Autore Topic: Escursione per la prossima estate 2012  (Letto 43225 volte)

0 Utenti e 8 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline AGH

  • Administrator
  • *****
  • Post: 20.895
  • Sesso: Maschio
  • AGH
  • località di residenza: Brusago (Altopiano di Piné)
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #105 il: 14/10/2012 08:08 »
Complimenti per tutto, peccato per il panorama sul vioz, ma é una delle montagne più dispettose  ;D
Blog di Montagna
https://www.fotoagh.it/

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #106 il: 14/10/2012 18:47 »
Il terzo giorno mi aspetta una lunga tappa di avvicinamento al Cevedale, risalendo in quota l’intera Val de la Mare fino a Malga Mare, e da lì il classico giro dei laghi fino al Rifugio Larcher. 10 anni or sono arrivai fino al Baito Venezia con l’allora mia fidanzata, poi dovemmo ripiegare per l’incombente maltempo. Adesso tante cose sono cambiate, lei è mia moglie e abbiamo un figlio di 3 anni, è il momento di saldare il conto con questo benedetto rifugio Larcher. Ripercorrere questi sentieri dunque ha oggi un sapore molto particolare.


Il sentiero n.127


Veduta sulla Val de la Mare

Alle 7 circa riparto salutando il Doss dei Gembri e osservando una spettacolare Presanella, la giornata è limpida. Lentamente riscendo di quota fino ai 1950mt circa in corrispondenza con l’incrocio con il sentiero n.127, che in quota risale tutta la Val de la Mare rimanendo pressoché pianeggiante. Inizialmente trattasi di larga strada, fino alla presa dell’acqua sul Rio Vallenaia, poi diventa un sentierino più tipico con alcuni bei passaggi e panorami sulla valle sottostante. Il passo è tranquillo ma spedito, sono lunghe passeggiate nei boschi che apprezzo in ogni caso, quando faccio trekking, anche perche dalle mie parti i boschi hanno connotati completamente differenti.


In prossimità di Malga Mare

Superato lo sperone della Cisa, si comincia a sentire il boato dei torrenti che confluiscono nel Noce Bianco, e nella grande vasca della stazione a valle della centrale Enel. Eccomi infine al parcheggio delle auto, nei pressi di Malga Mare. Carovane di escursionisti avanzano qua e là, gettando lo sguardo a monte. Sono le 10, una sosta davanti alla malga e in breve sono pronto per la salita. Faccio tra l’altro la curiosa conoscenza di una signora di Scarlino (GR), un paese a 20km da casa mia, quando si dice il mondo è piccolo.. Comincio la salita, mi rendo da subito conto di quanto fosse blando il nostro passo 10 anni fa, oppure di quanto sia più veloce adesso il mio, fatto sta che in breve ho già superato il bosco e mi trovo alle prime cascatelle di Pozza di Venezia. Paesaggio spettacolare, giornata bellissima. Poco dopo mi appare alla vista per la prima volta la Cima Cevedale, e il cuore comincia a battere forte.. Salendo non posso fare a meno di notare la differenza di come osservi adesso le cime limitrofe, e con quanto disinteresse lo feci a suo tempo. Eccomi al pian di Venezia, e al suo piccolo baito. Subito la vista corre al Rifugio Larcher, la stessa immagine rimasta sepolta nei ricordi per anni. Arrivo!!


Paesaggio fiabesco a Pozza di Venezia


MagoZichele vede la Zufall per la prima volta!

Non subito, però. Voglio approfittare della presenza in queste terre per passare anche dal Lago Lungo e dal grazioso Lago Marmotta. Il sentiero ora sale più deciso, ho già percorso più di 10km ma tengo bene affrontando il salto di dislivello repentino. Sotto il paesaggio è bellissimo, tutte le sfumature possibile di verde compongono un mosaico perfetto, e il bianco candido delle alte vette circostanti completa il tutto.


Arrivo al Pian di Venezia


Salendo lungo il sentiero 146, il panorama sotto è bellissimo

Finita la salita più decisa comincia un tratto più comodo, fatto di ruscelli e cascatelle che solcano i verdi prati, preludio alla conca del Lago Lungo, dove arrivo in perfetta solitudine. Dal più alto sentiero 123 una lunga trafila di persone sta arrivando dalla Diga del Careser. Il cielo intanto si è rannuvolato sempre più, il sole la fa meno da padrone ora, e la brezza adesso a tratti non è così confortevole come prima.


Il dedalo di ruscelli anticamera del Lago Lungo


Il Lago Lungo

Arrivo al lago Marmotte verso le 12 e in un baleno divoro i due panini che mi ero fatto preparare. Vorrei sostare più a lungo in questo angolo incantevole ma accipicchia, adesso la brezza è diventata proprio vento, preferisco ripiegare sul Rifugio per un po’ di tepore.


Arrivo al Rifugio Larcher

Mentre scendo l’occhio ogni tanto va sempre verso la Zufall, che dovrei tentare per l’indomani, ma sarà il vento, saranno le nuvole minacciose che lassù corrono a mille..tutto insieme mi sembra di osservare un luogo sinistro e antagonista. Meglio non pensarci, anche perché sono alle porte del rifugio Larcher. Sono le 13 anche oggi, la tappa odierna è andata, da mettere in conto altri 14,5km e altri 1000mt di dislivello.


