Un mio socio ed io dovevamo incontrarci al rifugio Tuckett durante la sera, mentre il giorno successivo salire Cima Brenta.
Avendo a disposizione tutto il giorno consulto le mappe. Vallon... non ho mai fatto nè sentito questo sentiero. Si tratta del sentiero che parte da Malga Vallon in Val d'Algone (1250 metri) e, che risalendo fino al Passo del Vallon orientale, conduce sulla vedretta di Prato Fiorito appena sopra il Rifugio XII Apostoli.
Consulto internet e scopro che il sentiero non è più a catasto da qualche anno ormai. Bene!
Partenza ore 4:30 da malga Vallon con nello zaino tutto il necessario per i due giorni. La partenza è una forestale che recante un divieto di transito, e ovviamente non è presente nessun cartello sat. Non ci sono neanche i segni rossi e bianchi della SAT. Ben presto la forestale diventa sentiero e compare un ometto di sassi. La traccia fortunatamente è chiara e così sarà per metà del percorso. La pendenza del sentiero aumenta. Vedo il primo segno SAT! Per tutto il resto del percorso ne vedrò ben pochi.
Si arriva prima alla Busa Fonda, una conca detritica con alle spalle la "Forcolotta di Jon"; lì dietro c'è il Lago Asbelz.
Qui il sentiero piega nettamente a sinistra e salendo tocca una prima conca prativa. Oltre iniziano i ghiaioni detritici. Inizio a sentire sassi che cadono, scruto le cenge e inizio a vedere una gran quantità di camosci. Un paio li sorprendo anche, a pochi metri di distanza alle spalle, uscendo da una collinetta.
La traccia si fa più incerta. I ghiaioni si sono "mangiati" la traccia. Navigo un po' a vista, ogni tanto mi aiuto con la cartina per cercare di capire se il sentiero si tiene a destra o a sinistra della valle. Quando trovo un segno SAT, mi fermo per cercar di avvistare quello successivo. In un modo o nell'altro arrivo alla Busa del Vallon superiore, conca chiusa da tutti i lati, dove è presente ancora un po' di neve. I segni SAT dicono di salire sulle roccette in cima al nevaio, arrampicata elementare ma da non sottovalutare visto che sono da solo per giunta.
Raggiungo un bivio su una lunga salita di detriti da fare su quattro zampe (!).
A sinistra si va verso il Passo Occidentale del Vallon che conduce alla salita verso Cima Padaiola e successivamente a Cima Vallon. La discesa da questo passo verso la Vedretta di Prato Fiorito è impraticabile, essendoci sul lato opposto una parete di roccia.
A destra si va verso il Passo Orientale del Vallon che permette di scendere attraverso la vedretta al Rifugio XII Apostoli; oppure di salire Cima Prato Fiorito.
Vado a destra, su sfasciumi. La salita è spesso a quattro zampe, lunga e faticosa. Nella parte finale si entra in un canale con passaggi su roccette friabilissime e rotte.
Arrivo al passo (2850 metri) alle 10:30. Un curioso muretto di roccia alto un metro delimita i due versanti. Complessivamente l'itinerario è stato lungo e assai faticoso, ma molto selvaggio.
Sul lato opposto un nevaio a circa 50° mi obbliga a mettere ramponi e tirar fuori la picca. Ciò che mi preoccupa è che dopo il nevaio sembra esserci un muretto di roccia e da qui non riesco a capire quanto è alto. Penso anche che la guida dei monti del Brenta è stata pubblicata nel 1977 e forse parte del nevaio descritto non esiste più. I timori spariscono quando dopo esser sceso per circa 40 metri scopro che il muretto è alto un metro e mezzo ed è facilmente disarrampicabile. Secondo me, se andate in tarda stagione è meglio sentire il rifugio sulle condizioni di questo passaggio (non so di quanto potrebbe scoprirsi la roccia).
Oltre sono sulla più tranquilla vedretta di Prato Fiorito. Punto alla traccia del Sentiero Castiglioni e in mezz'ora sono al rifugio.
Piccola pausa pranzo e punto alla Bocca dei Camosci. C'è qualcuno che scende da Bocca d'Ambiez e qualcuno che già mi precede in discesa lungo la vedretta, in direzione della Val Brenta. Spettacolare il colore rossastro di certe pareti, come spettacolare è questa valletta incastonata tra altissime pareti. Passo sotto il grande crollo che ha ucciso una donna qualche anno fa. Aveva piantato una tenda e nel sonno è stata sepolta da un intero pezzo di parete staccata. Impressione.
Il Sentiero Martinazzi permette di evitare una zona di vedretta pericolosa per via di alcuni crepacci scendendo per roccette e paretine provviste di qualche attrezzatura (cavi e staffe). Alle ore 14 sono al Brentei. Dovendo essere al Tuckett per le 18 circa, non mi accontento di fare il sentiero che passa per la Sella del Fridolin (percorrenza 1h20m) ma mi complico la vita e salgo verso il Rifugio Alimonta per imboccare il sentiero attrezzato Sosat. Finora il tempo è stato ottimo, giornata stupenda. A metà percorso, proprio quando sono nei pressi del profondo canalone attrezzato a staffe, condensa. Nel giro di pochissimo piove e sento i fulmini in lontananza. Non mi aggrada molto l'idea di stare attaccato ad un cavo d'acciaio sotto il temporale! Velocemente esco dai pezzi attrezzati sempre cercando di capire se i fulmini si avvicinano o meno. Ci metto un po' ma alla fine prendo solo acqua. Sono al rifugio! Dopo una mezz'ora fuori c'è grandine e fulmini vicini e potenti. E pensare che qualcuno ha preferito aspettare sotto un masso, non vorrei essere lì.
La giornata è stata lunga, ma il panorama del mio amato Brenta è decisamente appagante.
3000 metri di dislivello positivo in 13 ore, 25 km.