Autore Topic: Soccorso Alpino  (Letto 2004 volte)

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Offline AGH

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Soccorso Alpino
« il: 21/01/2008 16:15 »
Una bella cronaca di Gianluca Tognoni sul "salvataggio estremo" del Soccorso Alpino Trentino di una cordata di austriaci incrodata sul Brento, sotto i tetti della via denominata "Vertigine"
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Dall'ormai lontano 1992, quando questa incredibile quanto particolare via fu aperta, che come responsabile della locale Stazione di Soccorso Alpino mi sono più volte chiesto “...e se dovessimo intervenire proprio lì, come faremo?...” . Prima o poi sicuramente succederà; in valle sono pochissime le vie importanti dove non siamo mai intervenuti, ed una via del genere è una sfida troppo allettante per molti alpinisti. In realtà la vera preoccupazione non è mai stata sul come fare per arrivare in un punto o l’altro della via; problema sicuramente non sottovalutabile anzi sicuramente molto difficile, ma in qualche modo risolvibile a seconda del contesto, del momento e con una sicurezza più che accettabile, considerando il posto.

Per noi soccorritori il vero problema che per anni ci ha preoccupato è stata la velocità: arrivare in tempi sufficientemente brevi per riuscire ad essere efficaci in caso di incidente grave: questo è sempre stato, ed ancora è il vero problema della Vertigine. La via percorre interamente la parete est del monte Brento dalla base, inizialmente su placche appoggiate, fino ad uscire in un crescendo incredibile proprio sul Becco d’Aquila, la cuspide per eccellenza, il punto più elevato e sporgente di tutta la parete. Presenta uno sviluppo di 900 m e la parte alta, per oltre 400 m, è completamente strapiombante, con una serie incredibile di tetti, stimabile in circa un centinaio di metri complessivi.

Qui, i pochi che l’hanno percorsa escono da una “dimensione capovolta” e ritornano alla normalità, altri, anche questi pochi, molto pochi, si lanciano in una delle più incredibili picchiate verso il basso: sono i BaseJumper che vengono da tutto il mondo per quello che loro definiscono uno dei più fantastici posti che esistano sulla faccia della terra. Per gli alpinisti la via è molto particolare: nella parte alta deve essere percorsa quasi completamente in artificiale, sfruttando una serie incredibile di piccoli tasselli da 6 mm infissi su roccia non proprio ottima, le soste sono sempre molto aeree, ma soprattutto una volta percorsi alcuni tiri oltre lo zoccolo è praticamente impossibile il ritorno in corda doppia.

A causa dei forti strapiombi sempre molto articolati, anche gli interventi diretti dall’alto sono molto difficili, compresa l’ipotesi di tracciare un nuovo percorso, a causa dei forti attriti che si vengono a creare fra corde e roccia; anche l’impiego dell’elicottero per un recupero diretto quindi diventa problematico: troppo pronunciati gli strapiombi; eventualmente nella parte più in alto, con corde molto lunghe, facendo dei pendoli, si potrebbe riuscire ad arrivare alla parete e da li proseguire. Sono solo delle ipotesi: bisognerebbe provare! Sicuramente un intervento è possibile ripercorrendo la via originale o tracciando delle varianti dal basso: ma rimane il problema del tempo. La chiamata di soccorso arriva il 18 luglio 2004 verso sera, manca poco al tramonto: una cordata di due alpinisti austriaci è incrodata sulla via Vertigine, sembrano illesi. Non c’è molto tempo, e cerchiamo almeno di capire bene la situazione.

La ricognizione aerea ci conferma che sono ad una sosta, a circa 120-140 m dal bordo sommitale della parete. Dopo aver studiato il problema da ogni angolazione possibile, stimate le distanze e le possibilità tecniche, decidiamo per un tentativo con una corda fissa di circa 150 m; dopo alcuni pendoli di circa 30/40 m arriviamo a circa una decina di metri dai due, ma l’aggancio alla parete non riesce, siamo decisamente al limite e ormai con l’oscurità riusciamo solamente ad andare all’atterraggio in piazzola. Alle 6.00 del mattino seguente siamo già in volo e con diverse rotazioni sbarchiamo direttamente al becco d’aquila tecnici e materiali, dopodichè iniziano le calate per trovare il punto debole della parete. Dopo alcuni tentativi in altrettanti punti diversi della parete, viene abbandonata l’idea di forzare i grandi tetti in modo diretto.

L’unico sistema sembra quello di ripercorrere la via a ritroso, poiché questa ne sfrutta i punti più deboli ed aggira gli ostacoli maggiori. L’accesso alla parete non avviene direttamente sopra agli alpinisti ma molto lateralmente; ci caliamo per un centinaio di metri circa, in un punto dove gli strapiombi non sono così incredibilmente pronunciati, ma soprattutto sono regolari; anche la roccia sembra più solida. Seguirà un traverso il leggera discesa per circa 80/90 m prima di arrivare alla cordata. Sono molto provati; lo siamo anche noi.

Loro ci guardano come fossimo dei marziani, probabilmente non credono ai loro occhi; anche noi: guardando sotto di loro capiamo che se solo si fossero incrodati un tiro più in basso probabilmente bisognava intervenire dal basso; che sollievo siamo anche stati fortunati!!

Durante la discesa portiamo con noi un cordino da 4 mm che durante il traverso viene accompagnato lungo il bordo superiore della parete e passando attraverso il becco d’aquila è stato portato sulla verticale: ormai i giochi sono fatti. Velocemente sostituiamo il cordino con corde statiche; i due alpinisti vengono agganciati e con loro grande ...”meraviglia” ... calati nel vuoto, pronti per l’ultima parte del recupero con i paranchi. Dopo circa 40 minuti sono in cima; per recuperare uomini e materiali ci vorranno ancora un paio di ore di lavoro, voli esclusi.
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« Ultima modifica: 07/08/2014 01:08 da AGH »
Blog di Montagna
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salvatore tn

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Re: Soccorso Alpino
« Risposta #1 il: 21/01/2008 22:02 »
una "via" che solo a vederla mette i brividi è praticamente una C e ci devi arrampicare dentro con la base e l'arrivo nello stesso punto solo un "paio" di metri più in alto non credo abbia molte ripetizioni Ermanno salvaterra l'ha fatta slegato e da solo forse qualche accademico del C.A.I.... ma come è nel racconto anche il soccorso alpino ha paura di questa "via" fin dal inizio è stato il grande problema del soccorso.....