Il Vioz visto dal Rifugio Larcher

Dentro al rifugio la situazione è a dir poco caotica, è l’ora di punta per il pranzo e dentro far urla, schiamazzi e andirivieni, il personale ha il suo bel daffare. Riesco comunque ad attirare l’attenzione di una ragazza che mi accompagna in camerata (molto graziosa e di recente ristrutturazione) così da potermi sistemare a mio piacimento. La sera, durante una bella cena, faccio la conoscenza di Sergio e Marco, babbo e figlio alpinisti, che l’indomani andranno anche loro alla Zufall. Decidiamo che andremo su insieme, anche se di primo acchito, l’impressione è che mi troverò in situazioni sconvenienti in quanto ad attrezzatura (non ho con me ne imbragatura, ne piccozza, solo dei mezzi ramponi). Leggendo fra le righe di questo forum mi ero fatto un’altra impressione su questa Zufall, mentre a detta di tutti quelli che ho conosciuto qui, non sembra da prendere con le molle. Vedremo..


Pronto per la Zufall??..Speriamo..

Leggi la descrizione dettagliata di questa tappa --> http://magozichele.blogspot.it/2012/08/come-e-andata-avm-2a-tappa-25072012.html

Offline AGH

  • Administrator
  • *****
  • Post: 20.895
  • Sesso: Maschio
  • AGH
  • località di residenza: Brusago (Altopiano di Piné)
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #107 il: 14/10/2012 18:54 »
wow! attendo con trepidazione il seguito :)))
Blog di Montagna
https://www.fotoagh.it/

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #108 il: 15/10/2012 22:05 »
Dopo una nottata un po’ turbolenta, al mattino presto scendo alle 5.30 per la colazione e trovo i due amici di Vicenza conosciuti la sera prima già pronti. Mi do una mossa e alle 5.50 partiamo verso il Passo della Forcola. L’augurio con quelli del rifugio è di non rivederci troppo presto. Fuori la temepratura è intorno ai 6°C, c’è una leggera brezza, ma a giudicare da come si muovono le nuvole in alto, credo che arrivati al passo le cose cambieranno drasticamente.


Salendo verso il Passo della Forcola, il rifugio Larcher non più visibile

La salita è spedita e regolare e ne approfittiamo per fare reciproca conoscenza. Mi sembrano molto scettici sulle mie possibiltà, soprattutto in termini di attrezzatura. Comunque, almeno finchè si tratta di seguire il ripido sentiero per il passo della Forcola, i problemi non sussistono, anzi, il mio passo potrebbe essere decisamente più spedito, ma rimango riverentemente in coda. Nel frattempo ogni tanto mi volto per osservare la vallata, il rifugio Larcher è sparito ditetro un dosso morenico.


La Zufall fra le nubi vista dal passo della Forcola


Veduta della Val Martello

Arriviamo al Passo della Forcola e i miei sospetti trovano conferma. Il vento sembra urlare quassù, tanto tira forte. Il panorama però è di tutto rispetto, adesso che posso osservare verso la Val Martello e all’Ortles che fa occhiolino. Due rapide foto e siamo già in cammino per la larga cresta rocciosa. Adesso bisogna fare più attenzione e andare di logica seguendo gli scarsi ometti di pietra. Ogni tanto capita di passare in mezzo a pietraie e sfasciumi abbastanza instabili, ma insomma progrediamo con regolarità.


Il Vioz


Palon de la Mare

Il sole intanto è uscito completamente allo scoperto ma il vento fa sì che l’effetto dei raggi si senta poco o per niente. Durante una pausa per riporre i bastonicni, che quassù non servono più, i miei compagni fano un preoccupante punto della situazione e si chiedono quanto valga la pena sul mio prosieguo. In reltà non li ho mai rallentati finora, ma più in là se saranno richieste attrezzature più specifiche, sappiamo già che non sarò all’altezza.


Arrivano i rinforzi??

Infatti, intorno ai 3300mt, quando il cammino era già da un po’ diventato più lento perché sempre più sconnesso e accidentato, loro due decidono di calzare i ramponi e scendere nel ghiacciaio per accodarsi a quattro tipi che stanno salendo in maniera più spedita e diretta. Confesso che a ripensarci adesso forse sono stato troppo precipitoso, ma in quel momento, sarà per il gap tecnico, sarà che avevo e avrei dovuto avere ancora parecchi km sulle gambe da affrontare, insomma non me la sono più sentita di proseguire, anche perché loro avrebbero continuato fino al Cevedale, mentre io sarei tornato indietro, e da solo, dalla Zufall.


I due compari si preparano a scendere nel ghiacciaio


Saluto la Zufall che si staglia in un cielo incredibilmente azzurro

Sicchè saluto e sprono tutti, ma per me, per la mia settimana, oltre questo punto preferisco non spingermi. Come già detto, forse sarò stato eccessivamente prudente, anche perchè riosservando le foto scattate, i quattro tizi che salivano a piedi sul ghiacciaio nemmeno avevano ai piedi i ramponi, e uno di loro era una guida alpina.. Comunque sia andata, in quel momento ho valutato in quel modo, e tutto sommato meglio esser stati prudenti e averlo raccontato…


Il rientro lungo la cresta, tratto in diagonale


Paurosi crepacci nella Vedretta della Forcola

Almeno la fase di riento la prendo con più calma, ho tutto il tempo che voglio per osservare, fotografare, filmare e anche telefonare! Il vento si calma un po’ e ora si sta da Dio. Mi capita anche di vedere un intero branco di camosci (per me sono le prime volte in assoluto) che scorrazzano qua e là fra le rocce, così come interi stormi di marmotte che accolgono fischiando il mio lento rientro al rifugio Larcher.


