Se non erro, non è relazionata la salita a Cima Cece dal versante sud, quindi, do il mio breve contributo se a qualcuno interessasse.
Scegliamo questo versante, che presenta un dislivello di circa 1700, spinti non solamente dalla curiosità di visitare questo settore dove non ero mai stato, ma soprattutto, tenuto conto del periodo (agosto) e della giornata (domenica) per evitare di ritrovarci bloccati nel traffico nella tratta Imèr - Passo Rolle - Valmaggiore.
Giunti al Refavaie, ci incamminaimo per il sentiero n. 335 che dolcemente si sviluppa per lungo tratto pianeggiante, ideale per scaldare le gambe, per poi virare ad est on val Fossernica.
La salita, in questa parte avviene quindi completamente al fresco del bosco.
Finalmente, si giunge al bellissimo "Pian delle belle Fior": niente fiori, oggi, ma lo scenario è veramente bucolico.
Quindi si inizia ad attaccare il pendio che porta a forcella Valmaggiore, al centro con a destra la estrema propaggine della dorsale Cima Cece, Palon, Dente.
Appena scollinato la forcella, l'apparizione del bivacco Paolo e Nicola è preceduta dal chiacchiericcio e dal vociare delle svariate comitive intente nella translagorai. Un porto di mare, di questi tempi...
Saliamo quindi verso nord est per immetterci nel sentiero Gadler (la TL) anche se, di primo acchito, restiamo un istante dubbiosi, perchè un altro cartello menziona la TL, seppur poi specificando "variante sud"; in effetti, questa variante, scende stando a sud della Cima Cece e, immagino, si ricongiungerà alla TL vera e propria presso F.lla Cece. Nelle carte online però non la "vedo", questa variante.
Ci affacciamo quindi nel vallone/ghiaione su cui incombono il Palon di Cece, il Dente e infine la cima vera e propria.
Parecchie vestigia belliche. E le ombre che curiosamente ricordano le Tre Cime.
Fortunatamente, la salita in questo tratto, sino a immettersi nel canalino, avviene prevalentemente nell'ombra proiettata dal Palon e dal Dente.
Risalita la dorsale, in pochi minuti si è finalmente in vetta, veramente appagante:
sia dal punto di vista panoramico
che storico...
Mi affaccio, per curiosità, oltre alla croce di vetta per vedere con i miei occhi la fantomatica tratta che dovrebbe condurre, scendendo la cresta est, a f.lla Cece dove sono tristemente avvenuti incidenti mortali, l'ultimo l'anno scorso.
Non penso mi sarei sognato di avventurarmi giù di lì: non tanto per l'esposizione, quanto per la forte sensazione di instabilità che quei pietroni, sin dai primi metri, mi hanno dato. Senza dover precipitare, anche solo fracassarsi una tibia, non è una prospettiva accettabile, avendo una alternativa di discesa.
immagine hostingIl rientro avverrà invece con un piccolo anello, e cioè, dal Pian delle Belle Fior, decidiamo di percorrere il snetiero n.335/A per altre prospettive.
Si rivela essere in buona parte una strada bianca, abbastanza monotona, salvo tagliare nel bosco nella parte finale. Comunque ne è valsa la pena, per vedere appunto qualcosa di diverso.
Questo l'itinerario.
Devo dire che mi sarei aspettato una maggiore stanchezza, dopo un dislivello di 1700 (in realtà, qualcosina di più, c'è qualche saliscendi) ma credo che il fatto che la parte iniziale fosse una graduale salita dentro il bosco e la parte più impegnativa (il vallone sotto il Dente) sia avvenuta col sole sì "cattivo" ma all'ombra provvidenziale delle pareti, sia stata di molto aiuto per abbattere il grado di fatica/stanchezza.
Cima veramente bella, aerea e panoramica, da gustare in una giornata sgombra di nubi.