La magnifica sagoma del Turrion Basso
Considero le
praterie alpine di Campo Flavona, nelle
Dolomiti di Brenta, uno dei posti più belli del mondo. Almeno tra quelli che ho visto io, e non ne ho visti pochi, modestamente, avendo viaggiucchiato parecchio anche fuori dal Trentino.
Paesaggi che non hanno nulla da invidiare alle Montagne Rocciose
Turrion Basso visto dalla mugaia sotto Cima Val Scura
Lo spettacolare Turrion Basso si staglia isolato in mezzo alla valle. Ricorda vagamente la
Monument Valley tra Utah e Arizona. Solo che qui non siamo nel deserto ma nel cuore della Alpi a oltre 2000 metri di quota.
La cima è apparentemente inaccessibile, coi suoi fianchi verticali. Osservando meglio con Google Earth le foto aeree, sembra però di vedere una
via d’accesso sul versante occidentale, dove c’è una specie di
intaglio nelle rocce a picco. Ravanando in rete, si scopre in alcune relazioni che la salita è rognosa sui ghiaioni, ma poi il tratto roccioso non è difficile, un tratto di circa 15 m di 1 grado°.
Ortofoto del Turrion Basso: al centro il canalino di accesso alla cima, in rosso la mia traccia GPS in salita (a sx) e in discesa (a dx)
Volevo salire da Andalo ma il dislivello è pesante, inoltre Vaia ha
devastato i sentieri per Malga Spora. La via più breve sarebbe con gli impianti dal Passo Grostè, ma mi ripugna abbastanza, quindi scelgo di partire da più lontano, da
Malga d’Arza a m 1508 (raggiungibile con lunga e stretta strada asfaltata da Cunevo).
Malga d'Arza
La bellissima Malga d'Arza nella splendida radura
Prendo tutto un po’ troppo sottogamba, la memoria mi tradisce e mi pare molto più corta di quel che è in realtà (abbastanza eterna). In ogni caso parto in una splendida giornata settembrina, con clima ideale.
Da Malga d’Arza a Malga Termoncello ci sono parecchi schianti ma sono stati tutti rimossi e si arriva senza difficoltà.
Malga Termoncello, nel bivacco c'è acqua potabile
Vista sul Lago di Tovel
Vista verso la Pietra Grande
Quindi inizio la discesa in Val Strangola e l’eterno traversone, con leggeri saliscendi, fino a
Malga Flavona, attraverso la
selvaggia mugaia sotto Cima Valscura. Risalgo la breve rampa e sono nella
magnificenza di Campo Flavona: fin qui sono quasi 10 km e faccio una sosta dove indugio più del consentito, complice il bel praticello e il sole caldo.
Malga Flavona
Mi affaccio su Campo Flavona, verso Cima S. Maria
Ecco il Turrion Basso!
Sguardo indietro verso Pietra Grande e Corno di Flavona
Riparto nel primo pomeriggio verso l’ignoto, ovvero verso il famoso intaglio che dovrebbe permettere la salita al Turrion Basso senza troppe difficoltà. Seguo per un po’ il sentiero 371b che lo aggira sul lato occidentale.
Appena il sentiero accenna a scendere in Val Flavona lo abbandono e inizio a risalire il ghiaione punteggiato di grossi macigni. La salita non è così ostica come poteva sembrare da lontano: si possono sfruttare
parecchie zolle erbose ed evitare di salire direttamente sulle ben più faticose pietraie.
A ¾ della salita le zone erbose finiscono: ora ci sono solo pietraie instabili che bisogna risalire faticosamente.
Mi dirigo verso il fianco occidentale
L'inizio della salita, qui abbandono il sentiero
Ecco l'intaglio...
Le roccette finali con la "finestra"
Raggiungo comunque la base della fascia rocciosa dove il fondo è un po’ più stabile, e mi infilo
nell’ultimo tratto del canalino molto ripido e con ghiaino scivoloso. Arrivato alle roccette, lascio i bastoncini e inizio ad
arrampicare su per il canalino di roccette abbastanza facili (1° grado), dove si vede
“una finestra” creata da un macigno poggiato su un altro. Il fondo è ghiaioso ma le rocce offrono molti appigli solidi e in pochi minuti sono fuori sulla spalla.