Sua Maestà l'Ortles fa capolino..


Camosci in libertà

Il pomeriggio, dopo pranzo, faccio una passeggiatina pomeridiana lungo le pendici della Cima Nera, da dove posso osservare bene il Lago Marmotta, tutta la vallata sottostante, e il trittico formato dal Vioz, Palon de la Mare e Cevedale.


Si comincia a rivedere il Rifugio Larcher..

I miei compari rientrano il pomeriggio alle 15 e sono visibilmente cotti, sia dalla fatica che dal sole. Mi dicono che non ce l’avrei fatta, ma vai a sapere..


MagoZichele durante il rientro mattutino, alle spalle il Passo della Forcola

Nel pomeriggio inoltrato, verso le 17, quando decido di rientrare al rifugio per una bella cioccolata, una signora mi chiama allarmata chiedendo aiuto. Corro da lei e mi informa che un signore sta malissimo all’altezza del Lago Lungo. Inizia così una corsa a rotta di collo dal Lago Marmotta fino al rifugio per dare l’allarme. Il gestore del rifugio, anche lui convelescente dal giorno prima, mi chiede il favore di correre dall’infortunato per l’arrivo dell’elicottero, e così via di nuovo di corsa!


Il Lago Marmotta poco prima del marasma..

Torno ai 2700mt del lago marmotta, ma su indicazione della signora che mi aveva allarmato scopro che questo signore non è verso il Lago Lungo, ma lungo il sentiero che va verso la diga Careser. Saranno 2km! Già con il cuore in gola (correre a queste altitudini? E chi c’èra abituato..) inizio una nuova corsa fino a raggiungere il signore (e sua moglie) che nel frattempo sta meglio, ma non riesce a muovere le gambe. A questo punto, quando ci hanno raggiunto sia le altre sue conoscenti che avevo staccato durante la corsa, sia la gestrice del rifugio Larcher, aspettiamo tutti insieme l’elicottero.

Quelli che seguono sono minuti molto emozionanti, perché di certo non mi ero mai ritrovato con un elicottero che mi volteggia sopra la testa e che riparte con tre persone (il medico, l’assistente, l’infortunato) agganciate a un cavo. Giudicate voi dal filmato sottostante..

http://www.youtube.com/watch?v=JDGJRGaqj9Y&list=UUBvy8soK2uw8zkqosJC53HQ&index=6&feature=plcp

Per la cronaca, questo signore sarà in seguito molto ricononscente effettuando una donazione ad un’associazione umanitaria che sostengo (www.alicat.it).

Rientro al rifugio con la gestrice e insieme ci raccontiamo rivivendoli quegli intensi minuti. La sera, con i pochi ospiti che pernottano al rifugio, questo racconto la fa da padrone, soprattutto dopo la grappa gentilmente offerta!! ;-)

In definitiva una quarta giornata dai molti risvolti, da una parte la rinuncia alla Zufall, ma in compenso un pomeriggio tutt’altro che rilassante, condito da un soccorso alpino vissuto in presa diretta. E domani si riparte, destinazione la val di Saént, il Rifugio Dorigoni, e soprattuto la traversata della Vedretta del Careser, un’altra assoluta prima volta per MagoZichele!

Leggi il racconto dettagliato di questa tappa --> http://www.magozichele.blogspot.it/2012/08/come-e-andata-avm-3a-tappa-26072012.html

Offline AGH

  • Administrator
  • *****
  • Post: 20.895
  • Sesso: Maschio
  • AGH
  • località di residenza: Brusago (Altopiano di Piné)
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #109 il: 15/10/2012 22:31 »
bellissimo! Complimenti davvero per le foto e per il report, davvero interessante. E hai pure contribuito a un salvataggio in diretta!!! :)))

PS: ma senti: leggendo i vari report qui sullo Zufall, ti eri convinto che fosse più facile? Insomma sei stato tratto in inganno?
Blog di Montagna
https://www.fotoagh.it/

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #110 il: 15/10/2012 22:53 »
A dIre la verità, AGH, a distanza di mesi,devo ancora capire se mi sono ingannato da solo..
Nel senso che non vorrei che il mio eccesso di prudenza abbia vanificato tutto quanto mi ero immaginato dai vostri racconti.
Sicuramente la salita completa avrebbe probabilmente pregiudicato il prosieguo dei giorni successivi. Forse la salita alla Zufall non era tanto indicata per un tour itinerante così lungo.
Considera che ogni giorno,tranne le salite a Vioz e Zufall, avevo 15kg sulle spalle.

Per il prossimo anno infatti sto cercando di organizzarmi per rendere più fattibili situazioni simili alla Zufall

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #111 il: 17/10/2012 00:49 »
Eccomi al quinto giorno, smaltita la sbornia da “eroe per un giorno”, è l’ora di lasciare malinconicamente il rifugio Larcher, dove mi era trovato davvero bene in quanto a ospitalità e cordialità. Per quanto riguarda il conto dei dislivelli di ieri, comprese le sgambate pomeridiane di corsa per prestare soccorso, devo aggiungere a conti fatti altri 1100mt! Se continua così a fine settimana avrò scalato quasi un ottomila!!


