Oggi una solitaria escursione su una bella cima che non avevo mai salito in alcuna stagione. E’ la quota 2465 del Montalon di Valsorda. Per chi conosce la zona, è la quota ad est di una marcata forcelletta che la separa dalla piramide rocciosa della Montalon. La forcelletta è ben visibile dalla forc. Valmoena. Eccola:
Partenza dal ponte Conseria. Dopo poche centinaia di metri, l’assenza di neve sulla strada mi obbliga a levare gli sci, ma appena dentro il bosco li calzo nuovamente e non li toglierò più. Il sentiero estivo per malga Valsorda seconda è ben innevato e decido di prenderlo lasciando perdere la forestale che si stacca più in alto.
In sx orografica percorro la valletta fino al ponte del Quarelo,
passo dall’altra parte e salendo a zig-zag nel bosco raggiungo gli aperti pascoli della malga Valsorda seconda.
Vista verso p. Cion
Malga Valsord seconda
Neve fin qui buona e ancora abbondante, gli sci mordono bene e non sprofondano. Per tutta la salita non calzerò i coltelli e salirò senza problemi.
Alle spalle della malga rimonto un ampio pendio fino ad un piccolo pianoro.
Mi dirigo verso est traversando alto sopra il pendio.
Si apre una conca quasi pianeggiante
dalla quale per una serie di dossi mi porto ad una seconda conca e ad una larga dorsale,
al di là della quale appare in basso la zona dei laghi delle Buse basse, sotto forc. Valsorda.
Piccolo branco di camosci su un cocuzzolo.
Dalla dorsale. c. Lagorai
e c. delle Stelune
Ora si presenta la grande pala della cima.
Con lunghi traversi ed alcune inversioni giungo ad un piccolo intaglio. Sci ai piedi raggiungo la quota 2465.
Nonostante il tempo sia leggermente peggiorato lo spettacolo del Lagorai è sempre entusiasmante.
La quota maggiore del Montalon
Il gruppo della Busa Grana
Ancora Stelune e Lagorai
La dorsale vista dalla cima
Il pendio che scende verso le rocce sopra la forcelletta, lato malga Valsorda
Il versante nord della forcelletta, lato lago Stelune.
Forcella Valmoena
Discesa molto bella sui pendii di salità.
Quando giungo in vista della malga mi porto ad ovest, verso un boschetto,
e scendo con belle curvone su una neve un po’ più umida ma godibilissima. Una lunga serpentina mi porta poi alla malga. Fine del divertimento.
Rientro per la forestale con molte spinte fino alla Cros del Nardo e poi con tranquilla scivolata sulla strada del Cinque croci. Per la verità, quando la forestale, dopo la malga, passa su un ponte, molte tracce scendevano direttamente in fondo alla valletta. La neve sembrava invitante… Ho preferito una sana fatica di spinte ma su un percorso noto.