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Forse c'è qualcosa qui? http://girovagandoinmontagna.com/forums/index.php/topic,1369.msg23374.html#msg23374
Se ho capito bene arrivato al passo prà Castron fai il sentiero delle palette fino al bivio per la val Gelada di Tuenno
poi conviene risalire la val gelada, qui trovi un salto di circa 100 metri attrezzato bene con cordino, una scaletta e qualche passaggino con staffe; dal passo val gelata fino al Bonvecchio poi trovi una bella rampa su ghiaione , quando inizia a spianare poi inizia il sentiero attrezzato, da fare con qualche attenzione ma niente di particolarmente difficile
Al passo Prà castron non ci arrivo.. taglio già da prima, dal passo della Nana (sentiero306).. Il pezzo che mi premeva avere info è, in effetti, questo..è ben visibile o bisogna andare a naso?? Per la neve spero che a luglio se ne sia andata.. non mancherò comunque di verificare il meteo prima della partenza..
Allora si ho capito, il sentiero lo conosco bene, non è difficile da seguire nonostante sia poco frequentato è abbastanza evidente; dal passo della Nana segui il 306, aggiri cima uomo percorrendo una cengia esposta ma sicura; incroci il 310 che sale dalla Tuenna a prà castron e prosegui con il 306 su ripidi pendii erbosi, devi procedere in discesa e quindi attenzione in caso di bagnato.Arrivi nella conca della Liveza grande e prendi il sentiero 380 che sale la val Gelada di Tuenno (come ho descritto precedentemente qui trovi un tratto attrezzato); segui senza percorso obbligato la valle tra sfasciumi e un paio di nevai; appena entri nella parte alta della valle ti tieni sulla destra ed è evidente in lontananza sulla destra un enorme segno bianco rosso che ti indica l'ultimo salto roccioso attrezzato con cordino prima di giungere al passo val Gelada.L'ambiente è grandioso e solitario, veramente impressionante.
Vorrei solo aggiungere che il salto roccioso che sbalza l’alto l’invaso della Livezza Grande dalla media Val Gelada di Tuenno, non è propriamente facile. Propone all’inizio una cengia, poi una scaletta e quindi una fenditura piuttosto verticale che fuoriesce su altra cengia, da cui ai lastroni sovrastanti. Il tutto in 50 metri di disl e qualcuno in più di sviluppo. Anche l’uscita sul Passo di Val Gelada ha una difficoltà non banale, vuoi per l’iniziale cordino spesso penzolante che accosta la base della paretina finale, vuoi per la cornice un pelo disallineata che di sbieco sale al valico. Pur obbligando i due tratti all’imbrago, non vi è nulla di estremo, intendiamoci, ma la nota di Miki – “Ho pensato a questo giro per evitare il tratto di sentiero Costanzi che va dal passo Prà Castròn al bivacco Bonvecchio, perchè mi pare di aver capito, che sia il più difficoltoso ed io, tecnicamente, non sono un espertone” – mi fa pensare che l’impegno potrebbe rivelarsi superiore alle sue aspettative. Da rilevare anche la faticosa risalita dei ghiaioni dell’alta Val Gelada, nonché del cono ghiaioso che dopo il valico porta sotto il Sasso Alto.A questo punto chiedevo, non sarebbe più conveniente l’arrivo al Bonvecchio per il sentiero Costanzi lungo le relative creste? Le difficoltà puramente tecniche sono sensibilmente minori, godresti di un percorso di cresta unico nel suo genere, e nonostante i saliscendi avresti un impegno fisico minore e una direttiva ben più coerente con la meta finale.Da considerare anche che nel periodo da te citato, inizio luglio, l’ombrosa Val Gelada di Tuenno avrà un carico di neve ben superiore a quello di altri anni nello stesso periodo, mentre le creste dilaveranno molto in fretta i residui.
Anche l’uscita sul Passo di Val Gelada ha una difficoltà non banale, vuoi per l’iniziale cordino spesso penzolante che accosta la base della paretina finale, vuoi per la cornice un pelo disallineata che di sbieco sale al valico. ..........Da rilevare anche la faticosa risalita dei ghiaioni dell’alta Val Gelada, nonché del cono ghiaioso che dopo il valico porta sotto il Sasso Alto.
A questo punto chiedevo, non sarebbe più conveniente l’arrivo al Bonvecchio per il sentiero Costanzi lungo le relative creste? Le difficoltà puramente tecniche sono sensibilmente minori
L’unico modo che mi viene in mente per passare l’inghippo è elencarti le mie ultime escursioni: sentiero sosat (fine agosto), cima capi, Ferrata Gerardo Sega, Cima nara, cima Parì, ferrata flavona, ferrata che guevara..
Leggo solo ora i preziosi consigli.. Quindi se ho ben capito ritieni il Costanzi è più abbordabile? Io l’avevo scartato aggirandolo perché mi dava l’impressione che fosse il più difficile. Qui però nasce un problema: visto che non ci siamo mai visti all’opera quello che tu ritieni facile potrebbe essere difficile per me, oppure, mi allerti per una cosa che potrei passare senza difficoltà. (bene inteso che preferisco la seconda e ringrazio sempre chi mi mette sul chi va la).. L’unico modo che mi viene in mente per passare l’inghippo è elencarti le mie ultime escursioni: sentiero sosat (fine agosto), cima capi, Ferrata Gerardo Sega, Cima nara, cima Parì, ferrata flavona, ferrata che guevara.. Poi aggiungo che l’impegno fisico non mi preoccupa più di tanto allenandomi costantemente.. Quindi per concludere… il Costanzi come difficoltà si avvicina alle mie solite ecursioni??
Qual'è la ferrata Flavona? ma in Brenta non hai fatto nessun'altra ferrata giusto?
ha fatto il sosat.
Altre cose che a mio avviso furono rognose sono alcuni traversi ripidi e sbiechi su erba che però in molti punti sono attrezzati con cavi laschi tipo elettrici a cui consiglio vivamente di assicurarsi.