Un Cevedale infuocato alle 6.00 di mattina

Saluto dunque tutti e mi riavvio per i sentieri che mi conducono verso la diga del Careser; la partenza è come di consueto intorno alle 7.20, e anche questa mattina il cielo è completamente sereno e limpido, il sole, nelle vallate ancora deserte, con la sua luce crea degli affreschi che se si potesse andrebbero affissi nei muri di casa.


Cima Nera, un facile 3000 che sovrasta il Lago Marmotta

Il Vioz, il Palon de la Mare e le cime Cevedale sembrano sospesi nel cielo: è davvero uno spettacolo, è quanto non avrei potuto chiedere in miglior modo a questa settimana.
Il sentiero per la diga è tranquillo, comodo, pianeggiante, in breve sono già nei pressi del Lago Nero, un grazioso laghetto dalle acque limpidissime immediatamente prima del Lago Careser.


Il sentiero per il Lago Careser

Mi fermo approfittando dell’improvvisa presenza di segnale del telefono, e me la prendo più che comoda, visto che la tappa odierna prevede un dislivello totale piuttosto modesto, intorno ai 670mt circa.


Una marmotta mi da il benvenuto (o mi manda a quel paese??)..

Arrivato nei pressi del grande Lago Careser, non posso fare a meno di notare il forte contrasto di colori fra il celeste intenso dell’acqua e il verde dei prati circostanti, un’altra meraviglia gentilmente concessa da madre natura.


Il Lago Nero, sullo sfondo il Palon de la Mare


Colori indescrivibili al Lago Careser

Ammattisco un po’ all’inizio per trovare i riferimenti (dei bolli gialli) del nuovo sentiero che porta all’attraversamento della vedretta del Careser, o meglio, in sostanza del nuovo sentiero n.104, poi, aiutato dalla traccia gps scaricata dal sito internet del Rifugio Dorigoni, imbocco il giusto canale erboso, ma accidenti, questi cerchi gialli in alcuni casi non è che siano proprio così visibili. Ne consegue che debba prestare la massima attenzione anche nel seguire fedelmente la traccia gps, in modo da trovare più facilmente i riscontri strada facendo. Il nuovo sentiero, benché poco battuto, è molto bello e costeggia dall’alto il versante nord del lago, alternando passaggi in soffici prati erbosi a superamento di massi più o meno grandi.


Il Vioz oggi è davvero bello!

Arrivati nel lato nordest del lago, il sentiero spiana e, costeggiano il torrente che scende dalla vedretta, ci introduce in una piccola valle da risalire dolcemente sul lato ovest. Osservando in alto si vede il torrente scendere a picco formando dei lievi turbinii, “la porta d’ingresso alla vedretta”, così ho immaginato questo posto a prima vista.


...La porta d'ingresso alla Vedretta del Careser...

Si sale senza difficoltà ma in salita più decisa su delle rocce rossastre, poi si scende leggermente fino a guadare il torrente su un ponticino in legno dalla bizzarra forma a “ponte veneziano al contrario”, per via delle longherine deformate. Dopo il ponte, i cerchi gialli (abbastanza frequenti tutto sommato) finiscono, ed iniziano delle strisce rosse. Inizialmente seguo queste strisce fiducioso, poi, quando a un certo punto finiscono anche le strisce, mi accorgo, consultando il gps, che sono andato leggermente fuori traccia.


Il bizzarro ponticino per attraversare il torrente

Per carità, non è che sia facile perdersi, ci mancherebbe, ma preferisco non fare inutili deviazioni, anche perche nel frattempo cominciano a formarsi le solite nubi che nel pomeriggio sono sempre un terno al lotto, e soprattutto perche mi è rimasta una sola tacca di carica nel gps, e vorrei almeno arrivare a individuare la Bocca di Saént..
Faccio dunque un passaggio di traverso nelle rocce per deviare il più velocemente possibile e rientrare nella traccia gps, un elicottero solca il cielo..ma no, ancora è presto per me, dai… Eccomi finalmente di nuovo in pista e magicamente un palo d’alluminio mi appare alla vista. Raggiungo il palo per poter scorgere un altro palo, più grande, in legno.


In vista della Vedretta del Careser

Ma ormai ci sono, la vedretta è davanti a me, inutile cercare altri segni. Confesso che arrivatogli davanti non sapevo come fare, mi sembrava davvero strano dover salire su un lastrone di ghiaccio, poi, visto che stavo affondando gli scarponi nella melma antistante, oplà, con un balzo sono sopra. Perdonate l’innocenza e la banalità di gesti che magari a voi saranno più consueti, ma per me è stato davvero emozionante questo momento, e in più ero completamente solo.. Un passo dopo l’altro comincio ad avanzare sulla salita che vedo di fronte a me: ghiaccio e nuvole. Mi sembra impossibile di camminare su questa superficie così compatta. Tra l’altro, come mi era stato anticipato soprattutto dal personale del rifugio Dorigoni, si cammina benissimo e tranquillamente senza ramponi.


...Ghiaccio e nuvole...

Via via che salgo, comincia all’orizzonte a sbucare un altro palo d’alluminio: la mia prossima destinazione. Nonostante fossi abbastanza coperto, arrivato al palo devo fare una sosta per coprirmi completamente la faccia e darmi la crema solare a doppio strato, perché l’aria secca e il sole che riflette nel ghiaccio mi stanno mummificando il viso. E’ il momento per fare un giro a 360° e osservare tutto il deserto bianco intorno a me contornato dalle varie cime Venezie, Punta Martello, Cima Campisol ecc ecc a formare quanto anfiteatro naturale di ghiaccio. Sono davvero felice!
La salita è finita, ora la vedretta è quasi pianeggiante, e vedo già in lontananza il lungo palo in legno in corrispondenza della Bocca di Saént, da dove riscendere fino al rifugio Dorigoni. Passo dopo passo avanzo entusiasta, cercando di scorgere nello strato di neve ora più presente, tracce di passaggi di altre persone, ma non sembra ci sia niente di recente.


