Alpe Campa con la Borcola e Malga Campa vista dal passo sopra Malga Loverdina
La Cima Borcola domina possente la bellissima
Alpe Campa, una delle zone più selvagge e affascinanti delle
Dolomiti di Brenta. Dopo averla ammirata per tante volte in altre escursioni in zona, ho deciso di provare finalmente a salirla. Obiettivo che appare fin da subito non proprio banale: per il terreno impervio, la mancanza di sentieri, il lungo avvicinamento. In rete si trovano solo vaghe descrizioni. Sono da solo anche stavolta, come sempre quando devo affrontare percorsi di un certo impegno preferisco essere concentrato e senza distrazioni.
Borcola vista dai pressi di Malga Campa
Gli accessi possibili, da quel che si capisce leggendo le scarse relazioni online, sono sostanzialmente tre: gli orridi e ripidissimi canaloni sul versante nord a fianco della cima, quindi i meno ripidi canaloni erbosi sul versante sud. I percorsi lungo le rognose creste est e ovest sono roba alpinistica più che escursionistica e perciò non li considero. Farò quindi una delle mie escursioni “liquide”, ovvero improvvisando man mano secondo l’estro, l’idea è di tentare un anello in qualche modo. Parto da
Malga d’Arza a 1507 metri per togliere un po’ di dislivello, poi raggiungo
Malga Loverdina m 1771 quindi ancora salita fino al passo e poi, perdendo circa 100 metri di dislivello, giù nella meravigliosa conca di
Malga Campa m 1978.
Malga d'Arza
Il magnifico roseto
Malga Loverdina
La spettacolare Alpe Campa con Malga Campa, la Borcola sullo sfondo avvolta dalle nebbie
Di qui prendo il
sentiero 363 che passa sotto
Cima Trettel e fa un largo giro fino a scollinare a un piccolo passo detto
El Zimot, a 2100 metri, dal quale inizia una lunga discesa verso
Malga Sporata o Sporminore. Sto ben attento ad avvistare le tracce menzionate su qualche relazione e che permetterebbero di salire verso la
Bocchetta della Borcola, ma non c’è assolutamente nulla, e tentare una salita attraversando cortine di mughi sul fianco impervio non mi pare il caso. Proseguo la discesa fino al
bel poggio erboso del Col a m 2007, perdendo 100 metri di dislivello, da dove finalmente posso valutare meglio la situazione avendo davanti, vista da sud, tutta la cresta con Cima Borcola ben riconoscibile dalla grande croce.
Sguardo indietro mentre risalgo il sentiero 360 che aggira ad est Cima Trettel
Verso il Zimot con il passo, per scendere verso la Sporata
Vista sulla bassa Val di Non
Verso il Col, prima di calare a Malga Sporata
La vista di Cima Borcola dal basso, salirò dalla linea rossa
C’è la
Bocchetta della Borcola tra Cima Trettel e Cima Borcola: pare raggiungibile ma poi da dove si sale? I dirupi sembrano molto impegnativi e pericolosi.
A ovest della Borcola c’è un’altra stretta forcella, cioè l’uscita del canalone ripido che sale dal versante opposto da Malga Campa: questa
piccola forcella erbosa è a ridosso della parete ovest che sale alla Borcola. Decido di provare a salire questo canalone e che dio me la mandi buona. Non posso salire direttamente però, perché dovrei affrontare un percorso sì più breve ma fuori sentiero, tra valloncelli boscosi e cortine di mughi forse difficili da passare. Decido quindi di
scendere alla bellissima Malga Sporata (o Sporminore) m 1931 e fare il giro largo da ovest: mi tocca buttar via altri 100 metri di dislivello ma pazienza, meglio la via sicura per il sentiero piuttosto che andare a infognarmi chissà dove.
Discesa a Malga Sporata
La malga è stata ristrutturata qualche anno ed è confortevole e accogliente, con dormitorio al piano superiore
L'ultimo alpeggio nel 1952
Anni '50 in malga
Immagini d'epoca: in malga per l'ultimo alpeggio la famiglia Franzoi, Bruno e Gina con figlie e parenti
Riprendo la marcia per bellissime balze erbose piene di fiori
I prati sono in piena fioritura
Dopo una piccola sosta alla malga
riprendo la marcia risalendo per il sentiero 360 fino a quota 2200 metri circa, dove abbandono il sentiero per piegare a nord verso il canalone che sale alla Borcola. Qui però iniziano le difficoltà: essendo troppo a ridosso della cresta non vedo più la croce come riferimento, non c’ alcuna traccia e solo
ravanando col GPS riesco a individuare il
canalone giusto che sale alla sella a ovest della Borcola. Il canalone diventa molto ripido, con ghiaino insidioso sulle zolle cedevoli di terra: non bisogna sbagliare, se si cade e si prende velocità si rotola giù per il canalone senza potersi fermare col salto finale sulle rocce.
L'attacco del canalone
Sguardo indietro mentre il canalone si fa sempre più ripido...
