Eccomi! Mi sento chiamata in causa
e... grazie degli apprezzamenti per le foto e i giri, qui e altrove...
PassoVeloce ti racconto il nostro giro dell'anno scorso a luglio, però i tempi non me li ricordo minimamente perché sia io sia Franza siamo cazzeggiatrici professioniste e tra un "mi fermo a fare una foto" "aspetta che bevo un po' d'acqua" "guarda che bel fiore" riusciamo a far durare una gita a tempo indeterminato
. (Comunque te li ho cercati su internet, i tempi)
E' un giro che noi abbiamo fatto durare 3 giorni ed è parte dell'
Alta Via delle Dolomiti n° 2, detta "delle Leggende" (si trova molto materiale in internet). Abbiamo combinato di passare una notte al rifugio Mulaz e due notti al rifugio Rosetta-Pedrotti, usando il terzo giorno per un giro ad anello invece che proseguire sull'alta via: questa scelta è stata fatta per incastrarci con i nostri amici che scalavano
Cima Immink per la via Solleder e avevano bisogno di un punto base in cui lasciare tutto il pesante materiale della scalata senza portarselo in giro nel giorno di trekking.
1° giorno - Siamo partite da
Passo Valles (2031slm) lungo il sentiero 751. La cartina di riferimento (Tabacco n. 022) mostra dei tratti puntinati, cioè per esperti, ma si tratta in realtà di qualche cavetto di aiuto, spesso totalmente inutile (devo ancora capire con quale criterio mettono i puntinati sulle cartine...). In 3.30/4 ore si arriva al
rifugio Mulaz. Il paesaggio fino al passo Arduini (2575slm) cioè in prossimità del rifugio è ancora molto verde, poi cambia e diventa severo: solo ghiaioni, roccia, talvolta neve.
2° giorno - Dal rifugio Mulaz parte subito in ripida salita il sentiero 703 che porta in breve alla forcella Margherita (2655slm), su ghiaino scivoloso e con massi instabili... Dalla forcella si vede tutto il sentiero in costa per arrivare al famoso
passo delle Farangole (2932slm). Col senno di poi, avendolo fatto, il passo delle Farangole non è così terribile come ce lo immaginavamo: è un sentiero ripido su roccette, in salita e molto ben attrezzato, con cavetti e qualche gradino. C'è anche un passaggio in traverso esposto su ghiaino scivoloso, ma pure in questo caso c'è il cavo a cui tenersi. Noi avevamo messo all'ultimo momento l'imbrago negli zainoni e qui l'abbiamo usato per paura di sbilanciarci col peso, ma è fattibilissimo senza. La discesa dall'altra parte è abbastanza ripida e franosa nel primo tratto, poi prosegue a mezza costa per una lunghissima cengia, spesso esposta. Anche qui il sentiero è attrezzato con cavi dove serve e questo ci ha fatto molto piacere, più che durante la salita al passo, perchè la roccia si consuma col passaggio e potrebbe essere scivolosa. Finalmente si scende, ormai su semplice sentiero, al pian dei Cantoni (2300slm, circa), per poi risalire l'ultimo tratto e arrivare sul
mitico altopiano delle Pale, dall'aspetto desertico e lunare, molto affascinante. Su largo sentiero si arriva al
rifugio Rosetta-Pedrotti (2581slm) dopo circa 4/5 ore dal Mulaz. Di quella sera mi ricordo una fantastica e meritata zuppa d'orzo e l'attesa snervante degli scalatori, arrivati quando era già buio.
Se volete un resoconto più divertente e colorito di questa tappa rimando alla relazione di Franza, mia compagna di avventure:
http://www.catsystem.it/Montagna/relazioni/farangole/index.htm3° giorno - L'intenzione è di partire leggeri, lasciando la maggior parte del carico in rifugio, e di fare il giro antiorario della Pala di San Martino passando dal rifugio Pradidali. La tappa prevede una traversata in quota, su cengia esposta, attrezzata con cavetto. Al sentire la parola "cavetto" Franza, che ne ha visti troppi ieri, decide che ne ha piene le balle: farà un giro da sola verso il ghiacciaio della Fradusta.
Noi 3 (io, Bep e Roby) invece partiamo verso sud sul sentiero 702 che scende spietatamente. Dopo un'infinità di tornanti e dopo aver perso almeno 300 m (sob), abbandoniamo il 702 che scende a San Martino e proseguiamo per il 715 verso il passo di Ball.
Passiamo sotto alla Pala e a Cima Immink, ci fermiamo un po' a guardare la gente che arrampica, a fare foto e commenti, poi affrontiamo il breve tratto attrezzato: un cartello dice che è meglio imbragarsi, io eseguo ma anche qui il cavo è solo di sicurezza, basta stare attenti a dove si mettono i piedi, il sentiero c'è sempre, non si sta mai appesi nel vuoto. Oltretutto senza zaino mi sembra di volare
Dopo il sentiero attrezzato si sale al
passo di Ball (2443slm), poi si riscende al
rifugio Pradidali (2278slm) dove ci concediamo una pastasciutta. Fino a qui i tempi di internet dicono 2.30 ore, posso supporre che l'intero giro duri 5/6 ore.
Ripartiamo verso nord con il sentiero 709: il paesaggio riprende un carattere "lunare", si sale, si attraversa una vasto falso piano circondato da rocce e ghiaioni, si sale ancora fino al
passo Pradidali Basso (2658slm) da cui si vede quel che resta del ghiacciaio della Fradusta, poi si gira a sinistra (ovest) e con un continuo lungo saliscendi sull'altopiano si ritorna al rifugio Rosetta-Pedrotti (2581slm).
Poco dopo il nostro arrivo arriva anche Franza dal suo giro, appena in tempo perché subito si alza la nebbia, abbastanza frequente sulle Pale, e non si vede più nulla nonostante sia ancora chiaro. Sono molto contenta che ieri non sia stato così...
4° giorno - per scendere abbiamo usato la funivia (vergogna
): Bep e Roby avevano zaini pieni di corde e ferraglia pesantissime e noi avevamo l'alibi di accompagnarli
Allego stralcio del libretto reperibile nell'ufficio turistico di Feltre o di Bressanone, pagg. 90-94, in cui si parla di questi tratti dell'Alta Via delle Leggende. Se qualcuno lo vuole intero mi contatti (1 mega in pdf).