Arrivato alla Bocca di Saént (3100mt) !!

Arrivo infine alla Bocca di Saent (3100mt) dove trovo un signore attempato che era salito dalla Val di Rabbi, una bella sgambata anche per lui (1700mt di dislivello!). Sono le 11.30, metto un po’ in carica il gps, mangiucolo qualcosa ma soprattutto via con le foto e i video! Le cime Cevedale sono bellissime viste da qui, e pensare che una volta lo strato dei ghiacci permetteva di raggiungerle praticamente in linea retta.. Ma in generale è tutto davvero molto bello e suggestivo, verso ovest si vede Cima Sternai sovrastare la val di Saént e a sudovest il Collecchio, prossima meta di domani.


Spettacolare il profilo delle cime Cevedale


Le tre Cime Venezia

Alle 12.00 inizio la lunga e tormentata (per i muscoli tibiali), ma soprattutto ripida discesa lungo il sentiero segnato per scendere in val di Saént. In qualche punto il sentiero è composto da pietrisco di moderate dimensioni che sembra venga giù tutto ad ogni passo, bisogna stare un po’ attenti, ma con 15kg che ti pintano dal didietro..Il Rifugio Dorigoni sembra sempre un miraggio, sembra non arrivare mai, ma almeno, piano piano, comincio a intravedere zone di sentiero in mezzo all’erba, segno che le pietraie stanno per finire e inizierà magari un classico sentiero montano.


La tormentata discesa lungo il sentiero n.104 (qui fotografato in salita)

Finalmente dopo circa 45 min mi ritrovo nel tratto finale a passare in mezzo a dei tranquilli pascoli erbosi, fino alla discesa al Torrente Rabbies, che va guadato per guadagnare il sentiero n.101 che porta diretti al Rifugio Dorigoni.


Il Rifugio Dorigoni

Quando sono a una trentina di metri dal rifugio mi sento chiamare “MAGO!!” Incredibile, è una coppia marito e moglie che avevo conosciuto il primo giorno al Doss dei Gembri, che avevo ritrovato al terzo giorno al rifugio Larcher, e che ritrovo adesso al Dorigoni! La gente mi guarda incuriosita, manco fosse arrivato chissacchì..


Bellissimi prati sottostanti al rifugio

Li saluto e gli racconto della mia fantastica traversata in solitaria della vedretta, poi ci diamo l’arrivederci visto che loro soggiornano al campeggio di Peio dove io ho lasciato l’auto.
Il Rifugio Dorigoni è molto confortevole, camerate belle e ristrutturate, una posizione invidiabile, su uno sperone roccioso che domina la parte bassa della Val di Saént, prima che il torrente Rabbies compia il salto lanciandosi nella sottostante Val di Rabbi, formando le bellissime Cascate di Saént.


Il passo Giogo Nero e a destra il Collecchio (2957mt)

In serata arriva un po’ di pioggia ma il meteo per domani non dovrebbe comunque riservare tempaccio. La sera, nel rifugio super affollato, faccio conoscenza con qualche altro ospite, ognuno con la propria personale “impresa” da compiere nel giorno successivo.


La punta rocciosa di Cima Sternai (3444mt)

In definitiva anche oggi una bellissima giornata, belle esperienze, una vera passeggiata sul ghiaccio, un altro tassello importante di questo tour progettato da più di un anno!! E domani si prosegue, fino al Collecchio e poi giù nell’incantevole Valle Lago Corvo!


MagoZichele esulta dopo la traversata della vedretta!!

Offline Herman

  • Sr. Member
  • ****
  • Post: 402
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #112 il: 17/10/2012 13:20 »
A dIre la verità, AGH, a distanza di mesi,devo ancora capire se mi sono ingannato da solo..
Nel senso che non vorrei che il mio eccesso di prudenza abbia vanificato tutto quanto mi ero immaginato dai vostri racconti.
Sicuramente la salita completa avrebbe probabilmente pregiudicato il prosieguo dei giorni successivi. Forse la salita alla Zufall non era tanto indicata per un tour itinerante così lungo.
Considera che ogni giorno,tranne le salite a Vioz e Zufall, avevo 15kg sulle spalle.