Eccomi sulla spalla del Turrion Basso
Le spettacolari formazioni rocciose dei Grostedi
Sull'ampia cima, quasi pianeggiante
Sono quasi sorpreso dalla facilità, pensavo peggio. Sono ora quasi sulla cima, sull’ampio costone leggermente inclinato che si risale senza alcuna difficoltà.
Mi sporgo con prudenza sul ciglio orientale che precipita a picco sulla valle per 250 metri, la vista su
Campo Flavona e Passo della Gaiarda è veramente da lasciare il fiato. Raggiungo la cima senza difficoltà a quota m 2385. Ho coronato un piccolo sogno che accarezzavo da 10 anni.
Mi affaccio con prudenza sul versante orientale, sullo sfondo Cima Gaiarda
Verso passo della Gaiarda
Sguardo indietro verso Malga Flavona
Al centro il Turrion Alto, decido di salire dal versante che si vede in foto, quello nord
Dalla vetta vedo il Turrion Alto: non sembra difficile e ho la tentazione di salirlo, anche se l’ora inizia a farsi tarda. Rivedo di fronte verso sud l’impervia
Cima Gaiarda m 2640, se qualcuno mi avesse proposto di farla mostrandomi la foto, gli avrei dato del pazzo: eppure l’ho salita qualche anno fa salendo da Molveno
. Spesso le cime viste da vicino fanno meno paura.
Crozzon dei Mandrini, Cima Gaiarda, a destrala dorsale del Turrion Alto col castelletto roccioso sulla vetta
Dopo la sacrosanta pausa per ammirare il grandioso panorama e fare foto, scendo facendo a ritroso la via di salita (l’unica praticabile per l’escursionista) per
andare a vedere l’attacco al Turrion Alto. Attraverso la pietraia e
calo fino alla sella dove passa il sentiero 301. La rampa non sembra così rognosa, decido di andar su.
La faticosa pietraia di sassi mobili è ripida ma breve. Dopo 50 metri di dislivello la pendenza si addolcisce, il fondo diventa più erboso e comodo: raggiungo quindi la ampia e facile dorsale che seguo per circa mezzo chilometro fino alla cima, che culmina con delle roccette. Un gruppo di camosci si allontana senza fretta al mio arrivo. Mi arrampico sul castelletto roccioso della vetta del
Turrion Alto a m 2442, piuttosto esposta. Anche da qui il panorama è stupefacente ma evito descrizioni perché meglio lasciare “parlare” le foto.
Spettacolo verso Cima Roma
Sono sceso dal Turrion Basso, ora punto il passo verso il Turrion Alto in fondo
Mi muovo fuori traccia per un tratto: sguardo indietro verso Pietra Grande
Ecco il Turrion Basso appena disceso
Cima Gaiarda
Sguardo indietro su Campo Flavona, Turrion Basso a sx, mentre salgo per la dorsale al Turrion Alto
Eccomi in vetta!
E’ molto tardi e mi attende un lungo rientro.
Sarei tentato di scendere dalla cima lungo il crinale sud ma non vedo bene come è sotto, quindi lascio perdere e torno giù dalla stessa via dell’andata.
Seguo per un tratto il sentiero verso Passo della Gaiarda, dove incrocio il 371 e, poco più a monte, una
provvidenziale sorgente dove faccio rifornimento (mappata su OSM).
Torno giù verso Campo Flavona
Perplesse!
Non vorrei più scendere ma mi tocca... sullo sfondo il Crozzon dei Mandrini
Le ombre si allungano
Ultimi raggi di sole al laghetto senza nome
Ultimissimo sguardo indietro...
Cala il sipario sulle cime
Ultimo raggio sulle crode
Arrivo a malga Termoncello col buio pesto, se non avessi avuto la pila frontale avrei dovuto bivaccare...
Con una lunga ed estenuante tirata ritorno quindi a Malga d’Arza quando ormai è notte, alle 22, grazie alla pila frontale.
Sono da solo, al buio, in zona da orsi: confesso che una certa allegra inquietitudine l'ho provata
). Ma niente neppure stavolta. Nessuna traccia, neppure un ruglio. Il mi sogno di incontrare l'orso è svanito anche stavolta. Sarà per un altra volta, spero. Un altro giro bellissimo nel Brenta più selvaggio, che non dimenticherò facilmente. Sviluppo 28 km, dislivello circa 1350 m coi vari saliscendi.
Il percorso