luce elettrica funzionante, grazie ai pannelli solari!


La magnifica conca con Malga Sporata (detta anche Malga Vecchia o di Sporminore)

Per alleggerire la salita ho portato una sola bottiglia da 500cc, confidando che di solito dove c’è una malga c’è anche l’acqua ma un cartello avvisa “acqua non potabile”. Poco distante  però c’è un vascone di raccolta con un rubinetto, dal quale posso riempire la bottiglietta: il sapore dell’acqua non è il massimo ma non c’è cattivo odore, meglio di niente.
Proseguo salendo verso la forcella, con ottima segnatura del sentiero 360 con paletti, attraversando bellissime conche erbose zeppe di fiori, le genziane nei prati sono milioni!


Milioni di genziane nei prati

Fiori ovunque!

Il Monte Rocca sopra Malga Sporata

Dopo 1800 metri di dislivello arriva però la crisi: mi sento improvvisamente fiacchissimo, uno straccio. Mi sparo allora un “gel” che tengo sempre nello zaino per le emergenze. Poco alla volta recupero le forze, affronto la dura rampa finale che mi conduce al Pas dele Madonine 2440, da dove posso finalmente vedere il mio sogno proibito: Cima Santa Maria! Ci sono solo alcuni nevai, facilmente aggirabili, ho portato inutilmente i ramponcelli ma pazienza. Scendo alla Sella del Montoz a 2327 in circa 15 minuti. Sto abbastanza bene:  decido di salire a Cima Santa Maria. A questo punto ci devo arrivare, a costo di salire in ginocchio!


La salita verso il Pas dele Madonine 2440

Il Monte Corona, salendo alla forcella

Eccomi al Pas dele Madonine, affacciato verso Cima S. Maria (a sx) e sulla Sella del Montoz in basso

Vista verso Cima della Campa

itinerario di salita a Cima S. Maria: non ci sono sentieri solo tracce vaghe, qualche ometto, radi segni colo ruggine sui sassi

Non ci sono sentieri ma dei segni color ruggine sui sassi e qualche ometto indicano la via su per delle pietraie. Il percorso sale a ridosso del colossale sperone roccioso senza nome, salendo per una rampa erbosa molto ripida e sdrucciolevole (ghiaino). Guadagnata la dorsale, attraverso quasi in piano delle placche rocciose fino alla base della vetta, dove affronto un’ultima faticosa rampa di ghiaia che mi porta fino alla vetta di Cima Santa Maria 2675. Una gioia immensa, non sono neppure troppo stravolto anche se ora si impone una sosta per recuperare.


Croz del Re

Verso Cima S. Maria

Da Cima S. Maria affacciato su Campo Flavona e Cima Brenta (nascosta dalle nuvole)

Il paesaggio è grandioso: sono affacciato sulla meravigliosa valle di Campo Flavona, molto più in alto del Turrion Basso e Turrion Alto. Di fronte ho il Passo del Grosté, più a sudovest il gruppo di montagne intorno a Cima Brenta, con Cima Roma fatta l’anno scorso avvolta dalle nuvolaglie. A sud il Crozzon della Spora, passo della Gaiarda e Cima Gaiarda. Verso ovest svetta la piramide del Croz del Re e il Monte Corona. Verso nord l’immenso anfiteatro che culmina con Cima Scura e Cima della Campa.


La sculturina in vetta, sullo sfondo Passo Grosté

In vetta, splendidi fiori alpini: Thlaspi rotundifolium

Verso Cima Gaiarda

Vista su Pietra Grande in lontananza, in primo piano a sx cima Termoncello

Interessante fenomeno di carsismo poco sotto Cima S. Maria: le scannellature nel lcalcare o Rillenkarren: sullo sfondo il Croz del Re

Tanta bellezza fa quasi dimenticare la fatica fatta fin qui. Ora mi toccano 2200 metri di discesa: le gambe reggeranno? Scendo senza problemi verso Malga Campa col sentiero 338, a metà strada trovo anche una sorgente con cui faccio rifornimento d’acqua. Attraverso bellissime conche erbose fiorite, nei panorami a dir poco meravigliosi sotto il gruppo di Cima Borcola.


Sguardo indietro verso Sella Montoz


Scendendo verso Malga Campa, con Cima della Campa 2597


Sguardo indietro verso Cima S. Maria (a dx)

Cima Borcola

A Malga Campa 1918 (acqua in abbondanza da una grande fontana) mi fermo per chiedere ai malgari informazioni sulla discesa, che non conosco affatto. Scarto subito quella per la Val di Cadin Basso (per il Bait dele Bale), troppo lunga, scegliendo il rientro più corto col sentiero 361A e poi 361 verso il Doss Pezzol.