Per il prossimo anno infatti sto cercando di organizzarmi per rendere più fattibili situazioni simili alla Zufall

Ciao! Complimenti per il bel giro, non ho letto tutto ma secondo me molto è dipeso soprattutto dai tuoi compagni occasionali che da quanto ho capito esperti non erano e hanno continuato a farti credere di non essere all'altezza o di non avere il materiale adatto, ovviamente per uno da solo che non è, da quello che ho capito sempre, mai andato fuori da un sentiero un comportamento così fa venire grossi dubbi magari in aggiunta a quelli che già c'erano... Però alla fine ti hanno sviato alla grande in quanto la salita non presenta nessun passo difficile (da arrampicare diciamo) e non è mai esposta, è sempre una dorsale bella larga, certo i ramponi sempre meglio averli per sicurezza ma io mai ne quelli che conosco li abbiamo usati sia in estate (2 volte) che un paio di volte in inverno con la neve.
Comunque belle foto! :)

Offline AGH

  • Administrator
  • *****
  • Post: 20.895
  • Sesso: Maschio
  • AGH
  • località di residenza: Brusago (Altopiano di Piné)
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #113 il: 17/10/2012 18:28 »
Però alla fine ti hanno sviato alla grande in quanto la salita non presenta nessun passo difficile (da arrampicare diciamo) e non è mai esposta, è sempre una dorsale bella larga, certo i ramponi sempre meglio averli per sicurezza ma io mai ne quelli che conosco li abbiamo usati sia in estate (2 volte) che un paio di volte in inverno con la neve.

se non si sentiva sicuro ha fatto bene a rinunciare. Detto questo, lo Zufall non è che sia proprio una "passeggiata" tipo Vioz. E' molto più impegnativo, ha tratti esposti, sia pur brevi, e per buona parte del tratto finale è meglio non avere distrazioni perché uno scivolone o una caduta potrebbe avere conseguenze non prevedibili. Pur essendo tecnicamente abbastanza facile, non è certamente da prendere sottogamba: è pur sempre un quasi quattromila, gli effetti della quota possono essere debilitanti per un fisico non abituato (debolezza, capogiri, scarsa lucidità). Richiede insomma una certa esperienza a muoversi in alta quota e su terreno accidentato, magari pure coi ramponi sul misto non è così banale.
Blog di Montagna
https://www.fotoagh.it/

Offline Herman

  • Sr. Member
  • ****
  • Post: 402
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #114 il: 18/10/2012 13:08 »
se non si sentiva sicuro ha fatto bene a rinunciare. Detto questo, lo Zufall non è che sia proprio una "passeggiata" tipo Vioz. E' molto più impegnativo, ha tratti esposti, sia pur brevi, e per buona parte del tratto finale è meglio non avere distrazioni perché uno scivolone o una caduta potrebbe avere conseguenze non prevedibili. Pur essendo tecnicamente abbastanza facile, non è certamente da prendere sottogamba: è pur sempre un quasi quattromila, gli effetti della quota possono essere debilitanti per un fisico non abituato (debolezza, capogiri, scarsa lucidità). Richiede insomma una certa esperienza a muoversi in alta quota e su terreno accidentato, magari pure coi ramponi sul misto non è così banale.

Io mi sono fatto la mia opinione leggendo, cioè due persone che gli aumentano le sue "insicurezze" che ha solo perchè è nuovo a certe esperienze, se trovava altre due che lo spronavano rassicurandolo non ho dubbi che l'avrebbe fatta.

Riguardo la quota normalmente  a quell'età un pò allenati se si va col proprio passo senza sforzare  non si hanno problemi, se l'avrebbe sofferta  comunque sarebbe stato molto più probabile sul vioz al secondo giorno dopo una prima notte in quota, sia per le tempistiche che per la tipologia di salita visto che è molto più "taglia gambe"della zufall (in quest'ultima c'è solo l'ultimo pezzo per la forcola). Oltrettutto dopo già una gita a quota simile, 3 notti in rifugio con giornata di collegamento non vedo proprio come si possa soffrire la, visto che anche stava bene dal suo racconto. Più metti la giornata di alta pressione...

Riguardo le difficoltà ho solo riportato quello che è, poi un incidente può capitare ovunque come sulle scale di casa...

Cosi giusto per animare un po'  ;D ;D

Offline PassoVeloce

  • Hero Member
  • *****
  • Post: 5.825
  • Sesso: Femmina
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #115 il: 18/10/2012 15:09 »
Io mi sono fatto la mia opinione leggendo, cioè due persone che gli aumentano le sue "insicurezze" che ha solo perchè è nuovo a certe esperienze, se trovava altre due che lo spronavano rassicurandolo non ho dubbi che l'avrebbe fatta.
Può essere vero..però c'è da dire che quando trovi una persona da sola che si "aggiunge" al gruppo ci si sente responsabili... In questo caso non so se Mago avesse o meno dietro i ramponi ma per la salita dal ghiacciaio secondo me erano necessari. Poi visto che loro proseguivano verso il Cevedale non penso che per lui sarebbe stato il massimo tornare dalla cresta da solo...

Detto questo devo farti i complimenti per le stupende foto e per il mega giro!!  8) sono posti che conosco bene ma leggere il tuo racconto dei posti visti con gli occhi di una persona che li vede per la prima volta è bellissimo  ;) Credo tu possa essere veramente soddisfatto di questa impresa...sia a livello fisico che mentale..non è da tutti  ;) ...e cmq la Zufall è ancora lì!

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #116 il: 19/10/2012 19:01 »
Beh che dire..AGH rispecchia lo stato d'animo che ho avuto sul momento, Herman quello che ho adesso a distanza di mesi, ma tuttavia comprendo e sono d'accordo con PassoVeloce su cosa possano aver pensato su di me i miei compagni di salita.

Il dato di fatto tangibile, è che la Zufall è ancora lì...ehehe  ;)

Offline SPIDI

  • Hero Member
  • *****
  • Post: 1.429
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #117 il: 19/10/2012 19:39 »
Tantissimi complimenti per il tuo girazzo  :)  Bello semplicemente Bello  :) Ai mai pensato a percorrere una delle alte vie delle dolomiti ?  Sarebbe un avventura indimenticabile  8) 
Bisogna andare dove pochi sono andati per vedere   
ciò che pochi hanno visto

Offline MagoZichele

  • Jr. Member
  • **
  • Post: 92
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #118 il: 19/10/2012 19:44 »
La nottata al Rifugio Dorigoni passa veloce e movimentata, vista l’alta affluenza e i continui andirivieni al bagno dei nottambuli. Comunque tutto sommato un’ottima e confortevole struttura.