Lentamente e con concentrazione inizio la salita cercando di sfruttare le zone dove le zolle sono più marcate: quando sono quasi in cima devio sulla sinistra dove mi pare meno ripido, togliendomi dall’imbuto principale dell'infido canalone. Arrivo in cresta ma la scelta non è stata felice, sono infatti circondato da baratri: mi tocca tornar giù alla forcella incassata tra i dirupi, aggrappandomi a dei mughi provvidenziali. Scendo con molta attenzione e alla forcella e butto un occhio al
canalone verso Malga Campa, abbastanza impressionante: è un
budello roccioso ripidissimo, pieno di sassi e ghiaia instabili.
Eccomi alla forcelletta a quota 2333, si sale alla cima per la traccia esposta che si intravede sulla destra
Ora devo trovare la via per salire a cima Borcola: vedo un’esile traccia che si infila per un ripido canalino roccioso, a tratti esposto, dove bisogna arrampicare e fare molta attenzione a non scivolare sul maledetto ghiaino. Sono una ventina di minuti di massima concentrazione. Faticosamente arrivo in vetta
Cima Borcola m 2397, ma senza esultare troppo, sono già preoccupato per la discesa che dovrò affrontare. Dalla vetta valuto
le alternative di discesa: di scendere verso Cima Trettel alla Bocchetta della Borcola non se ne parla, ci sono baratri e salti di roccia da ammazzarsi. Mi affaccio allora sul versante sud che sembra meno a precipizio, ma c’è un costone ripido su zolle di erba, terra e sassi, a occhio molto pericoloso e infido, se si cade non c’è scampo. Poi, ammesso di riuscire a scendere i primi 100 metri rocciosi, resta l’incognita di non sapere come si arriva alla forcella Borcola.
In vetta! Esulto poco, sono già preoccupato per la discesa... Ecco la vista verso le creste ardite che collegano Cima Sporata, a sx il M. Corona, al centro il Passo delle Madonine
In cima con la vista verso la Val di Non
Vista verso Malga Campa, con Cima degli Inferni e Loverdina, a dx si intravede la radura di Malga d'Arza da dove sono partito
Dalla cima la visuale sulle creste verso Cima della Sporata
Decido quindi di tornare da dove sono venuto. Faccio una pausa per riprendere le forze, fare qualche foto, mangiare un po’ di frutta secca. Riparto con calma e misurando bene ogni passo scendo fino alla forcella, poi tocca al canalone erboso ripido che scendo lentamente con prudenza. Per fortuna va tutto bene, non scivolo neppure una volta, anche se in alcuni passaggi devo mettere giù il sedere per scendere più sicuro. Arrivato indenne in fondo al canalone, posso finalmente deviare verso ovest e andare a riprendere il
sentiero 360 che avevo abbandonato in precedenza, tra le bellissime balze erbose con miliardi di fiori. Quindi sono altri 200 metri di salita fino al
Pass dele Madonine 2442 e poi giù alla
Sella del Montoz 2328.
Da cima Borcola: in basso il canalone di salita, in alto sullo sfondo il M. Corona
Discesa per il canalone
Salita verso il Pas dele Madonine
Sguardo verso la Borcola, in fondo
M. Corona
Eccomi al Pass de le Madonine, diretto verso la Sella del Montoz
Verso Cima della Sporata
Vista sul passo Sella del Montoz, nelle nebbie nascosta dietro al grande corno, c'è Cima S. Maria
Dalla Sella del Montoz mi aspetta una lunga discesa fino alla macchina a Malga d'Arza, ma ormai vado sul velluto, sono zone che conosco molto e quindi senza particolari incognite. Anche se la stanchezza inizia a farsi sentire, sono ormai tranquillo. Spero sempre in cuor mio di vedere l'orso: all'andata non ho visto nulla, solo scoiattoli, volpi, camosci. Ora la discesa con le tenebre dovrebbe essere più propizia, ma anche stavolta purtroppo non ho fortuna...
Globularia
Distese di margherite allietano la discesa...
Rivedo la Borcola, stavolta da nord durante la discesa a Malga Campa
Vista sugli spettacolari paesaggi del Brenta
Vacche sui pascoli altii della Campa
Discesa verso Malga Campa
Distese di fiori
Sguardo indietro prima di abbandonare la meravigliosa Alpe Campa
Giro magnifico in luoghi selvaggi, con la ostica salita a Cima Borcola, che non credo rifarò tanto presto. E’ un percorso per ravanatori esperti e allenati, con esperienza e piede fermo. Anche se qualcuno in rete aveva definito allegramente la salita da sud “con tutta facilità”, che il cielo lo strafulmini. Alla fine della giornata sono 23 km di sviluppo per 1700 metri di dislivello, calcolando i vari saliscendi.
Rododendro e Clematide Alpina
Ultimo sguardo indietro verso la Borcola dal passo che scende verso Malga Loverdina
Rieccomi a sera a Malga d'Arza, è fatta anche stavolta
Il percorso di salita