Malga Campa

Inspiegabilmente il malgaro mi indirizza, che il cielo lo strafulmini, per il sentiero 363 che risale a ridosso delle rocce del versante est di Cima Trettel. Dopo un po’ l’intuito mi dice che sto andando fuori direzione: grazie al gps ne ho la conferma, sto andando verso l’Alpe Vedretti che non c'entra niente. Taglio allora per una valletta senza tracce per riprendere il sentiero 362 che corre più in basso. Devio quindi per il traversone col sentiero 361A grazie al quale arrivo finalmente sulla forestale con segnavia 361. Inizio l’eterna discesa, ora l’orientamento dovrebbe essere più semplice. Dopo meno di un’ora di cammino, un colpo di fortuna: mi raggiunge una jeep che sta scendendo, l’indigeno che la guida si ferma per chiedermi se voglio un passaggio… secondo voi cosa gli ho risposto? Mi risparmio così circa 6  km di “passeggiata”, ma direi che oggi ho già dato abbastanza.


La forestale di rientro

Concludendo, un’escursione davvero grandiosa: il Brenta qui ha una dimensione epica e primordiale dal fascino impagabile, ci si sente veramente fuori dal mondo. Giro consigliato per chi ama la solitudine nei paesaggi grandiosi del Brenta, in uno dei suoi luoghi più belli e selvaggi. Il giro completo sarebbe stato di 30 km, ma grazie al passaggio ne ho fatti “solo” 24, dislivello m 2300.


Il percorso: in alto la salita, in basso la discesa
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Che giro!!! La foto su Campo Flavona, con il Turrion Alto e Basso è spettacolare!
Un altro bel giro che si potrebbe fare, consigliato peraltro dalla guida dei monti, è la traversata in cresta di tutto il gruppo della campa, da cima Inferni alla malga Spora.  :P
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Che giro!!! La foto su Campo Flavona, con il Turrion Alto e Basso è spettacolare!
Un altro bel giro che si potrebbe fare, consigliato peraltro dalla guida dei monti, è la traversata in cresta di tutto il gruppo della campa, da cima Inferni alla malga Spora.  :P

ma è fattibile in assetto escursionistico e non alpinistico? Ho i miei dubbi
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Ci sono passi di I-II °grado, anche se a vedere dai gradi specificati dalla guida dei monti, non mi stupirei di trovare terzi gradi. Ho intenzione di farla nei prossimi giorni, seguirà report. ;D
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eh appunto! Ma non ha a che vedere con l'escursionismo, se bisogna arrampicare troppo si sconfina nell'alpinismo
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Grande Agh! Gran bel colpaccio e performance fisica da paura!!  :P Conosco poco quella zona, provai a salire alla Cima Valscura ancora anni fa ma non avevo esperienza e trovai neve nella parte alta.
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

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Conosco poco quella zona, provai a salire alla Cima Valscura ancora anni fa ma non avevo esperienza e trovai neve nella parte alta.

uno come te che fa dei giri pazzeschi non può non andare in Brenta :) Qui c'è pane per i tuoi denti  ;D (cit. Fava a Maestri per il Torre)
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Offline renrav

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Bellissimo questo settore!! Complimenti


Che giro!!! La foto su Campo Flavona, con il Turrion Alto e Basso è spettacolare!
Un altro bel giro che si potrebbe fare, consigliato peraltro dalla guida dei monti, è la traversata in cresta di tutto il gruppo della campa, da cima Inferni alla malga Spora.  :P
Qui http://girovagandoinmontagna.com/gim/dolomiti-di-brenta/(brenta)-cima-valscura-fibion-traversata-della-campa-03-09-13/ trovi il mio report per un tratto del percorso che descrivi, da cima Valscura ai Fibioni

e qui http://forum.thetop.it/viewtopic.php?t=7219 il tratto dai Fibioni al passo della Gaiarda e quindi si può scendere a malga Spora. Il tratto l'abbiamo fatto in salita, te conosci altri passaggi?
non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di sorgere

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eh appunto! Ma non ha a che vedere con l'escursionismo, se bisogna arrampicare troppo si sconfina nell'alpinismo
Penso che siano solo dei passaggi comunque, non una via d'arrampicata, e può succedere durante un'escursione di fare passaggi di I-II° no?
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Qualche passaggio sì, ma se quelli di 2° sono troppi si sconfina nell'alpinismo :)

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