Inizia il sentiero n.107, sullo sfondo il Collecchio


Finito il tratto pianeggiante il sentiero comincia a salire verso il Giogo Nero

La mattina, dopo la consueta abbondante colazione, epilogo all’altrettanta fantastica cena di ieri sera, insolita per un rifugio almeno per quanto visto finora, saluto i gestori del rifugio, e Alberto, un ragazzo conosciuto la sera prima che ho scoperto frequentatore del forum girovagandoinmontagna (e spero si faccia vivo, almeno per mostrare qualcuna delle sue bellissime foto) e amante dei luoghi dimenticati, dei piccoli angoli esclusi dalle tradizionali rotte escursionistiche, in particolare piccoli laghetti e bivacchi.


Ben presto il Rifugio Dorigoni si allontana...


..ma la visuale sulla Val di Rabbi è bellissima!!

La giornata è bella anche oggi ma il meteo ha previsto un rapido cambiamento nel pomeriggio. Tuttavia la distanza non eccessiva per oggi e il percorso meno impegnativo mi inducono a prenderla con calma. Imbocco il sentiero n.107 in direzione del Giogo Nero, un passo a ben 2825mt di altezza. Inizialmente si affronta un tratto tutto sommato pianeggiante oltrepassando graziosi praticelli e ponticini in legno sui dedali di ruscelli che, dal versante sud della Cima Sternai, scendono fino a confluire nel torrente Rabbies.

Dopo un placido gregge di pecore al pascolo comincia il sentiero che lentamente e progressivamente risale il costone sudovest della Cima Sternai. Ben presto raggiungo, supero e stacco il gruppo di quattro persone che si erano avviate prima di me, e mano a mano che avanzo e salgo, si scopre alla vista una parte della Val di Rabbi e della Val Maleda. Vedo il Monte Sole e il famoso canalone che avrei voluto risalire (discusso in questo topic), tutto sommato la cosa poteva essere fattibile.


MagoZichele e il suo fardello "catturati" al Giogo Nero (2825mt)

Comunque anche qui non è che il paesaggio sia da meno, e soprattutto anche il sentiero, decisamente stretto sul ripido pendio, è entusiasmante da affrontare perché comunque un po’ di attenzione la si deve prestare.
Intorno ai 2600mt, dove secondo la mappa Tabacco il sentiero avrebbe dovuto salire in maniera più decisa fino ad una prima sella anch’essa sopra i 2800, invece i segni biancorossi dicono di andare dritto. Continuo per un po’ e appare inequivocabile che il sentiero 107 è stato aggiornato in questa nuova variante che sto percorrendo e che sale in maniera più dolce praticamente fino al Giogo Nero, eccezion fatta per gli ultimi 50-100mt. Singolare che anche la traccia .gpx di questo sentiero, scaricata dal sito S.A.T. sia ancora quella vecchia.


Il crinale che dal Giogo Nero sale verso il Collecchio


La splendida Val d'Ultimo dal Giogo Nero

Arrivo al Giogo Nero intorno alle 9, il vento si è già alzato un bel po’, in lontananza si comincia a intravedere i primi cumuli di nubi, ma ancora si sta bene, soprattutto se riparati dal vento sul versante che dà nella splendida Val d’Ultimo: un altro paesaggio incantevole, una distesa uniforme di prati intervallata dai graziosi laghetti disposti quasi secondo logica. Dietro invece la Val di Saént in tutto il suo splendore, sovrastata, in questa visuale, dalle alte Cime che proteggono l’anfiteatro della vedretta del Careser.

Arrivano anche i quattro amici staccati sul sentiero, scambiamo due parole, loro scenderanno nella Val d’Ultimo verso il Rifugio Canziani, io invece proseguirò verso sud ma salendo al Collecchio. Li saluto ma rimango ancora un po’ a crogiolarmi al sole, poi, quando mi rendo conto che alle nubi sempre più in arrivo comincia a fare da apripista una leggera velatura che prende i contorni di una nebbiolina, mi rimetto in cammino sul largo crinale che sale alla vetta del Collecchio.


La Valle Lago Corvo dall'alto del Collecchio


La Val di Saént dal Collecchio

E’ una breve salita che arriva alla vetta spoglia e ciottolosa (2957mt). Qualche escursionista lo incontro anche quassù, ma tutti in rapido passaggio, il tempo sta mutando in maniera esponenziale. La vista dal Collecchio è bellissima, rivedo ancora il trittico formato da Vioz, Palon de la Mare e Cevedale. Se vede ora bene la Cima Sternai e finalmente anche il Gioveretto fa capolino. Sotto, lo spettacolo della Valle Lago Corvo è un invito a scendere di corsa.


Cima Sternai (sx) e, immerso nelle nuvole, più indietro, il Gioveretto

Questo è l’ultimo punto più in alto che toccherò in questa settimana, comincio ad avere una sorta di mistica nostalgia a due facce: da una parte il sogno di un anno che sta finendo, dall’altra la consapevolezza di rivedere la mia famiglia e i miei cari che, nonostante le mie rassicurazioni, sono comunque in apprensione sapendomi a zonzo quassù da solo.


L'arido e ciottoloso sentiero n.145 che scende nella Valle Lago Corvo


In vista dei primi laghetti, la nebbia si abbassa..

Riprendo il cammino, la mia prossima destinazione nel frattempo è già sparita dietro la nebbia che adesso ha steso la sua coltre ovunque, l’aria si carica d’acqua. Incrocio due ragazzi meridionali accompagnati da una guida credo forestale, che mi fa i complimenti per il mio tour. Credo che ormai sia tardi salire sperando nel panorama.. Via via che scendo comincio a trovare i primi laghetti, ognuno accompagnato dal rumoroso belare di greggi di pecore.


Il Lago più grande (dal nome impronunciabile..)

Il sentiero scende progressivamente senza alcuna difficoltà, certo, farlo a passo più spedito comporta un aggravo maggiore per le ginocchia visto il solito peso sulla schiena. I laghetti sono bellissimi, peccato poter fare solo delle brevi soste per delle rapide foto; non sono molto lontano dal rifugio e se possibile vorrei evitare l’imminente acquazzone, visto che comincia a tuonare tutto intorno. Ma quando arrivo al Lago Corvo non posso fare a meno di fermarmi: difficile immaginare un catino d’acqua dalla forma così regolare e così profondo (20mt) a queste altitudini.


Ecco l'incantevole Lago Corvo

Sopra uno sperone roccioso da dove posso dominare con la vista sia il Lago che i verdi pascoli sottostanti dove placide mucche sembrano ignorare l’arrivo del temporale, è obbligatorio fermarsi e dedicare un po’ più di un minuto alle foto ma soprattutto all’osservazione; è quella la cosa fondamentale che mi rimarrà impressa.


I pascoli e le ultime pozze, in vista già del Rifugio Stella Alpina

Ecco arrivare la pioggia, dapprima debole, poi sempre più intensa e consistente, ma sono già in cammino con giacca impermeabile e raincover allo zaino. In men che non si dice arrivo al Rifugio Stella Alpina ed entro nell’atrio ben affollato di gente in cerca di un riparo. Sono le 12.30 circa, oggi ho anche anticipato di ben 30min il mio consueto arrivo ai rifugi  :) .


Il Rifugio Stella Alpina (2425mt)

L’acquazzone non dura molto, il tempo di darmi una sistemata nella stanzina del rifugio, che nei piani più elevati sembra la casetta dei sette nani, e di mangiare qualcosa, poi nel pomeriggio esco fuori e la giornata è di nuovo bella.


Il sentiero n.108 che scende fino alla Val di Rabbi


Veduta sulla Val Cercen, ultima fatica dell'indomani

C’è tempo per un lungo riposo contemplando la sottostante Valle Lago Corvo che scende ripida verso la Val di Rabbi, e sulla destra l’imbocco della lunga Val Cercen che mi aspetta per l’ultima, grande fatica di questa settimana, un ultimo mega tappone di ben 25km e 1600mt di dislivello...ah…e per domani ha messo pioggia tutto il giorno…


MagoZichele sul Collecchio

Leggi il racconto dettagliato di questa tappa --> http://magozichele.blogspot.it/2012/08/come-e-andata-avm-5a-tappa-28072012.html
« Ultima modifica: 19/10/2012 19:52 da MagoZichele »

Offline Guido

  • Hero Member
  • *****
  • Post: 2.379
  • Sesso: Maschio
Re:Escursione per la prossima estate 2012
« Risposta #119 il: 22/10/2012 17:14 »

Bellissima cavalcata, partirei domani, sono contento tu sia riuscito a realizzare un tuo sogno.  :) Molto bello il racconto e le foto.


Ciao! Complimenti per il bel giro, non ho letto tutto ma secondo me molto è dipeso soprattutto dai tuoi compagni occasionali che da quanto ho capito esperti non erano e hanno continuato a farti credere di non essere all'altezza o di non avere il materiale adatto, ovviamente per uno da solo che non è, da quello che ho capito sempre, mai andato fuori da un sentiero un comportamento così fa venire grossi dubbi magari in aggiunta a quelli che già c'erano... Però alla fine ti hanno sviato alla grande in quanto la salita non presenta nessun passo difficile (da arrampicare diciamo) e non è mai esposta, è sempre una dorsale bella larga, certo i ramponi sempre meglio averli per sicurezza ma io mai ne quelli che conosco li abbiamo usati sia in estate (2 volte) che un paio di volte in inverno con la neve.
Comunque belle foto! :)

Concordo con Herman, hai avuto la sfortuna di incontrare i soliti terroristi...se avessi incontrato qualcuno che ti avesse spronato saresti riuscito nell'intento. Con le dovute precauzioni, s'intende. Anche io la prima volta che salii desistetti, ma più che altro per la fatica (eravamo partiti da giù), ma anche allora, che ero molto inesperto, non avevo riscontrato difficoltà di sorta sulla cresta, tanto che avevamo anche un cane come compagno... non molto simpatici i tizi che sono scesi sul ghiacciaio quando potevano tranquillamente proseguire sulla cresta.  :-\
"...sarà da chiedersi se esistano ancora escursionisti capaci di divertirsi sulle medie difficoltà, per trovare sè stessi anche in una giornata senza ambizioni, trascorsa serenamente all'insegna della natura più delicata." Giampaolo Sani